Madre e figli dispersi nella neve a piedi nudi Salvati da due giovani
comaschi che hanno captato l'Sos proveniente dal Ticino
Giorno, Il (Nazionale)
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Data: 25/01/2008
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Madre e figli dispersi nella neve a piedi nudi
Salvati da due giovani comaschi che hanno captato l'Sos proveniente dal
Ticino
di CORRADO CATTANEO
? CANTÙ (Como) ?
HELP, AIUTO. Un segnale appena udibile, confuso, quasi sommerso dai
disturbi. Forte comunque a sufficienza perché
due radioamatori canturini potessero trasformare la loro passione in uno
strumento per salvare la vita di un'intera famiglia
di profughi ucraini dispersa sulle montagne ticinesi. E' grazie a semplici
apparecchi, del costo di qualche centinaia di euro,
che Andrea Colombo, 17enne di Cucciago, paese di 3.000 anime della Brianza
comasca e l'amico Stefano B. della
confinante Cantù, hanno avuto domenica un ruolo determinante nel salvataggio
di sei persone, una donna ucraina di 48
anni e i suoi cinque figli, tre maschi di 15 anni, 13 anni e 10 anni e due
femmine di 21 e 9. Poco dopo mezzogiorno
Andrea, studente di elettronica alla «Castellini» di Como e volontario
addetto alla centrale operativa della protezione
civile di Cantù, ha ricevuto una telefonata da Stefano che lo ha avvertito
di aver captato alla radio una richiesta di aiuto:
«Mi sono precipitato alla mia apprecchiatura sintonizzandomi sulla frequenza
446.050, quella usata dagli apparecchi pmr,
i normali walkie talkie che si possono acquistare anche al supermercato. Ho
chiesto se qualcuno era all'ascolto e mi ha
risposto una donna in inglese: Help, help, I'm in Swiss, aiuto, aiuto sono
in Svizzera, diceva».
ANDREA HA SUBITO cercato di tranquilizzarla mentre Stefano, all'ascolto, si
è premurato di dare l'allarme alla polizia
cantonale svizzera. «Il segnale era debolissimo visto che un apparecchio del
genere di solito copre un raggio di 5
chilometri», spiega e invece questa volta le onde sono state in grado di
arrivare a Cucciago dalla zona del Monte Lema,
una vetta alta 1.624 metri che sovrasta Lugano. Così mentre gli uomini del
soccorso alpino svizzero, Cas e Rega, hanno
alzato in volo un elicottero, Andrea ha pensato di chiedere aiuto via radio:
a rispondergli un radioamatore di Lodi che si è
offerto di contattare un amico svizzero, Claudio Tiziani, che abita a
Caslano, poco distante da dove si trovavano i dispersi.
L'équipe improvvisata italo-svizzera restando perennemente in contatto con
la donna si è quindi rivelata decisiva anche
per guidare i soccorsi a destinazione. Cinque ore dopo il primo contatto la
famiglia era in salvo.
«LA POLIZIA CANTONALE ci ha contattato per ringraziarci ? spiega Andrea ?
dicendoci che senza il nostro aiuto
sarebbero senz'altro morti». All'arrivo dei soccorsi tre dei dipersi erano
già in stato di ipotermia, tra cui il più grave è
risultato essere il bambino di dieci anni che ha dovuto essere ricoverato a
Zurigo, dove i medici sono riusciti a scongiurare
l'amputazione dei piedi. Se l'intera famiglia era vestita in modo leggero,
lui con alcuni dei suoi fratelli era addirittura
scalzo. Stando alla polizia cantonale, la famiglia, che risiede in Ungheria,
nel corso 2007 ha inoltrato inutilmente due
domande di asilo alla Svizzera e già il 12 gennaio scorso aveva cercato di
entrare illegalmente nel Canton Ticino. A loro
carico vi è ora l'accusa di entrata illegale nella Confederazione.
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Captano l'Sos e salvano sei persone L'allarme lanciato da una famiglia
ucraina di clandestini raggiunge due giovani radioamatori canturini
Semicongelati sui monti del Canton Ticino
Data: 23/01/2008
Captano l'Sos e salvano sei persone L'allarme lanciato da una famiglia
ucraina di clandestini raggiunge due
giovani radioamatori canturini Semicongelati sui monti del Canton
Ticino -
Un ragazzo di 10 anni ha rischiato
l'amputazione dei piedi
Andrea Colombo, il giovane radioamatore di Cucciago che con l'amico
Stefano
ha raccolto il disperato Sos
CANTU'Cinque ragazzi ucraini fra i nove e quindici anni e la loro
madre, di
48 anni, dispersi sul monte Lema (Canton
Ticino), sono stati salvati domenica grazie alla determinazione e alla
prontezza nel lanciare l'allarme di due giovanissimi
radioamatori, Andrea Colombo di Cucciago e Stefano, un suo amico di
Cantù.
«Abbiamo captato un allarme in lingua
inglese - sottolinea Andrea Colombo - era un segnale ripetuto, ma molto
tenue. Subito la situazione ci è parsa grave, ma
non riuscivamo a localizzare dove queste persone stavano rischiando la
vita.
Gridavano la loro disperazione in un walkie
talckie di scarsa potenza. Di quelli che si comprano anche nei
supermercati
e che usano frequenze poco utilizzate. Appena
abbiamo capito che il problema era in Svizzera abbiamo allertato un
nostro
amico radioamatore ticinese e la polizia
cantonale. Il nostro conoscente ha coinvolto altri radioamatori
elvetici e
così è stato stabilito il contatto con i dispersi ed è
iniziata la lotta contro il tempo, che ha mobilitato anche l'elisoccorso
elvetico, e che grazie a Dio ha avuto un esito felice».
L'allarme è scattato poco dopo le 12 di domenica e alle 17 la famiglia
era
in salvo. Le condizioni di salute peggiori sono
quelle del ragazzo di dieci anni, che è stato trasportato a Zurigo per
congelamento. La sua vita non è in pericolo e ormai
pare anche scongiurata l'ipotesi dell'amputazione dei piedi. Poche ore
ancora di esposizione alle rigide temperature del
monte Lema e per lui davvero non ci sarebbero state molte probabilità di
sopravvivenza. Principi di congelamento, ma
una situazione decisamente meno grave, per gli altri componenti della
famiglia che pure hanno rischiato grosso. Insomma
sei vite salvate dai due canturini. E c'è da essere fieri anche per il
Gruppo della protezione civile di Cantù, di cui Andrea
Colombo fa parte. Sull'accaduto la polizia cantonale ha comunicato ieri
alcuni dettagli. La famiglia, residente per anni in
Ungheria, era già nota perché nel 2007 aveva inoltrato due domande di
asilo
alla Svizzera. Domande che sono state
sempre rifiutate. Il primo tentativo di ingresso clandestino pochi giorni
fa, il 12 gennaio, quando le guardie federali di
confine hanno proceduto al fermo della famiglia che stava tentando di
entrare in Svizzera a bordo di un treno proveniente
da Milano. Dopo gli accertamenti di rito la famiglia era stata
respinta in
Italia. In segno di protesta madre e cinque figli si
sono quindi presentati al Consolato svizzero di Milano, organizzando un
sit-in, con lo scopo di ottenere un aiuto per
raggiungere la Svizzera. Ancora una volta sono stati allontanati e
tramite
la polizia (italiana) collocati in un alloggio
d'emergenza a Milano. E così domenica il nuovo disperato tentativo di
ingresso clandestino in Svizzera. Una lunga
camminata sul pendio del gelido monte. La madre e i figli indossavano
poveri
indumenti, certamente inadatti per
affrontare le temperature del monte Lema a gennaio. L'inesperienza ha
fatto
il resto. Le ricerche sono dunque scattate solo
grazie al tempestivo, provvidenziale intervento dei due canturini. Gli
uomini del soccorso alpino svizzero, Cas e Rega,
hanno perlustrato le zone del Monte Lema fra i monti Mugino e Ferraro, e
solo dopo diverse ore, verso le 17, è stato
possibile rintracciare il gruppo all'altezza della zona sottostante la
capanna del Monte Lema. Tutte le persone coinvolte
sono state trasportate all'ospedale, tre con l'elicottero e le altre
tre con
ambulanza. Nei prossimi giorni, non appena le
condizioni di salute lo permetteranno, verrà interrogata la madre. A suo
carico vi è l'ingresso illegale in Svizzera. Le
autorità non sembrano disposte a fare «sconti» di natura umanitaria,
neppure
davanti a una situazione così grave. Luciano
Barocco
Data:
22-01-2008 La Provincia di Como
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La news riportata dalla press svizzera : http://www.ticinonews.ch/articolo.aspx?id=46076&rubrica=2