Ripiglio questo topic perchè da un anno mi è rimasto un rospo di traverso a causa di questa escursione.
L'anno scorso mi lamentai di non essere riuscito a scendere sotto le 2 ore di salita, ci avevo messo 2 ore e 5 minuti, per la precisione, per salire questi 1150 metri.
Sì, va bene che era la quasi prima gita della stagione, però io certe cose me le lego al dito.
Mi era dunque rimasto un conto aperto, e oggi finalmente l'ho chiuso: stavolta come quasi prima gita ci ho messo 1 ora e 40 minuti. E senza nemmeno troppo schiattare per la fatica. Tiè!
Merito senz'altro della palestra che ho frequentato tutto l'inverno con l'intento di non perdere troppo in allenamento e di mantenermi in forma. Mi pare proprio di esserci riuscito, e la mia soddisfazione è tangibile. Una bella rivicita del sessantenne di oggi contro il cinquantanovenne dello scorso anno.
L'abitato di Sònego a quota 425, punto di partenza
La giornata non è stata male, non proprio bellissima ma almeno la mattina il tempo ha retto.
Dal rifugio un panorama pieno d'aria azzurrina; in basso Vittorio Veneto
Non ho purtroppo incontrato la cerva dell'anno scorso (segretamente un po' ci speravo), in cambio però ho incontrato qualche tipico escursionista perfettamente equipaggiato
Escursionista impeccabile presso la vetta del Pizzoc
Mi sono fermato un po' in cima. Poi però una malefica nuvola grigia è scesa a rivestirmi di nebbia rendendo il clima un tantino disagevole, così ho deciso di scendere chiudendo il consueto anello.
Giunto quasi alla fine del sentiero ecco il sacello dedicato a sant'Antonio, sul quale però ho notato stavolta una singolare targa che non avevo mai notato prima.
Sacello dedicato a sant'Antonio
La targa misteriosa
Ora io vorrei qui anche il vostro parere.
Analizzando la sintassi, poiché quel "dà" accentato non pare proprio rappresentare la nota preposizione bensì piuttosto una voce verbale, come devo interpretare la cosa?
L'interpretazione più gaudiosa che mi viene in mente è che si tratti di una invocazione rivolta all'indulgente santo affinché procuri all'escursionista, dopo le fatiche dell'ascesa e della discesa, il meritato svago consistente in veniali carnalità femminili (su questo tema il "bùso" rappresenta appunto una delle più note sinèddochi che si conoscano).
Se questa sia l'interpretazione corretta non lo so, ad ogni modo mi sono ben guardato di rivolgere anch'io al santo la suddetta invocazione, sia perché già dispongo di quanto m'abbisogna sul tema sia perché la mia signora non avrebbe gradito intrusioni di "bùsi foresti" (so bene che lei legge saltuariamente le cazzate che scrivo in questo forum).
Chiudendo dunque questa indegna digressione sintattica, mi dichiaro pago della mezza giornata trascorsa e rinvio all'anno prossimo per ulteriori considerazioni e sviluppi.
Chuck Norris ha contato fino a infinito. Due volte.