da Andrea62 » lun nov 14, 2005 23:35 pm
Silvio "Gnaro" Mondinelli, ospite delle società alpinistiche monzesi, ha
parlato a ruota libera rispondendo poi alle domande del pubblico ed ha
presentato il filmato "Il mio K2" sulla sua salita del 2004.
Di seguito trascrivo alcuni ricordi della serata.
"Gnaro" vuol dire "ragazzo".
E' nato nel 1958 e fino al 1976 ha vissuto a Gardone Val Trompia (BS). Non andava in montagna.
Poi è entrato nella Guardia di Finanza e nel 1978 ha preso servizio ad
Alagna, dove ha scoperto la montagna.
Nel 1981 è diventato guida alpina, nel 1984 ha iniziato l'alpinismo
extraeuropeo.
Il suo anno migliore è stato il 2001 dove ha scalato 4 ottomila in 5 mesi:
Everest, Gasherbrum I e II, Dhaulagiri.
Tutti i suoi 11 ottomila li ha saliti senza ossigeno.
E' noto per aver rinunciato ad alcune cime, durante queste spedizioni
himalyane, per prestare soccorso ad alpinisti in difficoltà.
Tornando senza cima le prime volte si vergognava, ora no perché ritiene di aver fatto quanto era nelle sue possibilità e di essersi comportato
onestamente nei confronti della montagna e degli altri.
Non gli piace dire "IO sono arrivato in cima" ma "NOI siamo arrivati in
cima" intendendo per "noi" tutti quelli che hanno collaborato: lui, gli
sponsor, le persone che vanno alle sue serate e quelle che visitano il suo
sito ecc.
Si allena facendo circa 1200 metri di dislivello al giorno, con gli sci
oppure di corsa secondo la stagione. Poi fa palestra, ora soprattutto
stretching. In passato ha fatto anche 60.000 metri di dislivello al mese.
Si rende conto che è sempre più difficile restare a certi livelli. Dice di
aver perso molto in arrampicata rispetto a quando era più giovane. Ora gli piace definirsi un "pestaneve" piuttosto che un alpinista tecnico.
La vita che fa può sembrare tutta bella vista dall'esterno. In realtà l'alpinismo extraeuropeo consiste nello star via due mesi per fare una via di 4 giorni e facendo più spedizioni ogni anno l'impegno della famiglia grava soprattutto sulla moglie. Per esempio dopo il K2 dell'estate 2004 ha fatto altre 5 spedizioni.
E' stato molto attento scegliendo di tornare senza cima piuttosto che con
gravi congelamenti.
Ad altissima quota ha visto persone finire la benzina una volta arrivate in
cima, restare vittima di incidenti non riuscendo a rimanere concentrate o
inciampando perchè non più in grado di coordinare i movimenti.
Tra gli ottomila gli mancano Broad Peak, Annapurna e Shisa Pangma. Su quest'ultimo è arrivato su una punta ma non sulla massima. Mentre qualche anno fa aveva fretta di completare la serie ora non ha più tanta fretta: non ha ancora chiaro quale sarà il suo prossimo traguardo, teme di trovarsi fuori dal "giro" di coloro che vanno a fare tutti gli ottomila e che frequenta da anni.
Nelle prime spedizioni guardava solo le montagne poi ha cominciato a
guardarsi di più attorno scoprendo, in particolare in Nepal, situazioni di
grande disagio e povertà.
Assieme all'amico Renato Adorno ha trovato i soldi per costruire una scuola a Namche Bazar.
Ha fondato l'associazione ONLUS "Amici del Monte Rosa" che oggi si propone di costruire un "trauma-point" lungo la strada Katmandu-Pokhara per portare soccorso alle tante vittime degli incidenti stradali che avvengono lungo quella strada.
Recentemente in Nepal, dove è stato 14 volte, ha visto situazioni che nei
suoi primi viaggi non si verificavano. Intendeva la prostituzione dei
bambini, ormai diffusa per le strade di Katmandu. Se sale su un taxi dopo le 22 gli chiedono immediatamente se vuole una donna o della droga oppure un bambino.
Ha poi commentato in prima persona il filmato "Il mio K2". Segnalo alcuni
passaggi salienti del suo commento.
C'era un ministro, Gianni Alemanno, c'era il capo, Agostino Da Polenza, e
poi avevamo sempre alle costole il "vecio", Kurt Diemberger. Poi c'era il
Marco che la sera e la mattina voleva suonare la tromba: provate voi a
suonare la tromba a 5000 metri!
Abbiamo scelto la via del 1954. Abbiamo fatto la "normale", anche se una
normale difficile. C'era poi molta neve che rendeva difficile la
progressione. Per esempio, causa la neve nessuna delle tante spedizioni è riuscita a raggiungere la cima del Broad Peak.
Abbiamo allestito i vari campi sempre "aiutati" da vento e bufere. A 7300
metri, anche per un errore umano, il vento si è portato via le tende col
materiale.
In quel frangente il mio comportamento nelle precedenti spedizioni mi ha
permesso di chiedere aiuto agli amici spagnoli.
Il giorno della cima siamo partiti alle due di notte, italiani e spagnoli.
Le ore precedenti siamo stati nelle tende in 12 con 5 sacchi a pelo, per
colazione un bicchiere di tè e un cioccolatino. Tutti abbiamo collaborato.
Siamo arrivati in cima alle 16.20 del 26 luglio.
Due amici baschi hanno pagato un prezzo molto alto in termini di
congelamenti. Il prezzo più alto l'ha pagato il capo tornato a casa per
assistere la moglie nell'ultimo viaggio.
Nel 2004 sembrava che la cosa più difficile fosse scalare il K2. Poi torni a
casa, apri i giornali e ti accorgi che al mondo ci sono cose più serie.