Pizzocco

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Pizzocco

Messaggioda Falco5x » sab mag 10, 2008 14:44 pm

Il Pizzocco (m.2186) è la montagna dei Feltrini. Visto da sud, dalla Valbelluna, appare come un grosso canino che spunta isolato dalla verde gengiva della prima bastionata montuosa, mentre alpinisticamente parlando il versante più interessante è la sua famosa parete est, 800 metri lisci e verticali.
Per salire il Pizzocco occorre andare a San Gregorio nelle Alpi, e da qui raggiungere la frazione di Roncoi dove si lascia l'auto a quota m.747.

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Rustico in frazione Roncoi

Lungo la salita verso il Pizzocco un interessante punto di sosta intermedio è il bivacco Palia (m.1577) affacciato alla Valbelluna. Nei pressi di questo, però, la vista migliore si gode dal monte Piz (m.1608), un belvedere più che una cima, attrezzato con la sua brava croce in ferro. Da questo punto una ripida cresta erbosa scende fino al Rifugio Casera Ere (m.1297), bel luogo di ristoro in amena e panoramica posizione, meta di pantagruelici appuntamenti domenicali.
In questa stagione io sono sempre alla ricerca di mete che mi possano aiutare a recuperare la forma fisica in vista dell'estate, per cui le mie attenzioni si rivolgono spesso a questa prima fascia alpina sulla quale la neve si scioglie in anticipo grazie all'alito caldo che sale da sud. E visto dalla Valbelluna, ieri il Pizzocco appariva proprio bello pulito e incoraggiante.
Nell'ossessione di raggiungere un grado di allenamento accettabile, nella prima ora di escursione (o comunque fino alla prima meta significativa) sono solito salire a una velocità che non potrei sostenere ulteriormente. E poi valuto: se dopo pochi minuti di riposo non mi sento pronto a ripartire significa che la mia forma è ancora carente e allora sono anche capace di rinunciare a proseguire. Se invece questo non accade, dopo dieci muinuti di sosta riparto e completo il programma.
Arrivato così di slancio al biv. Palia, notai che il tempo che ci avevo messo era identico a quello di due anni fa. Ottimo, dunque; mantenermi è già per me un grande risultato. Lungo la salita quasi nessuno, solo un gruppetto di 5 ragazzi francesi di Grenoble (questo però l'ho saputo dopo).

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Il bivacco Palia

Dopo breve sosta al bivacco ripartii stavolta prendendo un ritmo decisamente meno indiavolato.

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Verso il Pizzocco

Notai con piacere che la neve era poca, solo qualche piccola chiazza all'ombra, ma...
Lo sapevo bene che c'è un punto speciale in questa salita, l'unico esposto: si tratta di una breve cengia stretta da passare con una certa attenzione, d'estate niente di speciale. Però la neve, sapendo che io non nutro per lei sentimenti benevoli, stavolta aveva deciso di tendermi proprio lì la sua trappola: una bella colata di roba fonda, bagnata, inconsistente rendeva invisibile tutta la cengia. I bastoncini affondavano senza sforzo fino all'impugnatura, pareva di immergerli nella panna montata.

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L'inizio della cengia

Sono stato tentato di rinunciare, ma poi applicando la filosofia della calma e mettendo un piede dopo l'altro mi sono battuto una bella traccia, passando e ripassando, stando attento a consolidare bene quello che pestavo per non avere brutte sorprese. È stato un lavoro di precisione, alla fine ci sarebbe passato senza problemi anche Annibale con tutti gli elefanti. Ci ho messo un'infinità di tempo per quel brevissimo tratto, forse anche una mezz'ora, poi arrivato dall'altra parte mi sono seduto a riposare. Quand'ecco spuntare inaspettatamente i francesi, i quali dopo una prima perplessa occhiata a quel traverso poco invitante, sfruttando la "mia" traccia mi raggiunsero in pochi minuti, ringraziandomi pure per il servizio.
Da lì, superata la forcella tra il Pizzocchetto e il Pizzocco, ci sono altri 200 metri per la cima, anch'essa dotata della sua brava croce in ferro. Ma si tratta piuttosto di una cima convenzionale. Per raggiungere la cima vera si deve percorrere una cresta che d'estate non presenta problemi ma che ieri appariva sormontata dalla solita brutta neve bagnata e inconsistente. Decisi così di contentarmi e di fermarmi alla croce.

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La cima vera del Pizzocco

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La cresta innevata

Intanto i francesi, che mi avevano raggiunto in vetta, mi confessarono che se non fosse stato per la mia traccia sarebbero tornati indietro.

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I francesi in cima

A quel punto tentai di farmi pagare, senza però riuscirci. I francesi anzi rilanciarono, proponendomi (per scherzo, s'intende) di fare per loro un'altra traccia lungo tutta la cresta, e meritandosi così da parte mia il gesto dell'ombrello (che non so quanto sia internazionale, ma che dettero l'impressione di comprendere bene).
Il tempo si incupiva e così, salutati i giovani, scesi veloce fermandomi appena un momento presso la cima del monte Piz, e scendendo poi per la verde cresta, lungo una traccia non segnata, fino al Rifugio Ere, in questa stagione chiuso al di fuori dei fine settimana.

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La croce del monte Piz

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La cresta che scende dal monte Piz al Rifugio Casera Ere

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Il Rifugio Casera Ere

Dopo un'altra mezz'ora di discesa ero alla macchina, giusto in tempo per evitare un diluvio che, immagino, avrà invece colto quei francesi profittatori di tracce altrui in un punto imprecisato privo di riparo: in fondo c'è giustizia, a questo mondo. :twisted:
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Messaggioda kala » dom mag 11, 2008 10:36 am

Ebbravo il nostro Falco, gran bella uscita! :D

In posti, poi - mi vergogno un po' a dirlo - che non conosco affatto. :oops:
Ma vedremo di rimediare :mrgreen:

(PS belle foto, ma quella della cengia proprio non la capisco: mi sfuggono prospettiva e proporzioni)

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Messaggioda AlbertAgort » dom mag 11, 2008 10:54 am

kala ha scritto:(PS belle foto, ma quella della cengia proprio non la capisco: mi sfuggono prospettiva e proporzioni)


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quello è il sentierino della cengia
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Messaggioda Falco5x » dom mag 11, 2008 14:07 pm

AlbertAgort ha scritto:
kala ha scritto:(PS belle foto, ma quella della cengia proprio non la capisco: mi sfuggono prospettiva e proporzioni)


Immagine

quello è il sentierino della cengia

Eccola, grazie Albert.
In effetti vista così la cengia è davvero una boiata, ma sotto il metro di neve schifosa di venerdì bisognava proprio sapere che c'era per fidarsi a tentare una traccia. E io ero molto più impegnato a pensare come passare che a fotografare... per cui mi scuso per la cattiva angolazione (la mia foto è presa dall'alto a scendere, metre quella di Albert è dal basso a salire, cioè nel verso di percorrenza del ritorno).
:wink:
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Messaggioda scheggia » dom mag 11, 2008 14:11 pm

qualcuno non resisteva più a starsene a casa ... :lol:

brau falchett!!!
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Messaggioda kala » dom mag 11, 2008 19:11 pm

scheggia ha scritto:qualcuno non resisteva più a starsene a casa ... :lol:

brau falchett!!!


Sì, ma la deve comunque sempre menare: che c'è ancora troppa neve, che la cengia era scomparsa sotto metri di roba bianca, e che schifo che a quote più alte è ancora tutto coperto e bla bla bla... :evil: :evil:

Intanto però cammina... :roll:



:mrgreen:

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Messaggioda Davide.DB » lun mag 12, 2008 10:41 am

Aggiungerei che la foto di AlbertAgort non rende proprio appieno, anzi vista cosi la cengia sembra bella larga ma nel punto + "particolare" senza la neve ci si sta con un piede davanti all'altro..

Pensonalmente da pusillanime quale sono, con la neve molle non mi fiderei a farla almeno senza una traccia gia fatta..

Quindi bravo.. io lo guardo ogni giorno sperando che la neve sparisca..
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Bravo

Messaggioda manuelbalcon » lun mag 12, 2008 11:33 am

Finalmente qualcuno che parla anche di dolomiti meridionali. Belle foto.
Venerdì sono andato sul Peron da chiesetta san giorgio per le creste e neve non ce n'era.
Come al solito occhio alle zecche. Sia alla chiesetta di s.mauro una settimana fa che venerdi sul peron ne ho uccise una moltitudine.
Buone passeggiate a tutti sulle bellissime cime della valbelluna.
Ciao
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Messaggioda Davide.DB » lun mag 12, 2008 12:09 pm

Quesito.. ma la foto intitolata "La cima vera del Pizzoco", ritrae la cima dopo la cengia, dove c'è il palo di ferro dell'IGM??

Ma la cima è quella??

Xke da quella li se ne vede un altra appena dopo che a occhio sembrerebbe un pelo più alta.. Xo non nermbra proprio facile arrivarci, anche senza neve..
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Messaggioda scheggia » lun mag 12, 2008 12:24 pm

kala ha scritto:
scheggia ha scritto:qualcuno non resisteva più a starsene a casa ... :lol:

brau falchett!!!


Sì, ma la deve comunque sempre menare: che c'è ancora troppa neve, che la cengia era scomparsa sotto metri di roba bianca, e che schifo che a quote più alte è ancora tutto coperto e bla bla bla... :evil: :evil:

Intanto però cammina... :roll:



:mrgreen:


e ma dobbiamo essere comprensivi con lui ... sai ha una certa età ... la neve lo raffredda e poi gli fanno male le articolazioni :lol:
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Messaggioda AlbertAgort » lun mag 12, 2008 12:58 pm

Davide.DB ha scritto:
Xke da quella li se ne vede un altra appena dopo che a occhio sembrerebbe un pelo più alta.. Xo non nermbra proprio facile arrivarci, anche senza neve..


non è del tutto facile ma nemmeno difficile. con attenzione ci si arriva senza problemi. è un pò esposta ma basta non correre. Dopo dipende dalla tua preparazione
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Messaggioda Falco5x » lun mag 12, 2008 17:22 pm

Davide.DB ha scritto:Quesito.. ma la foto intitolata "La cima vera del Pizzoco", ritrae la cima dopo la cengia, dove c'è il palo di ferro dell'IGM??

Ma la cima è quella??

Xke da quella li se ne vede un altra appena dopo che a occhio sembrerebbe un pelo più alta.. Xo non nermbra proprio facile arrivarci, anche senza neve..

Quando ci sono andato due anni fa senza neve, sono arrivato fino alla cima che nella foto compare con la didascalia "la cima vera del Pizzocco", che è un po' più alta di quella con la croce a cui mi sono fermato venerdì.
Da quanto ricordo, per raggiungerla si cammina prima sulla cresta (mi pare che non serve neanche usare le mani), poi si arrampica in discesa lungo un camino facile, saranno forse 10 metri, poi si arriva alla calotta della cima "vera" che si risale per una ventina di metri.
La gente che non si fermava alla croce, al massimo arrivava fin lì.
C'era un'altra cima più avanti, ma se fosse ancora un pelo più alta non ne sono sicuro. Mi ricordo però che non pareva tanto invitante... e siccome non ci andava nessuno non mi è neanche venuto in mente di provarci.
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Messaggioda AlbertAgort » lun mag 12, 2008 18:36 pm

Falco5x ha scritto:e siccome non ci andava nessuno non mi è neanche venuto in mente di provarci.


per dirti io ero andato sulla cima più in la. dopo si vedeva che il resto era più basso. le difficoltà erano quelle che hai detto tu
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Messaggioda manuelbalcon » dom giu 01, 2008 19:12 pm

non è che i francesi sono gli stessi che hanno tirato giù lunedi dallo schiara?

Dal Gazzettino

Quattro turisti francesi, stremati dalla stanchezza e alle prese con la neve, hanno trascorso la notte sulla ferrata "Zacchi"
Comitiva "prigioniera" della Schiara
La chiamata di soccorso, dopo aver fatto il giro di mezza Italia, è giunta al Suem 118

Quattro turisti francesi e una richiesta di soccorso che ha fatto il giro di mezza Italia. Partita dalla Francia lunedì sera, è stata prontamente girata dalla Questura di Belluno al Suem 118 di Pieve di Cadore, che a sua volta l'ha passata al Soccorso Alpino di Belluno. Al centro dell'emergenza una comitiva francese, tre maschi e una donna (L.L. 37 anni, J.L., della stessa età., F.V., 35 anni, e C.Q., 31 anni). Una gran brutta avventura, la loro. Volevano andare alla scoperta delle montagne del circondario bellunese e si sono ritrovati nei guai. Nel corso del pomeriggio avevano lasciato il proprio mezzo alle case Bortot, raggiungendo il rifugio 7. Alpini, a quota 1502 metri. A quel punto il gruppo aveva deciso di affrontare la ferrata "Zacchi", un percorso non facile, complesso dal punto di vista tecnico, specie per la presenza di accumuli di neve nei canaloni. Delle difficoltà insite nell'impresa si erano presto resi conto gli escursionisti stranieri i quali, giunti circa ai 4/5 della ferrata, hanno dovuto fare i conti con la sopravvenuta stanchezza e l'innevamento. Incapaci di proseguire alla volta del Bivacco "Dalla Bernardina", situato a 2.320 metri, non è rimasto loro che trascorrere la notte in parete, appesi al cavo metallico della ferrata. In cerca di iauto, hanno chiamato la Francia e da lì il messaggio è rimbalzato a Roma e quindi a Belluno. Nella comunicazione gli alpinisti dicevano di essere in buone condizioni, ma si dicevano infreddoliti e stremati. In quel frangente solo il Soccorso Alpino poteva recuperarli e riportali a valle. Ad attivarsi, nel cuore della notte, è stata la stazione di Belluno, mentre veniva preallertato l'elicottero del soccorso Alpino. La salvezza per i francesi è giunta ieri mattina attorno alle 4. Nel tentativo di raggiungerli si era già messa in cammino nottetempo una squadra del soccorso alpino, pur tra le difficoltà create dalla neve presente sul versante nord della Schiara. Intanto si decideva di effettuare un tentativo con l'elicottero che si cimentava in un'operazione non facile anche per le precarie condizioni di visibilità. L'intervento, iniziato alle 5.30 e concluso alle 6.45, consentiva il salvataggio dei quattro con altrettanti verricelli da 15 metri. Non era finita. L'elicottero ripartiva per recuperare le squadre di soccorso. Freddo e stanchezza a parte, la comitiva è uscita illesa dalla disavventura.
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Messaggioda Falco5x » lun giu 02, 2008 10:02 am

manuelbalcon ha scritto:non è che i francesi sono gli stessi che hanno tirato giù lunedi dallo schiara?

Penso di no, primo perché sono passati già 20 giorni dal Pizzocco (penso che quelli saranno già tornati a casa ormai), secondo perché quelli del Pizzocco mi parevano più giovani, avrei detto tutti sotto i 30.
Mi turbano invece le condizioni di neve della Zacchi, porca miseria.
Purtroppo la stagione escursionistica buona non è ancora cominciata, è davvero troppo corta per i miei gusti, 3-4 mesi soltanto in media :cry: :cry: :cry:
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