Un weekend nato all?ultimo momento. La meta era un?altra. Ma la cordata stentava a formarsi. Alla fine sono ancora con l?ineguagliabile Mara. Ho già salito tutte le vette principali del massiccio, ma ancora mi mancava la classica
cresta di MEITIN. Il versante del rifugio
Valsorey poi non l?ho mai visto: basta tutto ciò per partire! La salita alla capanna avviene in uno scenario bucolico. L?indomani in breve siamo all?attacco della cresta. L?itinerario è comodo, ben segnato e rapido. La cresta è caratterizzata da tre salti. Senza problemi di orientamento si risolvono anch?essi in fretta. Le difficoltà sono contenute (nella linea scelta da noi) e la roccia generalmente salda rimanendo sul filo. Il vento non ci affligge, poiché parzialmente protetti, se non quando si divalla sul versante nord. Giunti in cima, non si può non continuare al
Grafenerie. Di qui seguiamo la cresta affilata che conduce all?Aiguille du
Croissant, 4243m e al Mur de la Cote. Attendo Mara che fa una ?scappata? con una cordata di simpatici biellesi (Piero e Massimo, che approfitto per salutare) al
Tsessette. Il vento ora si fa fastidioso e mi penetra nelle ossa? Ricomposta la cordata giù per il
Couloir du Gardien. L?itinerario presenta tratti di ghiaccio e le viti e il doppio attrezzo non ci fanno assolutamente schifo. In 200 m di risalita siamo di nuovo all?attacco della cresta e giù di corsa a valle senza perdere però un?ottima fetta di torta al rifugio. E anche quest?avventura in quota rimarrà indelebile nelle nostre memorie. Non tanto per le nuove cime salite o ripetute, ma per la consolidata cordata, rafforzata ancora una volta di più.
Il report completo allo:
http://www.on-ice.it/onice/viewtopic.php?t=8742
E qui un assaggio fotografico:

Quanto monotona sarebbe la faccia della Terra senza le montagne (Emanuel Kant).
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