Da molti anni puntavo a questa gita, che va in condizione una quindicina di giorni a stagione, sempre che ci vada! Era buona adesso, e approfittiamo della splendida giornata di sabato per questa fantastica sci alpinistica.
La partenza è molto mattiniera, perché lo zero termico è assai alto e l?esposizione prevalente a sud. Con Beppe ed Alex, ci troviamo alle 5 ed alle 6 partiamo, alla luce della frontale, dalle Case Giordano 1488 m, val Grande di Lanzo. Prendiamo il sentiero nel bosco, un po? fastidioso da fare con gli sci nello zaino, nel mentre schiarisce. Arriviamo così sulla strada per il Gias Nuovo Fontane, autentico percorso-balcone sulla Val Grande, a quota 1650 m. Camminiamo ancora 5 minuti e calziamo gli sci all?Alpe Le Moie 1703 m, dopo circa 40? di portage.
Ci incamminiamo quindi lungo la strada, lasciando a dx il vallone dell?Alpetto, da percorrere per il Corno Bianco, altra gitona primaverile che sogno da tempo. E? bello salire in questo ambiente innevato, pochissimo frequentato, infatti non c?è nessuno oltre a noi tre e qualche camoscio che ci osserva incuriosito.
Poco dopo il Gias dei Signori 1902 m, abbandoniamo l?interpoderale, e saliamo direttamente per i pendii stupendamente innevati, di un valloncello chiuso a sinistra da belle e dirupate pareti rocciose. Raggiungiamo così i ripiani sotto il Gias Giom, e piegando a sinistra, ci dirigiamo verso il Colle Giom 2218 m. Mettiamo i coltelli e risaliamo il pendio a tratti assai ripido e di neve dura, per toccare il colle e quindi la dorsale. E? un po? spelacchiata sul versante ovest (maledetto vento), e quindi siamo obbligati a salire appoggiando sul lato est.
Il pendio è ripido e la posizione in traverso mi fa tirare la gamba sinistra.. di tanto in tanto mi ?invento? qualche inversione, giusto per far riposare il muscolo. La dorsale si impenna, e i pendii pure. A 2450 m di quota circa, individuo un bel canale che scende diretto sul Gias Giom.. mi ispira, e in discesa, scenderemo di qua. Proseguo la salita, i pendii sono sempre a tratti belli sostenuti, e qualche inversione è da fare con attenzione, visto che la neve è dura, la pendenza sui 35° e sotto ci sono dei bei salti rocciosi, che, in caso di caduta, servirebbero per tornare al Gias Giom, direttamente e senza passare dal via.
La vetta si avvicina, l?ultimo pendio, le ultime inversioni, e siamo su, in 3h50 dalla partenza. Il panorama, come ricordavo, è stupendo sulle vicine Levanne e sulla testata della Val Grande di Lanzo, nonchè sul Gran Paradiso. E? bellissima anche la croce in ghisa, molto lavorata. Alle 10.30 cominciamo a scendere. Il pendietto iniziale nasconde qualche pietra (che puntualmente prendo..), poi viaaaa.. pendii stupendi, sostenuti, di neve superlativa. Un velluto, che permette di danzare sereni. Senza parole. Scendiamo tutto il lenzuolone di 35° per poi spostarci verso la dorsale, e scenderla fino all?imbocco del canale. Sguardo d?intesa e via!
La neve, vista l?esposizione a sud pieno è un po? più marcetta, ma sempre sciabilissima. Il canale è stupendo e divertente, 200 metri a 30/35°, sufficientemente largo, una vera perla!
Usciti dal canale, ci spostiamo a sinistra, per cercare tutte le esposizioni e le contropendenze a sud-ovest, dove la neve è indescrivibile tanto è bella, velluto puro. Scendiamo sotto il Gias Giom, spostandoci sempre più a sinistra, sotto il Gias dei Laghi, e sempre su ottima neve, facendo lo slalom tra gli arbusti e qualche pietrone, arriviamo infine sulla strada. Il divertimento è finito, dopo oltre 900 metri di sciata spettacolare. E una delle cose più belle è essere stati solo noi tre su tutta la montagna, a disegnare curve sul firn.
Da qui si spinge un po?, è solo più un trasferimento. La neve fuori dalla strada è una pappa, ma la parte sciistica che merita è già dietro di noi. Abbandono la strada per fare le ultime curvette, su neve perfetta, prima dell?Alpe Le Moie 1703 m, poi dopo qualche minuto di strada innevata, è ora di togliersi gli sci, a circa 1650 m.
Quindi, sci nello zaino, riprendiamo il sentiero, che scende nel bosco che emana calore e odore di primavera, tra i crochi e qualche violetta, e l?erba che spunta verde sotto quella secca bruciata dal gelo dell?inverno. Alla fontana delle Case Giordano metto la testa sotto la fontana, fa piuttosto caldo.
Ci cambiamo e via verso la piola di Cantoira, per mettere il sigillo ad una gita stupenda con una sciata d?antologia, dal sapore primaverile. E la cosa migliore è che è stata a due passi da casa.
Ci tenevo molto a fare questa gita, anche perchè il Barrouard fu l'ultima gita che feci con mio papà.
A dire il vero lui si fermò ai Laghi di Sagnasse, mentre io salii fino in Cima.
Al ritorno di quella gita, era il 19 ottobre 2002, scrissi sul mio quaderno di montagna:
" per un po' forse non andrò più con papà"
Non potevo sapere che non ci sarei mai più andato. Il male tornò più cattivo di prima e se lo portò via nel maggio 2003.
Sabato mi sarebbe piaciuto ci fosse stato anche lui, ancora lì al Gias dei Laghi, per vedermi scendere sciando da quella montagna.
Ma forse c'era lo stesso.
Anzi, sì, sono sicuro, c'era anche Lui, lassù insieme a me ed i miei amici, in vetta al Monte Barrouard 2865 m.
Foto?
L?alba ci coglie a 1700 m, sullo sfondo l?Uia di Bellavarda 2345 m.

Il primo sole illumina la nostra montagna

Baita sommersa

Ambiente selvaggio

Arriva il sole


Verso il Colle Giom

Arriviamo sulla dorsale, in parte spelacchiata?

Sembra di essere sospesi sul vallone

Il canale che scenderemo, visto dall?alto

Ultimi ripidi pendii

La dorsale di salita vista dai pressi della vetta

La vetta!



Particolare della croce in ghisa

Uia di Ciamarella: cresta est (obiettivo di quest?estate) e parete nord

Si parte..

Pendenza e neve ideale


Velluto bianco

Firn! Firn! Firn!




E vai, giù nel canale.


Spettacolo!


Fuori dal canale

Velluto? e sullo sfondo il Barrouard ed il canale di discesa

L?intero percorso, visto dal Gias Sagnàs, circa 1900 m

Rientro, sci a zaino e tra odori e colori della primavera

