capanna Adula UTOE,
Partiamo di primo mattino. E' già albeggiato da un po' ma la neve è ancora ghiacciata, già dopo alcuni passi incontrano i primi pendii scoscesi. Mettiamo i rampanti, ci serve un po' di fiducia. Seguiamo le tracce di chi è salito il giorno prima. Il percorso si fa presto obbligato. Andrea mi precede. Saliamo faticosamente un ripido muretto, bisogna affrontare una cresta scoscesa e salirci in groppa. Giungiamo ad passaggio piuttosto esposto. Il dubbio e la paura si fa strada nella mia testa. Andrea impreca un po', stringe i denti e salta su. Ora tocca a me, se l'ha fatta lui posso farlo anch'io? Mi metto di lato, alle mie spalle il risucchio del vuoto, ho paura che gli sci mi scivolino all'indietro... dinanzi a me la massa scura di grosso masso. Ho sempre preferito la dura roccia all'infido ghiaccio. Pianto bene lo sci sinistro a valle sulla neve, devo salire lo scalino. Lancio lo sci destro sopra il masso, lo strano contatto del rampante sulla nuda roccia mi lascia dubbioso, tiene o non tiene? Conscio del vuoto alle mie spalle, tengo il peso ben in avanti. Un piccolo balzo e sono sopra la roccia con entrambi gli sci. Anche questa è andata! E pensar che siamo solo all'inizio... Proseguiamo abbastanza facilmente fino ad un ampio terrazzo. Siamo a quota 2600, solo 200 metri sopra il rifugio. Dobbiamo decidere che fare, intanto ci togliamo gli sci. Da qui la vista abbraccia gran parte della montagna, faccio un giretto esplorativo e godo della suggestione mozzafiato che mi sta attorno. Andrea mi avverte che per procedere bisogna per forza affrontare un pendio alquanto ripido, la neve è ancora ghiacciata, una caduta sarebbe fatale. Nessuno dei due si sente di farlo con gli sci. Perchè non salire un po' con i ramponi? Abbandoniamo gli sci e guadagniamo il canalone ghiacciato. Proibito scivolare, nessuno dei due rimpiange gli sci. Io, per farmi coraggio, tiro fuori anche la picca. Andrea sale velocemente, io sono un po' titubante. Bisogna essere lucidi e razionali. Ben presto picca e ramponi mi danno fiducia necessaria e velocemente usciamo dal canalone. Quota 2800, ora vediamo la vetta, ne siamo entusiasti. Il pendio si fa più dolce, perchè fermarsi qui? Purtroppo in breve, la neve si fa pesante. Più avanziamo e più sprofondiamo ma le creste l'Adula sono un magnifico castello incantato. Andrea è stanco, 15 minuti di pausa e poi riprendiamo. Salire è sempre più faticoso, la neve sempre più pesante. Io ne ho ancora, se non la vetta, vorrei almeno raggiungere la cresta sommitale almeno per vedere l'altro versante della montagna. Saliamo e saliamo, chi sta davanti deve battere la traccia, facciamo a turno. Arriviamo sotto la cresta ma l'ultimo dislivello ci ha ammazzato. Per scollinare bisogna ancora affrontare un lungo traverso. Si sprofonda tantissimo, Andrea sembra non averne più, vado davanti io, o si va assieme o niente. Il passo è sempre più lento e pesante e dopo un po' non ce la faccio più, Andrea riesce a darmi un po' il cambio. Il tempo sembra passare lunghissimo ma stringiamo i denti, ci scambiamo spesso, seppure lentamente comunque avanziamo. La sella spartiacque omari è poco sopra di noi. Manca ancora poco, non si può mollare adesso. Quota 3200.... ormai ce l'abbiamo fatta...-