
Chi non sognerebbe una giornata così. La traversata delle Jorasses regala questo ed altro all?alpinista più esigente. Una salita varia, completa, intensa. È così che dopo anni che la sognavo e la guardavo con assoluta riverenza ho potuto, assieme al valido compagno Giovanni (Rovedatti, Gio4000), percorrere i 5 chilometri di questa fantastica linea.
Ma andiamo con ordine. Le condizioni per la salita si stavano preparando, ma ancora non riuscivo, in questa fine d?estate, a trovare il socio per affrontarla. Dopo alcuni giorni, nei quali l?ansia per la perdita delle condizioni ideali mi assaliva, finalmente trovo Gio disponibile. Detto fatto! Eccoci sabato tra i primi a salire a Punta Helbronner, in realtà c?è già coda prima dell?orario di apertura e ciò ci angoscia per chi potrebbe essere diretto al bivacco Canzio, noto per essere strabordante di alpinisti diretti alle Jorasses. Comincia così quella che invece di un semplice avvicinamento è una vera e propria gita: la traversata di Rochefort. Se la prima parte, fino all?Aiguille, 4001m, è nota e iper frequentata, la seconda, fino al Dome, 4015m, viene percorsa quasi esclusivamente per la Traversata. La cresta è favolosa, alterna tratti nevosi impressionanti, a tratti rocciosi irti di torri e gendarmi. Dopo diverse ore giungiamo alle doppie che consegnano al Bivacco Canzio, al Colle delle Jorasses, 3825m. Il nostro sguardo non può che essere attratto dalla meta dell?indomani. Vediamo diverse cordate che sono già impegnate sulla cresta nonostante sia pomeriggio: bivaccheranno nei pressi della Punta Margherita. Con grande sorpresa troviamo il bivacco, posto in un angolo magnifico, solo 4 persone. La notte sarà così tranquilla e tonificante. L?indomani attacchiamo la roccia alle 7, tardi perché è un versante ovest. I primi tiri sono attrezzati permanentemente da delle corde fisse dove assicurarsi, ma che non danno totale sicurezza. Sono in ogni caso molto comode con il verglass che c?è in un tratto e qualche camino umido. Girato il versante calziamo i ramponi e giungiamo sul filo di cresta. Lo seguiamo, sempre aereo e giungiamo sulla Punta Young, 3996m. Sempre sul filo, poi una doppia, un canale di ghiaccio, un camino, sul filo?insomma così per ore sempre sospesi nel vuoto, a destra l?Italia, a sinistra la spaventosa parete N. Ed eccoci alla Punta Margherita, 4065m. La traversata della Punta Hélèna, 4045m, toglie il fiato?solo due in parapendio che ci hanno sorvolato da vicino possono esser stati più emozionati di noi? Superata anche la Punta Croz, 4110m, è ormai il tramonto e il tratto di neve che segue sembra molto pericoloso: meglio aspettare un po? di rigelo: un terrazzino è propizio per riposarsi. Quando riprendiamo è ormai notte, ma la neve tiene bene. Superiamo la Whymper (4184m)e la Walker (4208m) e seguiamo le tracce della normale. Tuttavia il tratto roccioso al buio non è agevole. Decidiamo definitivamente per il bivacco. Sotto di noi Courmayeur; sopra un mare di stelle. Riposati, col chiaro e il rigelo notturno la discesa è molto più sicura e rapida visto che non si tratta di una normale propriamente banale; anzi, tra pochi altri giorni di questo caldo torrido diventerà improponibile.
Quando vedevo (e rivedevo) il tratto del film di Berhault ?Sur le fil des 4000? della traversata della Punta Elena sognavo ogni volta, con un po? di timore, di essere lì! Che dire se non che il sogno si è avverato? Una delle esperienze alpinistiche più intense ed emozionanti che possa finora raccontare.
Ed eccoli gli estratti del film:
Panoramica di tutta la cresta Grandes Jorasses - Rochefort: http://www.youtube.com/watch?v=XtgnvVzFoYI
Il superamento della Punta Elena: http://www.youtube.com/watch?v=8OO30Kj82nU
Il reportage completo al solito: http://www.on-ice.it/onice/viewtopic.php?t=11342
Qui solo alcune foto:



