ho uno strano presentimento

Sci fuori pista, snowboard, scialpinismo

ho uno strano presentimento

Messaggioda rudy » mer mar 01, 2006 19:18 pm

credo che per il freeride ci saranno tempi sempre più duri, dopo quel che si legge sul gazzettino
:cry:
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Messaggioda Baldazzar » mer mar 01, 2006 19:23 pm

le mode per definizione passano, quindi pazienza... tanta pazienza e poi magari molti si daranno al curling :idea:
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Messaggioda el bocia » mer mar 01, 2006 19:41 pm

In fondo hanno ragione poverini... :lol:
Pensieri... Why?
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Messaggioda enrysno » mer mar 01, 2006 20:19 pm

però per una volta mi sembra un articolo scritto con un pelo di cognizione di causa.....

resta il fatto che anche gli esperti rischiano....e la frequenza con cui si trovano in situazioni pericolose è alta........
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Messaggioda tommyjif » mer mar 01, 2006 20:38 pm

Il problema è la criminalizzazione del furipista in quanto tale, ma il tipo non doveva essere un'aquila, e almeno fosse stato zitto...
Comunque il solo problema dovrebbe essere il pericolo creato dalle slavine che finiscono sugli impianti di risalita o sulle piste. A mio parere se uno vuole morire da solo in un canalone ed è assicurato per pagare le eventuali spese di "soccorso" dovrebbe poterlo fare.
Invece il creare una slavina è un reato (detti di "pericolo") anche qualora non possa mettere in pericolo nessuno tranne l'autore stesso o altri soggetti che siano con lui, consenzienti.
Ciao. T
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Messaggioda enrysno » mer mar 01, 2006 23:51 pm

quello che non ho capito e che non so se è vero (mea culpa...... ammetto l'ignoranza) è il fatto che lo zaino airbag abbia una segnalatore tipo boa da sub che resta in superficie.....

io sapevo dello zaino black diamond (da 500 ? :!: ) che ha i due palloni che si gonfiano e che ti permettono (se c'hai culo) di rimanere a galla in caso di valanga polverosa......e tutti mi hanno confermnato che se si molla un lastrone serve a poco.......

ma poi del rivelatore che rimane in superficie (come è stato scritto sui giornali) non ne ho mai sentito parlare..............
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Messaggioda alexzappa » gio mar 02, 2006 1:01 am

enrysno ha scritto:ma poi del rivelatore che rimane in superficie (come è stato scritto sui giornali) non ne ho mai sentito parlare..............


a me ne hanno parlato al corso CAI come di un vecchio sistema ormai in disuso
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Messaggioda antonio72 » gio mar 02, 2006 1:53 am

salve sono nuovo del forum :P ma ho letto con interesse l'articolo del gazzettino e vorrei aggiungere un semplice pensiero:
ogni persona in montagna è responsabile di se stessa,il freeride come l'alpinismo è bello perchè non è vincolato da percorsi esistenti(vedi piste superlevigate o ferrate)ciò non toglie che l'imprudenza (sia di un principiante che di una guida esperta ) debbano mettere in pericolo la vita di altre persone(soccorritori).Il soccorso alpino :lol: non andrebbe chiamato per essere tratti dai guai dovuti alla propria incapacità (o cecità)nel valutare i rischi.Mi pare uno sfogo giustificato del responsabile di Cortina. Un saluto a tutti ciao :D
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Messaggioda KAZAN1975 » gio mar 02, 2006 2:15 am

antonio72 ha scritto:salve sono nuovo del forum :P ma ho letto con interesse l'articolo del gazzettino e vorrei aggiungere un semplice pensiero:
ogni persona in montagna è responsabile di se stessa,il freeride come l'alpinismo è bello perchè non è vincolato da percorsi esistenti(vedi piste superlevigate o ferrate)ciò non toglie che l'imprudenza (sia di un principiante che di una guida esperta ) debbano mettere in pericolo la vita di altre persone(soccorritori).Il soccorso alpino :lol: non andrebbe chiamato per essere tratti dai guai dovuti alla propria incapacità (o cecità)nel valutare i rischi.Mi pare uno sfogo giustificato del responsabile di Cortina. Un saluto a tutti ciao :D

ah no?...e quando va chiamato....per la fiera della porchetta di rimini a vigilare che non cada nessuno in preda a congestione sui pietroni del molo ? :roll:
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Messaggioda Radio Holzer » gio mar 02, 2006 2:54 am

Rischiare la propria pelle è sempre lecito, anche se con limitazioni. Esempio:
Sono obbligato ad usare il casco in moto. Se sono un motociclista a cui piace rischiare, consapevolmente, lo faccio usando: un casco integrale, il migliore in commercio, la capacità tecnica e la conoscenza del mezzo e la sua messa a punto. Evitando di mettere a rischio terzi e a maggior ragione mai! un eventuale trasportato.
In fuoripista porto l'Arva, pala e sonda e valuto sempre, ma se rischio, lo faccio a mio rischio e pericolo, anzi, mai da solo, lo FACCIAMO a nostro rischio e pericolo. Ma MAI se c'è una remota ipotesi di interessare un percorso battuto come piste. E, se siamo in campo libero, cercando, per quanto è possibile, di verificare che nessun escursionista si trovi a valle di un pendio a rischio anche debole , che stiamo percorrendo. Così come controllo e mi guardo da chi ipoteticamente potrebbe venire da "monte". Ma questo dovrebbe essere la "base" sulla quale discutere, e non il punto di arrivo. Chi fa sci fuoripista o scialpinismo deve avere la stessa preparazione di base che ha per esempio chi va a vela per distanze e località diverse dalla veleggiata. Chi ha la patente nautica, poco sa delle situazioni di emergenza che si trovano in mare. Le conosce facendo esperienza. Se è irresponsabile, lo fa a suo rischio e pericolo, se è responsabile, affinando l'esperienza in condizioni "difficili" con persone di maggiore esperienza. Non è proibito partire con maltempo dall'Isola di Ponza con una mareggiata di NW per atterrare dopo 24/36 ore a Tunisi, se si ha la patente. Ma un conto è dirlo e un conto è farlo. Se lo si fa, si è responsabili delle proprie azioni. Nello sci fuoripista ci vorrebbe una "patente", forse. Ma non cambierebbe la teoria con la valutazione oggettiva del pericolo e la presa di coscienza della responsabilità dell'ipotetico pericolo che si corre. E la capacità di mantenere la concentrazione e la calma e la lucidità quando serve. Solo l'esperienza lo insegna. E, finchè sarò proibito farlo, sarà impossibile. Come sarebbe impossibile navigare a vela con brutto tempo. E navigare a vela ha senso SOLO con le perturbazioni, che portano venti consistenti che fanno viaggiare. E sciare fuoripista comprende la presa di coscienza di affrontare rischi, da contenere e che vanno conosciuti, possibilmente evitati, ma saputi fronteggiare. Una maggiore sensibilzzazione al problema e maggiore conoscenza, eviterebbe molri incidenti e soprattutto metterebbe le persone in condizione di essere pronte e preparate a valutare e se necessario, fronteggiare.
Penso questo, e mi metto in difetto, in prima persona.
Ciao a tutti.
R.H.
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Messaggioda rudy » gio mar 02, 2006 9:30 am

il problema è anche che le cose le facciamo proprio all'italiana

a cortina x es. (ma anche in tanti altri posti) mi mettono il cartello "divieto fuoripista" all'inizio di una pista o alla partenza di una seggiovia e non si capisce a che aree è destinato
cioè vien da pensare che una sci18 o una v.orita non si potrebbero fare e invece, giustamente, se vai lì nessuno ti dice niente
è giusto vietare il fuori pista ove le valanghe possano coinvolgere utenti delle piste ma ci vuole anche personale competente a capire questo e che quindi non interpreti il divieto come DIVIETO ASSOLUTO.
:wink:
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Messaggioda Radio Holzer » gio mar 02, 2006 10:21 am

Certo! Molta più informazione da ambo le parti. E, come sempre, usare la testa.....
Ciao
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Messaggioda AKS Francesco » gio mar 02, 2006 10:55 am

Dove si trova il canalone di Ornella? Sabato ero ad Arabba ed ho visto passare l'elicottero del soccorso un paio di volte ed ho pensato ad una valanga, ma non ho visto niente...
Peace&Love
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Messaggioda Viktor » gio mar 02, 2006 11:07 am

Secondo me se un "amatore" o meglio un "gruppo di amatori" sono consapevoli di correre qualche rischio in più del solito non decono assolutamente accetare di correrlo, e non credo che questo sia una limitazione alla libertà individuale. Non basta che calcoli ogni possibilità di poter nuocere direttamente a terzi come sciatori su piste battute o escursionisti, anche il rischio sulla tua persona è indirettamente un rischio per terzi, nello specifico è un rischio per gli eventuali soccorritori ad esempio. Prendersi dei rischi, anche se a prima battuta appare legittimo il diritto di decidere sulla prorpia incolumità, a mio avviso è sempre un atto irresponsabile quando rischia di coinvolgere terzi. Per venire a soccorrere te che hai deciso di rischiare i soccorritori rischiano a loro volta o magari danno la priorità al tuo intervento lasciando da parte un altro intervento considerato meno grave per soccorrere qualcuno che ha avuto un incidente senza l'ausilio della sua volontà. Se prorpio ci si tiene a correre dei rischi sulla prorpia persona, libertà che mi sento di difendere a spada tratta, allora si prova ad entrare nel circuito professionale, dove attorno a chi rischia in prima persona esiste una equipe che decide di rischiare consapevolmente insieme a te.
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