Per "iniziare" all'alpinismo la compagnia che mi sta "re-iniziando" all'arrampicata, questa mi è sembrata un'ottima gita, già un buon campo di prova con un ghiacciaio non banale, e non privo di insidie.
Siamo saliti in tarda serata, nella suggestiva luce di fine luglio, al rifugio Pian della Ballotta 2470 m, dove abbiamo pernottato. L'indomani sveglia alle 5, ci ha raggiunto l'amico Alex in giornata, colazione e pian piano partiamo.
Su per il sentiero attrezzato arriviamo al poetico piano della Ballotta, quindi per immense pietraie, fino alla base dei nevai che adducono al passo della Vacca. Nonostante l'esposizione ad est, la neve è dura, e la ripidezza del pendio consiglia di mettere i ramponi.
Con qualche timore per i meno esperti si supera il tratto forse più ostico della salita, e si giunge al passo della Vacca, a 2980 m.
QUi ci dividiamo in tre cordate, quindi cominciamo il lungo traverso, lungo la linea di livello, del glacier des Sources d'Isere, che come ben so, nasconde insidiosi crepacci lungo il senso di marcia.
Io e Alex lo conosciamo abbastanza bene, quindi sappiamo dove passare, stando comunque con le orecchie dritte, e insegnando ai rispettivi compagni di cordata i trucchi del mestiere...
Alcuni crepacci sono davvero profondi, alcuni ponti molto esili, per questo passiamo in una zona dove il ghiacciaio è scoperto, almeno i buchi si vedono.
SUperata la zona più critica, ci aspetta un pendio in traverso, che porta alla base del ripido pendio finale, dove nell'ultima parte affiora del ghiaccio, fino a sbucare sul colletto tra le due aiguille, a quota 3368 m.
ABbandoniamo piccozza e ramponi, rimaniamo legati anche se non ce ne sarebbe bisogno, e saliamo per una facile cresta di sfasciumi sulla Petite Aiguille Rousse 3432 m.. il panorama è stupendo, la giornata è davvero da cartolina.
RIdiscendiamo al colletto, e in dieci minuti di altra facile cresta, siamo sulla Grande Aiguille Rousse 3482 m. Spettacolo.
La sosta non è lunga, scendiamo di nuovo al colletto dove facciamo uno spuntino, quindi si riprende la lunga discesa, con maggior attenzione visto l'orario.
Il pendio sotto il passo della Vacca è sempre delicato, anche se la neve è più morbida.. verso la fine del nevaio la mia compagna di cordata scivola, ma in tempo zero siamo entrambi girati faccia a monte con la piccozza piantata nella neve, la catena di sicurezza ha funzionato perfettamente, ottimo!
Giunti alla fine della neve notiamo con disappunto che mi hanno rubato il bastoncino lasciato in salita accanto ad una pietra... ormai anche in alta montagna è pieno di stronzi!
Scendiamo per le pietraie fino al piano della ballotta, e poi al rifugio, dove diamo fondo a tutte le nostre provviste...
Il ritorno dal rifugio al Serrù è breve, e c'è ancora tempo per una birra a ceresole, a conclusione di un'altra bella gita alpinistica sulle montagne "di casa".
Quello che mi è piaciuto di questa gita sono stati i forti contrasti, tra il bianco dei ghiacciai, l'azzurro del cielo e il verde smeraldo dei pascoli di montagna.































