k2-la verità

Alpinismo sulle Alpi ed extraeuropeo, ghiaccio, cascate ecc.

k2-la verità

Messaggioda Royaloak » sab set 17, 2005 12:58 pm

ho appena finito di leggere K2-la verità di Walter Bonatti.
cosa pensate a riguardo?chi ha ragione?

cioè benomale ho capito come è andata...ma secondo voi lacedelli e compagnoni se ne sono davvero fregati oppure hanno semplicemente pensato che bonatti e mahadi se ne fossero scesi giu all IIX campo???
ha esagerato bonatti o è davvero andata cosi???




l 31 luglio 1954 la spedizione italiana in Pakistan guidata da Ardito Desio, geologo ed esploratore, conquista l?inviolata vetta del K2 ? la seconda montagna piu alta del mondo ma la prima per difficoltà ? conquista portata a termine da Achille Compagnoni, guida valtellinese e Lino Lacedelli, dei mitici Scoiattoli di Cortina D'Ampezzo.
«Ore 23 cinque cuori esultano per la stessa conquista, nella stessa tenda all?ottavo campo. I loro nomi sono Abram, Gallotti, Compagnoni, Lacedelli ed io in questo momento e solo per questo momento mi impongo di dimenticare il resto. Ma cancellare per sempre dalla mente una simile esperienza sarebbe ingiusto. Fatti come questo segnano indelebilmente l?anima di un ragazzo e ne scuotono l?assetto spirituale, ancora acerbo». Cosi Walter Bonatti conclude il resoconto degli ultimi avvenimenti relativi alla fase finale della conquista, descritti nel capitolo K2.Gli ultimi campi. Una conclusione amara, come amaro è, del resto, il libro. Amaro perché questo è il sapore della verità sulla spedizione italiana al K2. E? una storia, come afferma Rob Buchanan, redattore di «Climbing», «di confusione, tradimento e spudorata ipocrisia come nessun?altra nella storia dell?alpinismo».
La descrizione di Bonatti è accurata e, nonostante la severità degli argomenti, il libro scorre come la piacevole ed avvincente lettura a cui Bonatti ci ha da tempo abituati, guidandoci attraverso 50 anni di emozioni, amarezze, polemiche, denunce e tribunali. Cinquant?anni di tutto ciò e altro ancora; agli occhi di un profano può sembrare assurdo prendersela tanto per una montagna. Ma la montagna in questione si chiama K2 e a conquistarla per ?prima? è stata ?l?Italia?. Già, ma perché allora tanto disturbo e così grandi conflitti?
Nella notte tra il 30 e il 31 luglio 1954 W. Bonatti e l?hunza Mahadi sono stati costretti al bivacco notturno a quota 8100 m a causa di un incomprensione sulla posizione del nono campo. Ma facciamo un salto indietro, al 29 luglio: essendo rimasti gli unici in grado di proseguire, Walter Bonatti e Pino Gallotti (Erich Abram e Ubaldo Rey sono malmessi e rientrano a campo 7), raggiungono Compagnoni e Lacedelli all?ottavo campo, lasciando però le bombole d?ossigeno in prossimità del settimo campo, dato che il loro peso sarebbe stato eccessivo. Alla sera i quattro (Compagnoni, Lacedelli, Gallotti e Bonatti) si accordano per sistemare il nono campo più in basso rispetto alla posizione decisa in precedenza, per consentire ai compagni di scendere a recuperare l?ossigeno e risalire al nono campo. «Si tratta di scendere 200 m di quota verso il settimo campo, quindi superare un dislivello di 500 m in salita (tali erano le previsioni ma in realtà diventeranno oltre 700) con un peso sulle spalle di oltre venti chili, ormai sugli ottomila metri. Una prova severa, direi una follia, data la situazione sarà proprio da questa follia che dipenderà la riuscita del K2».
Durante la risalita Gallotti esausto si ferma all?ottavo campo con l?hunza Isakhan, mentre Abram, Bonatti e l?hunza Mahadi continuano l?ascesa per raggiungere i due di vetta, Compagnoni e Lacedelli. Ma i due non ci sono, sono più in alto, molto più in alto, come constateranno più tardi Bonatti e Mahadi. Abram sfinito ridiscende verso l?ottavo campo, ora sono rimasti soli. Walter Bonatti e l? hunza Mahadi , nonostante i ripetuti richiami ottengono in risposta solo un: «più in alto, seguite le tracce ?» e poi il silenzio. Con il calare dell? oscurità, il freddo si fa sempre più intenso e con esso l?angoscia. Bonatti fatica non poco a controllare Mahadi, ormai in preda alla disperazione. La loro posizione è estremamente pericolosa, un passo falso e ci si ritrova al campo base.
Bonatti è giovane, ma dentro di lui cova la forza e la tenacia di uno spirito bellicoso e, con fermezza e carattere, decide per l?unica azione possibile. Pur essendo una follia, prepara una piazzola dove poter stare seduti, si, seduti solo con l?equipaggiamento per la salita e nulla per potersi riparare in un bivacco, un bivacco a strapiombo a 8100 m. Un breve dialogo con Lacedelli ad una distanza indefinibile scatena una nuova crisi in Mahadi che Bonatti fatica a calmare. Poi gelo, neve, una bufera spazza il canalone dove si trovano ed incredibilmente la notte passa. Poco prima dell?alba, Mahadi scende da solo, distrutto nel fisico e nell?animo(subirà diverse amputazioni a causa del congelamento di mani e piedi). Bonatti attende il levare del sole. Prima di partire, libera dalla neve i trespoli con l?ossigeno perché i compagni li possano trovare e poi anch?egli si cala al campo otto.
Pino Gallotti scrive nel suo diario: «Sabato 31 luglio: giornata dall?inizio drammatico: poco prima delle sette siamo svegliati dallo spalancarsi della tenda. E? Mahadi che si affaccia con aria stravolta, ci mostra i piedi e le mani martoriati dal gelo, i piedi specialmente hanno le dita annerite, gia intaccate in modo preoccupante. Le sue spiegazioni ? dette con voce affannosa ? non risultano chiare, ci lasciano in uno stato di profonda apprensione ? Non passa però molto tempo che ecco giungere Walter; ha un aspetto più che normale e il solo vederlo ci rassicura? Penso che ben pochi al mondo potrebbero mostrare un aspetto così fresco (è il caso di dirlo) e normale alla mattina dopo una simile notte. Walter può ringraziare il suo fisico e forse qualcuno che questa notte lo ha vegliato dall?alto. Compagnoni e Lacedelli giungono in vetta grazie all?ossigeno trasportato da Bonatti e Mahadi , ossigeno che nelle dichiarazioni di Compagnoni e Lacedelli ?finirà? 200 m sotto la vetta rendendo drammatica l? ascensione (distanza coperta in solo due ore, cosa impossibile senza ossigeno a quella altezza); ossigeno che ?soffocherà? la verità per oltre trent? anni. Le bombole non finirono 200 m sotto la vetta bensì durarono sino in cima, dato che esistono fotografie che testimoniano il fatto, la menzogna. Una menzogna inutile, il K2 era vinto».
Più di una versione è stata scritta su questa faccenda. Nel 1964, un giornalista della «Nuova Gazzetta del Popolo della domenica di Torino», Nino Giglio, con un articolo a dir poco assurdo oltre che infamante, scatena l?ira di Bonatti che indignato lo cita in giudizio. Dopo tre anni nelle aule di giustizia, nel 1967, il Tribunale di Torino gli da finalmente ragione.«Giustizia è fatta» titolano i quotidiani e anche Bonatti è soddisfatto. La ?verità? è ora pubblica. Ma il mondo alpinistico istituzionale (il CAI) rimane zitto e fermo sulla sua verità, quella ufficiale, scritta da Desio, capo della spedizione nel 1954. E? cosi che nel 1984 viene pubblicato Processo al K2 il primo libro-dossier in cui Bonatti denuncia le ingiustizie subite.
Nel 1994 il Club Alpino Italiano annuncia la tanto attesa revisione storica dell? avvenimento K2. Ahimè! Il Cai si ferma ad un riconoscimento per l?apporto dato da Walter Bonatti, finora escluso ed isolato, preferendo continuare a tacere su quello che è il nocciolo della questione: «lo scandalo dell?ossigeno falsamente esaurito anzitempo sul K2» . E? per questo che nel 1995 esce K2 storia di un caso prima edizione, che dopo 10 anni prende il titolo di : K2 La verità, storia di un caso.
In questa ultima edizione, aggiornata e riveduta, Bonatti consegna alla storia tutto il vissuto di questa imbarazzante faccenda che dopo cinquant?anni cerca ancora la verità. Già, perché sui libri ufficiali la storia è ancora la stessa. Qui Bonatti chiama in gioco le istituzioni più alte, dal Cai alla Presidenza della Repubblica, li chiama a ciò che, come istituzioni, dovrebbero fare: a riscrivere la storia ufficiale che non fa onore all?alpe ed agli uomini, una verità che protegge falsi miti e falsi eroi. ?Tipicamente italiano?, si legge tra le righe. La propensione verso l?arte dell?arrangiarsi, dove chi è svelto è un mito da esaltare. Nella denuncia di Bonatti troviamo anche spunti per un analisi della società, una società a cui manca veramente l?ossigeno. Il messaggio, la richiesta si può dire, di Bonatti, non è una revisione storica perché meglio figuri la sua immagine, anche perché nessuno mai ha dubitato del suo valore come uomo e come alpinista, ma la liberazione dall?oscurità di quella dignità umana che ancora oggi vaga triste e solitaria tra gli immensi e minacciosi seracchi del Baltoro.


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Messaggioda Davide62 » sab set 17, 2005 13:36 pm

Chi può dirlo, personalmente sono "Bonattiano" al 100% 8)
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Messaggioda Siloga66 » sab set 17, 2005 14:00 pm

Personalmente credo in quello che disse Bonatti. A quei tempi gli scoiattoli erano un pò, come dire, egoisti. Basti vedere la storia della loro via sulla Scotoni. Bonatti non è il tipo da raccontarla sfalsata.
Passano le mode ma in Germania la moda dei calzini con i sandali passerà mai.
Ma i tedeschi son fighi lo stesso.
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Messaggioda n!z4th » sab set 17, 2005 17:46 pm

sinceramente pure io sono di parte...piu che altro forse xke ho solo letto documentazioni by bonatti...

credo che è una di quelle cose in cui non si saprà mai la verità.

complimeti cmq bonatti e alla sua impresa... :wink:
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Messaggioda Andreino » sab set 17, 2005 18:16 pm

Anch'io, dopo essermi documentato il più possibile, sono totalmente dalla parte di Bonatti.

Stendiamo un velo pietoso su altri personaggi :cry:
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Messaggioda cornacchione » sab set 17, 2005 20:49 pm

...e stendiamo un velo pietoso anche sul CAI, che solo ultimamente ha ammesso i propri errori.
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Messaggioda Roberto » dom set 18, 2005 11:19 am

Questo argomento è tato affrontato fino alla noia, anche su questo forum (a proposito della megaspedizione governativa dell'anno passato) ed ormai mi sembra chiaro che chi si intende di un minimo di alpinismo e si è documentato, è dalla parte di Bonatti.
Lo hanno fatto consapevolmente, fregandosene del rischio di far morire Bonatti e Mahadi e riempendo di falsità il resoconto della spedizione.
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Messaggioda n!z4th » dom set 18, 2005 14:07 pm

sono contento che il CAi lo abbia ammesso.

cosi facendo si è tolto un po quel velo di vergogna di cui si era coperto con qst storia...

voi siete tutti tesserati cai ???curiosità mia.
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Messaggioda Davide62 » dom set 18, 2005 14:23 pm

n!z4th ha scritto:sono contento che il CAi lo abbia ammesso.

cosi facendo si è tolto un po quel velo di vergogna di cui si era coperto con qst storia...

voi siete tutti tesserati cai ???curiosità mia.

Mai avuto la tessera CAI.
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Messaggioda Zio Vare » dom set 18, 2005 14:24 pm

n!z4th ha scritto:voi siete tutti tesserati cai ???curiosità mia.

Non più.
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Messaggioda Roberto » dom set 18, 2005 15:25 pm

n!z4th ha scritto:sono contento che il CAi lo abbia ammesso.

cosi facendo si è tolto un po quel velo di vergogna di cui si era coperto con qst storia...

voi siete tutti tesserati cai ???curiosità mia.
Da 23 anni :wink:
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Re: k2-la verità

Messaggioda cuttack » dom set 18, 2005 18:03 pm

Royaloak ha scritto:...ma secondo voi lacedelli e compagnoni se ne sono davvero fregati oppure hanno semplicemente pensato che bonatti e mahadi se ne fossero scesi giu all IIX campo???
ha esagerato bonatti o è davvero andata cosi???


Ripropongo un'idea che può essere verosimile e che se non sbaglio aveva già fatto incazzare proprio Siloga ;) :
non si può prescindere dalla situazione psicologica che vi era ai campi alti e per me resta inconcepibile che in tali circostanze, tra gli uomini che avevano ancora carte da giocare, non prevalesse l'ambizione e la rivalità (tantopiù essendo alpinisti affermati e senza alcun legame di amicizia reciproca). Ebbene, chi aveva ancora carte da giocare erano Compagnoni (e Lacedelli che pure lo reputo in posizione più defilata, soverchiato come doveva essere dal più anziano e carismatico compagno) in quanto logisticamente privilegiati dalle scelte d'ufficio, e Bonatti in quanto enormemente più forte degli altri. Compagnoni questo lo sapeva e, non intendendo, lui navigato 40enne, farsi sbeffeggiare dal ragazzino, fece in modo che Bonatti non raggiungesse il C9, spostandolo più in alto e nascondendosi. Inoltre, era già mostruosamente disagevole stare in 2 nella tenda che il nostro si adoperò affinchè non si dovesse essere in 3 piuttosto che in 4. A questo punto, fatta la carognata, è plausibile che Compagnoni, ritiratosi in tenda, abbia pensato che al Walter, vistosi sbattere in faccia la porta del C9 non rimanesse che ripiegare in basso.
Per motivi che già ho esposto, io credo che nulla impedise a Bonatti di scendere quella sera al C8, ma LECITAMENTE e deliberatamente, e non in alternativa a Compagnoni e Lacedelli, volle giocarsi le residue minime possibilità di arrivare in vetta evitando di scendere.
E' possibile che la bufala dell'osigeno Compagnoni l'abbia architettata nella consapevolezza che Bonatti aveva i numeri per arrivare in cima senza bombole e lui non voleva essere da meno.
E' evidente che per Compagnoni giungere in vetta con un compagno privo di ossigenazione supplementare avrebbe rappresentato una drastica riduzione d'immagine, relegandone la sua prestazione in posizione subordinata.
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Messaggioda n!z4th » dom set 18, 2005 18:46 pm

la cosa non credo giustifichi lacedelli e compagnoni...

c***o...vabbe che in tali condizioni non mi sono mai trovato e tantomeno mai in una condizione tale da portar gloria...
ma mi è capitato spesso di rinunciare a una cima che magari ambivo da tempo xke un amico o un compagno non ce la facessero...

è inconcepibile nel cuore di un vero alpinista...
ma anche semplicemente nel cuore di un qualsiasi umano.

ora provo a giustificare L. e C. pensando alla quota altissima...magari fa davvero brutti scherzi...ma se è davvero stata la voglia di gloria...mhh...per quella non cè scusante... :cry:
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Messaggioda Royaloak » dom set 18, 2005 18:48 pm

mhhh...difficile a dirsi...

la gloria e basta unico motivo.

ps.io sono cai...ma qui se ho capito cè gente a cui sta un po sulle balle esser cai...

xke?!?!?!
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Messaggioda n!z4th » dom set 18, 2005 19:22 pm

a me non sta sulle palle...forse xke lo frequento non a misura nazionale...

mi hanno insegnato varie cose ma credo che sia l'esperienza a far la differenza...a me il mio papone ha insegnato tanto...

...grazie papà... :oops:

e a voi?
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Messaggioda cornacchione » lun set 19, 2005 9:47 am

n!z4th ha scritto:voi siete tutti tesserati cai ???curiosità mia.


ciao n!z4th, personalmente ho avuto la tessera del cai finchè, un bel giorno, mi sono chiesto il perchè (e da allora non sono più tesserato)! e francamente l'unico motivo valido per continuare ad averla sarebbe stata l'assicurazione in caso di incidenti (ricordo che negli anni '80 le tariffe degli elicotteri erano sulle 200000 £/minuto...). nei rifugi, gli sconti per i soci sono quasi insignificanti e non giustificano la quota di iscrizione. cosa rimane? ecco, forse se partecipi regolarmente alle gite domenicali alla fine puoi trarne un piccolo vantaggio economico.
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Messaggioda jonni74 » lun set 19, 2005 10:47 am

cornacchione ha scritto:
n!z4th ha scritto:voi siete tutti tesserati cai ???curiosità mia.


francamente l'unico motivo valido per continuare ad averla sarebbe stata l'assicurazione in caso di incidenti (ricordo che negli anni '80 le tariffe degli elicotteri erano sulle 200000 £/minuto...).

Bè non è poco una copertura assicurativa del genere per chi frequenta la montagna no? Comunque credo sia proprio l'unico motivo pratico valido... poi ci sono i motivi personali, di appartenenza a un gruppo, di riconoscersi in qualcosa ecc... ecc... ma queste, come detto, sono cose personali che uno sente o meno a seconda delle proprie esperienze. Io non giudicherei così "male" il CAI comunque... per molte persone è un buon modo per andare in montagna con qualcuno, crearsi delle amicizie, imparare, divertirsi.
Se poi si vuole parlare della struttura centrale del CAI, della sua politicizzazione e tutto quello che ne consegue... allora si va proprio a finire male credo.
Per inciso ... io faccio parte del CAI da 15 anni ormai.
Ciauz.
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Messaggioda riccardo_mn » lun set 19, 2005 10:56 am

n!z4th ha scritto:è inconcepibile nel cuore di un vero alpinista...

E' duro a morire questo convincimento: che la montagna renda tutti migliori, che renda tutti fratelli; che lo sport sia una nobile scuola di lealtà... E' figlio di una certa retorica che ci hanno propinato per anni e che porta ancora a stupirsi.

Non è vero. Almeno, non è vero per tutti. E se potrebbe esserlo per noi che lo facciamo per diletto, non lo è certo per chi con la montagna e lo sport si gioca tutto. Per chi si gioca quello che pomposamente definisce "gloria", ma che ben più miseramente ed umanamente non è altro che il fallimento o la realizzazione personale.
La storia dell'alpinismo è piena di vicende simili: nelle condizioni estreme molto spesso viene fuori la parte peggiore.
Riccardo

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Messaggioda il berna » lun set 19, 2005 11:47 am

Mai stato tesserato cai ne penso lo sarò mai...
Forse solo perchè le prime persone che ho conosciuto tesserate cai non mi erano state dietro quando all'età di 8-9 anni avevo fatto una gita della parrocchia... e dunque mi sembravano solo buoni a mangiare polenta nei rifugi...
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Messaggioda Luca A. » lun set 19, 2005 12:08 pm

Io sono socio CAI da tre anni... ma confesso che lo sono solo per usufruire degli sconti nei rifugi (ormai sono sconti molto ridotti, ma per i pernottamenti ne vale ancora la pena) e per l'assicurazione. Nonchè perché non mi dispiace leggere la stampa sociale; ogni tanto sulla "Rivista" si trova qualcosa di interessante.
Ma non frequento per nulla l'associazione.
Quello che mi garba poco del CAI è la sua struttura gigantesca e complicata: fa venire il mal di testa leggere le cronache dei convegni, gli organigrammi, il numero delle varie commissioni... peggio che un ministero.
Altra cosa: il CAI è una potenza (basta guardare i numeri) e ha un sacco di agganci politici, però mi sembra che faccia troppo poco per la difesa della montagna, dell'ambiente, ecc. Non sfrutta a dovere la sua forza numerica e politica.
Boh! Continuerò ad essere socio nel modo che ho detto sopra, ma non gli sono affezionato. Un po' come essere soci ACI...
"Quando saremo vecchi,
mi guiderai ai nostri antichi attacchi
e staremo lì a guardare in su".
(Dino Buzzati)
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