Anche stavolta, come sempre quando vado in escursione, mi sveglio alle 5 (per me andare in gita significa svegliarsi come ti insegnavano una volta). Mi aspetta oltre 1 ora di viaggio, e alla fine eccomi a Badia ? San Leonardo. Non ho però considerato che una gita da veri signori inizia non prima delle 9, e mi conferma ciò anche la seggiovia che, appunto, si mette in moto solo alle 8.30. Aspetto. Poi mi metto in coda, e dopo una lentissima, penosa, interminabile salita eccomi alla chiesetta prospiciente lo storico Ospizio dla Crusc. Dalle finestre socchiuse del piano superiore di questo filtra una musica d?archi.

La Chiesetta e il Rifugio ex Ospizio dla Crusc con il Sass ancora in ombra

Lo scenario dalla Chesetta
Alla chiesetta c?è messa, e una curiosa piccola folla di personaggi rurali che sembrano usciti da una foto d?epoca si assiepa per assistervi. E? davvero cosa assai singolare che la devozione e le pratiche a essa connesse siano ancora così vive e sentite da queste parti.

Alla Chiesetta c?è messa
All?ingresso della chiesa un cartello diffida dall?entrare con abiti discinti, tra i quali vengono esplicitamente contemplati, per gli uomini, i calzoncini corti. Pare scritto apposta per me, insomma, per tenermi fuori. E se sapessero, gli ignari scriventi, quali oscene, vogliose immondizie nascondono questi calzoncini, sono sicuro che mi praticherebbero un esorcismo d?emergenza proprio lì sul prato. Scatto solo qualche foto attraverso una grata e mi allontano in fretta.
Mi incammino per il sentiero n° 7, quello che taglia tutta la grande parete e sale allo Ju dla Santa Crusc (Forcella di S. Croce, q. 2612 m). A dire il vero questo sentiero non è affatto banale, non tanto per le corde d?acciaio che ogni tanto ci sono, ma soprattutto per quelle che non ci sono. Non è certo roba che mi impensierisce, però considerando che ogni giorno ci salgono cani e forci? Vabbè, sarà compito della santa croce proteggerli.

Lungo la salita per il sentiero n° 7
Dal passo si apre lo scenario del bellissimo acrocoro retrostante. Sul lato della nostra catena, le cime notevoli sono due: il Piz dl Ciaval m. 2.907, la cima centrale, la più bella vista da valle; e la cima maggiore, il Sasso delle Dieci, alto m. 3.026.

I primi risalti sommitali visti dallo Ju dla Santa Crusc

Dal bordo dell?acrocoro gli impressionanti pilastri ancora in ombra della parete occidentale
Visto che è una gita da gran signori, decido di farmeli entrambi, e così accade: prima domo il Cavallo che mi s?inchina subito, e dopo altro breve cammino anche il maggior Sasso è vinto.

La vetta del Ciaval
Particolare curioso: sono in cima al Ciaval alle 11 e non c?è nessuno. E mi trovo in uno dei posti più famosi dell?Alto Adige, in agosto. Una favola.

L?unico altro turista in vetta al Ciaval

Dopo il Ciaval lungo il prosieguo del percorso; in fondo ecco il Sasso delle Dieci

Il Sasso delle Dieci attrezzato con funi d?acciaio

In vetta al Sasso delle Dieci

Uno sguardo a ritroso verso la vetta del Ciaval

Gli impressionanti lastroni del successivo Sasso delle Nove

Ecco finalmente i primi turisti
I primi turisti arrivano poi alla spicciolata, con calma, proprio quando io, finito di pranzare, mi sto togliendo i calzini in completo relax in cima al Sasso delle Dieci. Uno spettacolo che non si potevano certo perdere, evidentemente.

Due vogliose tedeschine sbirciano di sottecchi i miei focosi piedi latini
Alle 13 comincio a scendere e alle 15.10 sono di nuovo alla chiesetta; non senza aver nuovamente notato come il sentiero n° 7 non sia affatto da sottovalutare, soprattutto quando percorso in discesa.
E alle 17 sono davanti a uno dei gelati migliori del mondo, a farmene 4 palle; ma il posto non sta in Alto Adige, e dove si trovi non lo confesserò mai a nessuno, neanche sotto tortura.