Avevamo in programma Cogne, ma che tempo! dove vuoi andare? dirottiamo sulla Grignetta, lì non si sbaglia mai, e infatti...
Attacchiamo alle 8.30, direzione Segantini, ma dopo un po? la traccia sparisce, capiamo che i nostri progetti se ne stanno andando in fumo. Che si fa? Caimi? proviamo, sembra che abbia scaricato a dovere, così saliamo. Unico problema: non c?è la traccia, ce la dobbiamo battere fino in cima, ma dopo dieci minuti abbiamo già il fiatone; un occhio all?orologio: per la colazione è tardi, e l?Anghileri prima di mezzogiorno non ci darà da mangiare, quindi non resta che proseguire, un po? per uno, avanti! anche se la salita, si sa, non è di quelle difficili, l?ambiente è severo, fa freddo, si vede a venti-trenta metri per la nebbia, e la neve è davvero tanta, a tratti molle, da non riuscire a salire, a tratti ghiacciata; ho paura, perchè io forte non sono, e il fisico, dopo un po? di tempo di inattività forzata, penso, non risponderà a dovere, Memo no, lui dei forti ha la convinzione nei propri mezzi, e un po? a urli un po? a bestemmie, in cima ci arriviamo davvero, e dandoci la mano finalmente posso anche sorridere rilassato, e godermi l??impresa?. Che bello, quanto mi mancava la montagna, le sensazioni che sa dare. Adesso la decisione da prendere è quella tra un alpinismo classico, ancora legato al mito della vetta e della conquista, o uno moderno, che chiusa la via considera raggiunto l?obbiettivo: visto il tempo, sempre più infame, decidiamo che l?unico 2184 che siamo disposti a vedere è quello che sta qualche centinaio di metri più...a valle!

Qui comincia la seconda parte del racconto, l?ambiente è decisamente più docile, non dico migliore, chè mi sembrerebbe di mancare di rispetto, certo è più accogliente, ma l'impresa non è da meno, a vedere le bocche e i bicchieri vuoti che alla fine resteranno sul campo.

Insomma, il cibo è molto buono, il vino ancora meglio, e la giornata prende una piega inaspettata, perchè al tavolo insieme a noi si siede Marco, e anche se lui ogni tanto è costretto a scappare a far finta di lavorare

E quando, su una foto, mi fa vedere, lui stesso, la via che l?ha tenuto attaccato alla parete per cinque giorni, da solo, quando assieme al racconto ci regala una dedica di quelle che magari, visto i poteri magici che deve certamente possedere chi sa compiere certe imprese, speri possano davvero avverarsi, capisco che questa giornata, anche nel suo piccolo, per noi resterà davvero memorabile.

A che pensavo, stamattina? non lo so, ora sto bene, e salutandoci so che ci rivedremo, perchè questo posto è destinato a diventare un appuntamento fisso delle future giornate in Grignetta; se non altro, per sentire ancora la risata della cameriera, lei da sola vale la visita.



Qualcuno obbietterà che questo topic andava inserito nella sezione incontri enogastronomici, ma l?ho messo qui più che altro per rispetto di Marco, lui non meritava di finire insieme alla sagra della bagnacauda!



P.S.: il momento migliore è stato quando abbiamo parlato male di Mocio, Donatello e soprattutto del Topocane.




Ovviamente sto scherzando!
