Quoto sia il Bruno che Sergio...
Qualche anno fa, parlavo di questo argomento con il mio amico Renato Cresta.
Renato, classe 1936, è un ex capitano degli alpini paracadutisti (comandante della brigata Taurinense), considerato uno dei massimi esperti a livello europeo in nivologia, uso dell'esplosivo in montagna e pericoli della montagna in generale, ha tra le sue opere letterarie due degli ultimi libri sulla Val Grande, quella in provincia di Verbania, un luogo non di certo con vette particolarmente alte, ma dove le probabilità di perdersi (e non essere più ritrovato) o di farsi male sono particolarmente consistenti.
Io non ho una grande esperienza di alta quota, ma mi sono fatto le ossa in Val Grande, e spesso qualche giro l'ho fatto anche da solo, da lì la domanda a Renato.
La risposta è stata che se per esempio quando vai in compagnia devi pensare 3 volte prima di fare un passaggio delicato, sullo stesso passaggio se sei da solo ci devi pensare 10 volte, e saper rinunciare se è il caso!
Dice bene il Bruno quando cita i cellulari come sicurezza psicologica, sicurezza che però... viene a mancare quando non ce l'hai!!! (o non prende)
Anni fa andavamo in giro tutti senza cellulari, e non solo, più torniamo indietro nel tempo e più troviamo persone, uomini e donne, che anche da soli percorrevano molti di quei sentieri che oggi percorriamo noi per diletto, ma contando solo su loro stessi, sulle loro capacità di valutazioni di se stessi e dell'ambiente montano, e non di certo con le attrezzature e i materiali che abbiamo oggi!
Quando si vede un documentario sugli animali, si nota come stiano ben attenti a non farsi male, anche una frattura ad un arto potrebbe voler dire la morte per loro. Noi oggi ci siamo abituati che ben dificilmente una frattura può mettere a rischio la nostra vita, beh, in quei contesti dobbiamo iniziare a considerare le cose come quegli animali!
Poi i consigli dati da Ghizlo sono più che ottimi, li riprendo con qualche aggiunta:
- lasciare detto a casa dove si va e a che ora si dovrebbe tornare.
- io spesso passo in bar o agriturismi, dove c'è gente che conosce la zona, a bermi un caffè, dico dove vado e che quando torno mi fermo a fare un aperitivo.
- cercare di non variare il percorso se non per motivi più che validi.
- vestirsi con abiti di colori ben visibili (assolutamente non mimetici!).
- il meteo deve essere più che ottimo.
- avere delle buone nozioni di orientamento, una bussola con la cartina della zona, se si sanno usare questi strumenti sono una buona garanzia, in più verificare alle svolte significative o incroci di più sentieri dove si va e memorizzarlo bene.
Io ho un'orologio con bussola, l'uso più consistente è proprio in queste situazioni, mi giro indietro e memorizzo la direzione dove dovrei andare se tornassi indietro.
Spesso girarsi indietro per vedere questi crovevia da una posizione di ritorno anche per memorizzare visivamente l'ambiente e il paesaggio, spesso sembra irriconoscibile rispetto al senso di marcia che si sta percorrendo!
Osservare dei punti di riferimento, lontani, ma anche vicini (una roccia particolare, una struttura artificiale, una macchia particolare), piuttosto fermarsi a fare un ometto se non c'è già.
Questi accorgimenti sono particolarmente utili se si fa notte e/o scende una forte nebbia e si deve percorrere lo stesso sentiero per il ritorno o si è costretti a tornare indietro.
- curare l'abbigliamento, prevedendo anche cambi non previsti del meteo.
- se si perde il sentiero tornare sempre sui propri passi sino ad un punto dove si capisce dove si è, anche se questo richiede molto tempo, mai procedere pensando di riprendere la via in un'altro punto.
- curare l'alimentazione e soprattutto non farsi mai mancare l'acqua (magari con sali e zuccheri).
- da portare sempre con se: un binocolino, una bussola (già detto), un fischietto da arbitro (costano pochi euro e fanno un suono impressionante!), una lampada frontale a led con le pile ben cariche (pesano poco e sono più che ottime), uno specchietto (io ho una bussola nel quale è già incluso), un telo termico di alluminio (pesano pochissimo e tengono pochissimo spazio), qualcosa di impermeabile (un poncho, un k-way o altro, in base anche alla stagione), un piccolo kit di pronto soccorso (una delle cose più importanti da includere è una fascia elastica), qualche barretta extra oltre al cibo che si porterà, non farsi mai mancare l'acqua, infine non scordarsi mai un buon coltello, da sempre strumento principe dell'uomo nelle più disparate situazioni!
Infine, se proprio si vuole utilizzare il maledetto telefonino (

), tenerlo a portata di mano (occhio a non perderlo!!!), verificare se prende di tanto in tanto, specialmente quando si passa in punti da cui si vede qualche paese.
Questo fa sì che in caso di bisogno si debba tornare a quel punto senza tornare indietro del tutto.
Occhio però che a volte anche se sembra di avere una buona copertura in realtà non è così in montagna!
Se prende poco utilizzare gli sms anzichè cercare di chiamare in continuazione, è un miglior metodo di comunicazione con poca copertura.
Adesso vado a dormire...
