da arteriolupin » mer mar 11, 2009 23:53 pm
(Per la serie: le passeggiatine di Arterio e Giorgiolx)
Buongiorno a tutti,
ieri, martedì 10 marzo, dopo un periodo davvero buio di rotture di scatole di ogni tipo, sono finalmente riuscito a prendermi una giornata di sana montagna.
In compagnia di Giorgiolx, gioivane ma esperto corregionale belumat-magnagati, siamo partiti (ahimé tardino) da Milano in direzione Valmadrera, dove abbiamo fatto colazione. La partenza doveva essere alle ore 07.15 dalla grigia metropoli lombarda, ma a quell'ora precisa è giunta una telefonata ch emi invitava a prender eil caffè con più calma...
Comunque sia, tra un porcone pe ril traffico a l'altro, siamo giunti a Valmadrera e alle 9,05, dopo aver espletato le formalità mattutine, siamo arrivati al Belvedere di Valmadrera. Da qui siiamo partiti di buona lena e, a passo sostenuto, abbiamo raggiunto prima la Sorgente di Sambrosera e poi, passando per la Bocchetta di Sambrosera, la cima del Moregallo, sulla quale siamo giunti alle 11 precise. Bene, due ore scarse per i mille metri di dislivello... Non siamo del tutto arrugginiti...
Dopo una sana sosta panoramica, scendiamo rapidi per il sentiero attrezzato (il passo del Gioch) che immette sulla cresta di collegamento con la Bocchetta di Moregge. Proseguiamo, quindi, per il Sentée di Tavoulera fino alla suddetta Bocchetta e da lì prendiamo il sentiero che risale al rifugio SEV Pianezzo.
Qui troviamo molta, davvero molta neve, durissima. Rimpiangiamo un po' di non esserci portati dietro i ramponi, ma andiamo oltre. Dal rifugio, osserviamo i Corni... Quello Occidentale e quello Centrale presentano ancora moltissima neve sul versante Nord, quindi decidiamo di salire solo fino al Corno Orientale.
Partiamo dunque di buon passo verso la Bocchetta di Luera. Poco prima di questa, si staccano alcune stalattiti di ghiaccio dalla Parete Nord e cadono con fragore, lanciando proiettili di ghiaccio in giro... La veneticità di Giorgio (e la mia) si sente in pieno dalle espressioni usate... Quindi aumento di passo e via alla Bocchetta, da dove si risale in pochi passi alla cima del Corno Orientale.
Fin qui ci siamo sciroppati circa 1100 metri di dislivello, forse qualcosa in più...
Le gambe rispondono bene, è passato mezzogiorno da poco... Proseguiamo in discesa verso l'Acqua del Fo' e subito per la Colma di Ravella, a 1000 m, dove facciamo un'altra sostina, a scopo di mangiatina e sigarettina (per me, ovviamente).
Prendiamo adesso il sentiero geologico alto che ci porta al Sasso di Malascarpa ed al Prasanto (con altri 250 m di dislivello), su un terreno che si presenta dapprima fangoso e poi a base di neve dura...
Un po' di fatica, ripagata dalla scammellata in cresta e dai panorami. Dalla vetta del Prasanto ci dobbiamo abbassare di nuovo, sempre su neve dura, fino ai 1180 circa della Bocchetta di San Miro, per poi risalire ai 1280 circa del Monte Rai, che raggiungiamo ravanando su neve dura che comincia a "mollare".
Giorgio mi osserva e, ridendo sotto i baffi, mi fa notare che stiamo "facendo dislivello"...
Dal Rai, sempre per cresta, aerea, panoramica e bella, si scende al colletto tra questo ed il Corno Birone, che viene raggiunto dopo una breve risalita. Prendo la cartina, controllo le altimetrie e vedo che finora ci siamo cuccati circa 1450 di dislivello...
Giorgio ed io siamo allegri, ci gustiamo i panorami. Una piccola sosta "manducatoria" e "bibitoria" per poi scendere...
Decido su due piedi, dato che sembra essere sgombro, di scendere per il magnifico sentiero Dario e William, un percorso a metà tra l'EE e l'alpinistico, che segue la crestina dello spallone Ovest del Corno Birone per poi andare a confluire nel Sentiero Luisin oppure scendere fino quasi al San Martino...
Scendiamo con molta attenzione alcuni punti decisamente esposti, scivolosi e senza assicurazioni fino allo sbocco del canalone. Da qui al sentiero Luisin sono altri dieci minuti di sentiero ripido... Giorgio mi fa notare di essere uno che sui tratti esposti sta molto attento... Gli ricordo che gli incidenti di solito avvengono in discesa e per troppa sicurezza... Senza guardarci in faccia ci tocchiamo con nonchalance le parti basse e ripartiamo.
Poi il sentiero Luisin continua a scendere ripido e scivoloso anche a causa dell'erba secca che è peggio del sapone...
Arriviamo, comunque, sani e salvi al sentiero che collega San Martino a San Tomaso. Dobbiamo risalire di alcune decine di metri fino alla località Taja Sass (giusto quel che ci voleva per arrivare a fare i 1500 di dislivello). Dopo aver ammirato i massi erratici, partiamo di nuovo gambe in spalla (ormai un po' doloranti) veros San Tomaso e da qui giù all'auto....
Il resto è ovvio: mega birrazza in centro, visita al negozoio di gastronomia e partenza per Milano, che raggiungiamo prima delle 18.00, allegri come bimbi.
Il buon Giorgio, forte dei suoi 11 anni in meno, ammette comunque di "sentire dolore" alle gambe... Lo guardo e mi metto a ridere... Lui almeno le gambe le sente... Io, ormai stavo per vedere la Madonna (si fa per dire)...
Per quanto mi riguarda, era un mese che praticamente non mi muovevo, lui più o meno (a parte qualche arrampicata).
Ci salutiamo, pensando che, in fin dei conti, per stavolta la pagnotta ce l'eravamo guadagnata... Una sana ravanata di cresta, bella lunga, sia come dislivello che come "chilometraggio", in poche ore e semrpe col sorriso, grazie ai panorami ed alle visuali che offrono questi paracarri calcarei e dolomitici...
Con buona pace di chi considera queste montagnole alte poco più di mille metri un ripiego... Altro che ripiego, queste sono un condensato... E gustoso!
Sul mio fotoalbum potrete trovare qualche foto (fanno schifo, ma accontentatevi).
Buone Montagne
...Se tuti i bechi gavesse un lampion... Gesummaria che iluminasiòn!
Canto popolare veneto