21 giugno 2009
La stagione volge al termine? i soci cominciano a scarseggiare, rimaniamo io e Alex per questa gita d?inizio estate (oggi è il solstizio). L?aria alla partenza è tutt?altro che estiva, anzi, la pioggia caduta in pianura fino alle 3 del mattino, qua è stata neve, e già stamattina mi faceva effetto vedere le mie montagne verdi spruzzate di neve fresca. Attraversiamo la diga del Serrù, poco oltre calziamo gli sci. C?è un velo di neve già qui.
Cominciamo a salire verso il colletto delle rocce, voltandoci indietro ci sono scorci che ricordano più la Norvegia che le alpi occidentali. Il pendio si fa sempre più ripido, con una serie di inversioni, su neve fresca (che all?ombra è leggerissima) e gli ultimi 20 metri di salita a piedi, arriviamo a colletto, a circa 2700 m. C?è parecchia gente davanti, stanno tracciando sul ghiacciaio immacolato.
Ci fermiamo dieci minuti per una pausa, poi dopo un breve tratto di sentiero, possiamo rimettere gli sci. Riprendiamo quindi la salita, arrivando sul ghiacciaio del Carro. Il pendio è dapprima ripido, poi molla un po? la pendenza, ma chi ha fatto la traccia per primo era un ?criminale? (leggasi ?tutina? )? è sparata su per la massima pendenza, riesco a tenerla per un po?, poi il fiato cede, e ne prendo una più umana, con qualche zig-zag in più.
L?ambiente è sempre splendido, oggi ancora di più con questa neve fresca, il bianco acceca persino con gli occhiali da sole. Passiamo a fianco al Col d?Oin, oltre c?è la parete nord-nord-est della Grande Aiguille Rousse, parete che è un mio sogno proibito.. prima o poi? accelero un po? il passo senza accorgermene, proseguo fino ai pendii finali, che mi danno un po? da tribolare, perché la neve recente scivola via, e sotto c?è una lastra di ghiaccio dove senza coltelli bisogna affidarsi ad equilibri delicati.
Cinque metri sotto la cima decido di mollare gli sci, ci sarebbe da fare un traverso di 3 metri ma non ho voglia di scivolare, non è pericoloso, ma poi non ho voglia di risalire! Quindi mi tolgo gli sci, e aspetto Alex. Piccozza in mano, sfruttando le orme, superiamo un breve canalino di neve e roccette, uscendo sull?affollata vetta. Ci spostiamo un po? sul roccione a picco sul versante francese. Il panorama è splendido, sia sull?amata valle Orco, che verso la Francia, e osservando le serpentine sulla Levanna Occidentale, già mi pregusto la discesa.
Dopo una bella pausa, scendiamo agli sci, mettendo i ramponi per sicurezza, per quel che costa.. ci prepariamo, e nonostante la scomodità della posizione, siamo presto pronti per una discesa da ricordare.
Si va! Ovviamente, come pensavo, la neve è fantastica.. 12-13 cm di neve farinosa sul fondo duro? se pensiamo che siamo al 21 di giugno!! Tutta la parte alta del ghiacciaio è da godere come ricci, più in giù il sole ha lavorato la neve, è un pelino più pesante, ma sempre divertentissima! Scendiamo sul vallone del Carro, in qualche modo recupereremo l?auto?
Arriviamo al pendio del seracco, scendo sulla parte più ripida, la neve è lenta ma compatta, stupendi anche i pendii sotto al ghiacciaio, fino al traverso sotto il colle del Carro che facciamo senza fare mezza spinta, dopo aver sciolinato le solette degli sci.
Ci affacciamo così sugli ultimi, ripidi pendii e canali che portano alla conca dei Nivolat. Rispetto ad altri posti, a parità di quota, il manto nevoso non è neanche così irregolare, regalandoci ancora una signora discesa. La pappetta di neve recente, ormai cotta dal sole, aiuta la sciata ad essere morbida..
La situazione ?peggiora? un po? solo intorno ai 2250 m di quota, proprio sul pianoro, dove ci sono profonde rigole, da percorrere con calma, ma scegliendo le zone più lisce c?è spazio ancora per belle curve. Giunti alla fine del piano, Alex e i compagni occasionali di discesa, finiscono per infognarsi nel centro del vallone, tra i rododendri ed il torrente.. io rimasto indietro, quando vedo che alla sinistra del torrente c?è neve fin sotto, ritorno sui miei passi, e scendo sulle ultime lingue di neve compattissima e resti di valanga. Devo togliere gli sci per una decina di metri, poi li rimetto per attraversare il torrente là dove è ancora colmo di neve, raggiungendo la stradina.
E con questa, comodamente, scendiamo ancora, fino all?ultimissimo pendio dove mi concedo ancora qualche curva, quelle che potrebbero essere le ultime della stagione! Siamo a 1950 m di quota, al 21 di giugno, ancora con gli sci ai piedi. Indimenticabile!!
Sci a spalle scendiamo per il vallone del Carro verdissimo, col sole implacabile sulle nostre teste. In neanche 20 minuti a piedi, con una breve risalita, siamo sulla provinciale. Alex ferma un?auto, e mi trova un passaggio per risalire al Serrù per riprendere la mia macchina? così facciamo, ritorno giù e ci si può cambiare.
La prossima meta è il Caffè Moretti, dove al cospetto del Col Perdù possiamo rifocillarci a suon di birre e toast.
La lunga giornata terminerà all?una e trenta di notte, dopo una serata di festa nel Canavese?
Bel modo per festeggiare il solstizio d?estate, con una gran gita che non delude mai, una sciata da ricordare, che chissà, potrebbe essere anche l?ultima di una stagione iniziata oltre sette mesi fa, in questa stessa valle, senza immaginare quanto sarebbe stata lunga, e quante sciate e gite bellissime avrei fatto..
Stagione finita quindi?? Chissà?ai posteri l?ardua sentenza?



















