teocalca ha scritto:la differenza tra ripido ed estremo c'è ed è parecchia per ovvi motivi...
A me ste frasi me fanno morì


teocalca ha scritto:Uno degli ultimi balzi in avanti è stata la discesa del couloir Gervasutti al Tacul con velocità e curvoni ampi da parte di due big di cui ora nn ricordo il nome...condizioni praticamente impossibili da ritrovare
Personalmente ho fatto solo qualche discesa di ripido in zona Bianco...e la grossa differenza è stata non tanto dal grado di pendenza, dato che in entrambi i casi siamo sopra ai 40-45 gradi, ma dalle condizioni che magari trovavi completamente stravolte a metà, dal fatto poi che sotto alle lamine cambia avere un ghiacciaio con seracchi ecc oppure canali come ne puoi trovare in giro...
personalmente poi amo molto più i curvoni alla curva saltata...
e di gente che scia sul dritto senza essere sulle riviste ce n'è parecchia...
good turns
ciauz
Infatti ti contraddici subito: perchè chi ha fatto quella discesa a curvoni, ovviamente, pur essendo un big, deve averla trovata molto meno "estrema" del normale... infatti parli di condizioni impossibili da ritrovare.
Allora dove stanno gli ovvi motivi della differenza tra il ripido e l'estremo?

fedeneg ha scritto:I primi 4 livelli sono a loro volta suddivisi in 3 sottolivelli (es. 4.1, 4.2, 4.3).
Il livello 5 è teoricamente aperto, e per ora il 5.5 è stato dato a pochissimi itinerari.
Ciao!
Molto ragionevole

Ecco, questo è un modo intelligente per cercare di descrivere un itinerario indipendentmente dalle condizioni e dalla percezione soggettiva, invece che la divisione rozza e impossibile tra estremo e ripido che farà eternamente accapigliare tutti quanti riguardo ad un'ampia fascia di itinerari di "frontiera"
