Era una giornata di metà maggio (13 maggio 2011), molto fresca, ricca di colori di una natura nascente che salutava una neve che via via lasciava spazio solo al verde e alla vita. Unico timore che avevo erano i temporali, davvero minacciosi in quel periodo dell?anno. Le previsioni portavano una giornata bellissima di primavera con temperature gradevoli. Mi partì, dunque, da Cosenza, con la speranza di raggiungere una vetta che tanto desideravo di fare. In poco più di un?ora di macchina arrivai a Colle Impiso (sui 1500 metri), che è il passo tra il Timpone di Mezzo e Serra del Prete, punto di partenza di numerosi percorsi escursionistici. Colle Impiso significa passo dell?Impiccato, per ricordare il brutto periodo del brigantaggio.
Dal Colle Impiso presi il sentiero che sale a destra della strada asfaltata e, tra un fitto bosco di faggi, raggiunsi il Piano Vaccquarro, dove in tutta la sua imponenza appare la cima di Monte Pollino (2248 m), ancora parzialmente innevata.

Bosco di faggi tra il Colle Impiso e il Piano Vaccquarro

Lungo il sentiero che collega il Colle Impiso e il piano Vaccquarro

Il Monte Pollino da Piano Vaccquarro

Il Monte Pollino dal Piano Vaccquarro
Sempre attraverso il bosco mi recai a Colle Gaudolino, un pianoro erboso tra la Serra del Prete e Monte Pollino. Da qui, in circa 30 minuti, raggiunsi la cresca sud-ovest del Pollino e, in un?ora da quest?ultimo punto, fra bellissimi panorami e pini loricati, alla Sella Dolcedorme.

Lungo il sentiero tra il piano Vaccquarro e il Colle Gaudolino

Attorno a Colle Gaudolino


Faggi a Colle Gaudolino

Vallone Gaudolino

Attorno alla cresta di sud-ovest del Pollino

Attorno alla cresta di sud-ovest del Pollino

Un secolare pino loricato

Pini loricati

Valle del Coscile e Monti del Pellegrino-Orsomarso

Morano Calabro

Pendici meridionali del Pollino

Il Dolcedorme

Dolcedorme
Da questo punto, siamo a circa 2000 metri, iniziò la salita più dura, resa ancora più difficile dalla presenza di una neve scivolosa che più di una volta mi fece quasi cadere. Il panorama è superbo da tutte le direzioni. Impressionante il versante sud, che si getta ripido per quasi 2000 metri. Alla fine eccomi in cima, avvolta, in alcuni punti, da circa 1 metro di neve.

Cresta est del Pollino


Il ripido versante meridionale del Dolcedorme

Verso la vetta

Versante sud del Dolcedorme

La cresta ovest del Dolcedorme

Dolcedorme

Verso la vetta

Dalla vetta

A firmare il libro di vetta

Dalla vetta

Dalla vetta
Ma ecco improvvissamente il tempo peggiorare. Mi affrettai per ritornare a valle. Decisi di fare una via diversa: dalla Sella Dolcedorme presi il sentiero che scende verso il Piano Toscano, dunque la mulattiera che permette di aggirare il Monte Pollino da nord (quello dal Colle Gaudolino da sud). Credevo di fare la cosa più giusta, in quanto immaginavo che fosse la via più facile. Ma invece è stato il contrario di quello che pensavo. Essendo un versante rivolto a nord ho trovato muri di neve ad attendermi. Non credevo che alla metà di maggio ci fossero più di due metri di coltre bianca anche al di sotto dei 2000 metri. Intanto guardavo il cielo e mi preoccupavo che iniziasse a lampeggiare. Ma alla fine eccomi alla macchina, bagnato a causa della pioggia, dopo circa 9 ore e mezza di escursione.

Attorno alla Sella Dolcedorme

Versante nord della Sella Dolcedorme (metri di neve)

Il bosco sotto la Sella Dolcedorne

Piano Toscano (pioggia forte)

L'imponente e nevoso versante nord del Dolcedorme (qui si trovano tracce di neve anche in piena estate)

Monte Pollino

Bosco di Chiaromonte

