Venerdi', ancora una volta in zona Lac d' Emosson. Partenza prestissima, mettevamo gli sci poco dopo le sei. La neve era venuta meno rispetto ad una settima fa, ma nonostante il caldo in fondo alla valle (a Martigny da mercoledi' qualcosina di + 30° e diveniva piu' afoso di giorno in giorno) ne era ancora abbastanza. Salita rapida da la barrage dell' Emosson (1.920) sul Col de la Terrasse (2.650) piccola discesa e risalita sulla Pointe de la Terrasse.
La neve, tutto versante nord, era trasformatissima, in parte vecchie valanghe, ma sciabile e, per la calura accettabile. Le Cheval Blanc, che una settimana fa ancora era fattibile, oramai in cima era nudo e anche sui versanti sommitali si trovavano solo dei fazzoletti di neve.
Sabato invece, zona Gran San Bernardo (ma Kiki! Perche' non sei venuto? Ok, ancora una volta si faceva prestissimo, al colle siamo verso le sei di mattino. Orari alla Rusca, direi

E' una piccola sci alpinistica (tutto sommato un poco piu' di 600m di dislivello, noi ne abbiamo aggiunto ancora un centinaio per una risalita) su di un monte (2.900) che da una bellissima vista sul versante italiano del Monte Bianco e di tutta la catena alta che divide la Francia e il Vallese nonche' nella direzione opposta sul Mont Velan e il Grand Combin.
La discesa nel vallone largo e ancora ben innevato (esposizione sud, sudest), modestamente ripido, i tratti piu' ripidi forse 35°, era tutta una goduria. La neve di base era ancora compatta e non si sprofondeva, ma sopra c'era, dal sole presto, uno strato di ca. 10cm di una neve tipo ghiacciolo che si squaglia, come spesso tipico per la primavera. Si solcava a meraviglia e si facevano delle bellissimo tracce nei pendii ancora non tracciati (o meglio in cui non c' erano piu' tracce causa la neve trasformata). A meta discesa piccola risalita di mezz' oretta per raggiungere un couloir accanto (Combe des Belges) e altri 300m di bellissima discesa.
Risalita sulla strada del Gran San Bernardo per un km dal versante italiano all' ospizio e alle 9:30 il tutto era finito con una bellissima panache li' all' ospizio (che per me, che non lo conoscevo era molto impressionante perche' sempre ancora e' un vero ospizio non come, ad esempio, quello del Gottardo che praticamente e' un chiosco con servizi alberghieri aggiunti).
Concludo cosi' 'sta stagione all' insegna della scoperta di una zona alpina a me quasi completamente conosciuta e con 61 giorni sugli sci di cui comunque una dozzina di sci alpinistiche.
Piccola nota per gli amici della piega: I miei nuovi scarponi di cuoio (con gambale di plastica pero') in queste ultime escursioni andavano benissimo. Anche nella neva pesante e addirittura sul ripido duro davano sufficientemente controllo e presa.
Certo, in pista e sul ghiaccio vivo preferirei altri, e anche il peso dello scarpone non e' inferiore a quello del T1, ma come piega, il cuoio e' imparagonabile a tutti gli altri materiali. E hanno ancora un altro vantaggio notevole e cioe', siccome il cuoio piega cosi naturale, si possono costruire relativamente stretti e quindi non sporgono tanto quanto gli scarponi di plastica da telemark col loro soffietto (questo e' importanta specie per la gamba interna, piegata).
Ok, that was it, e mo alla prossima,
Uli