Sabato scorso era in programma la Verte....
Ma abbiamo desistito (e ripiegato sulla
MODICA-NOURY...alla faccia del ripiego

). Anche se poi leggere i report del lunedì fa un po' di "effetto" e invidia, magari...ma...riflettendo...tutto passa...
Giovedì la guida Enrico Bonino (sentita al tel) è tornata indietro per evidenti e oggettive condizioni di pericolo. Le sue parole sono molto critiche su chi valuta una salita in base alla presenza di traccia e di tante cordate (anche slegate o in scioltezza).
Ne parla bene nel suo blog:
http://enricobonino.blogspot.com/2010/0 ... ttito.html
cito da lì...
Vorrei portare un esempio fresco fresco di questi giorni per farvi capire meglio il mio punto: nelle ultime 3 settimane le grandi pareti del bacino dell?Argentiere, nel massiccio del Monte Bianco, sono state molto frequentate. Salite come la via degli Svizzeri alle Courtes o il couloir Couturier all?Aigulle Verte o ancora la via Ginat sulla parete nord delle Droites, sono state percorse da numerose cordate. Sui siti specializzati la gran parte di queste anno parlato di ottime condizioni.
Certo, perché dalla terza cordata in su, sul Couturier ci sono gli scalini e la salita si trasforma in un gesto fisico e null?altro?apparentemente!!!!
Però non consideriamo che i giorni precedenti ha nevicato con vento, che la neve si è accumulata e ha formato delle pericolose placche che potrebbero staccarsi trascinandoci a valle, che il vento che fa colare la neve sul pendio potrebbe far cadere dei pezzi più grossi dei semplici fiocchi di neve, che oltre alla salita bisogna prendere in considerazione anche la discesa, e che se non si rispettano determinati orari possiamo trovarci in situazioni molto pericolose. La sera quando scriviamo sul sito della Maison della Montagne o su Gulliver che la salita era perfetta non pensiamo ai pericoli che abbiamo corso, fermiamo il nostro pensiero alla semplice traccia e non consideriamo tutto ciò che vi era attorno.
Questa mattina, con un collega guida alpina, abbiamo fatto dietro front dopo i primi 100m del couloir suddetto. Si sprofondava fino al ginocchio in determinati punti e si stava a galla in altri; lo strato di neve si presentava molto disomogeneo e spesso vuoto al di sotto del primo strato non permettendo neanche il piazzamento di una sosta su piccozze; le colate di neve lungo il pendio erano continue, a cascate. Per certo non sono caratteristiche di una salita su neve in buone condizioni. Mentre scendiamo una cordata di francesi ci raggiunge e decide di proseguire. Arrivati agli zaini spieghiamo il problema ad una cordata di italiani che mi chiedono: ? ma gli altri hanno proseguito?? ed alla mia risposta affermativa, mi sento rispondere senza pensarci due volte ?va beh allora andiamo anche noi?. Tempo due minuti uno dei due e finito nella crepaccia terminale.
Io ed il mio socio ci dirigiamo verso una goulotte decisamente più corta e tecnica nelle vicinanze per approfittare della bella giornata. Verso le 10 am decidiamo nuovamente di scendere prima di aver terminato la salita a causa del fortissimo calore che stava rendendo pericolosa la via. Verso le 11 am circa, una cordata, con tutto comodo, si dirigeva verso il couloir Couturier e lo attaccava poco dopo. Il girono prima, la vetta della Verte era stata raggiunta verso le 16 da diverse persone?che avrebbero intrapreso da lì a poco la lunga e pericolosa discesa del canale Whymper (che si trova sul versante Sud della montagna).
Quindi sempre all'occhio!
E buon divertimento...

Quanto monotona sarebbe la faccia della Terra senza le montagne (Emanuel Kant).
F R A N Z - 77