L'amico, più lanciato di me, mi convince a percorrere questa cresta, innamoratosi della relazione che il libro "vie del cielo" ne dà.
Curioso che in quella relazione ci sia scritto di portare una picozza da almeno 60 cm

io non sono mai stato in zona (la mia ascensione più vicina è un tentativo alla trelatete), lui nemmeno, comunque in una giornata straordinaria raggiungiamo le tour, fermandoci di tanto in tanto a guardare ad occhi sbarrati e lingua a penzoloni le meraviglie dela valle di chamonix in parata sopra le nostre teste.





per impegni mattutini non possiamo partire presto, così ci concediamo la cabinovia per abbreviare la salita al ref. Albert Ier, nei pressi del quale troviamo posto nella migliore delle numerose piazzole da bivacco sulla morena del bellissimo glacier du tour. meglio di un grand hotel!

il tramonto incendia la nostra meta di domani mentre ceniamo

si tratta di salire il vallone glaciale tutto a sinistra, poi sulla gobba sopra lo sperone roccioso,da lì si raggiunge la cresta che, affilatissima e vertiginosa, con numerosi gendarmi da scavalcare o aggirare di qua o di là, conduce in vetta. discesa non banale sul versante ovest (a destra nella foto).
nella notte, sovrastati da una stellata travolgente, lasciamo il bivacco alle 3, mentre già frontali vagano perse sul ghiacciaio nel buio completo da oltre un'ora. in un paio d'ore scarse attraversiamo il ghiacciaio ed attacchiamo il vallone glaciale, dove siamo colti dal sole, in un altro paio d'ore siamo alla forcella, dove si aprono viste interessanti (una tristemente nota in questi giorni).



poche foto in cresta, troppo preso a guardare dove mettevo i piedi, la picozza, dal tempo che correva e tutto il resto. questa è proprio all'inizio, più avanti alcuni tratti sono realmente vertiginosi.

la cresta è piuttosto frequentata, e dato il terreno, non appena c'è qualche piccolo intoppo si crea un po' d'attesa. le relazioni danno 2 ore, ma penso sia normale mettercene almeno 3 con poca gente e condizioni medie. noi ce ne abbiamo messe più di 4...

in cima parata di 4mila del bianco, vallesani e valdostani, di nord glaciali impressionanti, però c'è poco tempo, è tardino e la discesa esposta ad ovest quando il sole gira scarica. ci incamminiamo lungo la cresta opposta poco dietro a due svizzeri, poi scendiamo un canalone dopodichè da un pendio nevoso inclinato si cercano le doppie in un canale, con cui si raggiunge il vallone glaciale ad ovest della vetta





da lì si scendono 300 m fino al ghiacciaio, che si riattraversa fino al rifugio.
gran bella salita, su una gran bella cima, un po' al di là delle difficoltà che ho precedentemente affrontato in alta quota (e me ne sono accorto).
condizioni buone, innevamento ancora notevole, sia sul ghiacciaio, sia sulle non lontane montagne dello chablais (valloni a circa 2500 m in pieno sud ancora completamente piedi di neve).
la relazione si trova su gulliver, camptocamp (in francese), sul citato "vie del cielo", poi immagino su qualche guida in francese della zona.