Scott ... pensavo ti riferissi all'aspetto tecnico, e non esperenziale ... quello che affascina e coinvolge ...
Personalmente trovo difficile riassumere certe esperienze cosi' diverse e cosi' ricche in poche frasi ... ogni freesolo puo' essere come un prisma che filtra diversi colori dell'esperienza: la paura, il panico, l'armonia, il senso di liberta', la dissoluzione dell'io, ecc ...
L'impossibilita' di sbagliare richiede una concentrazione assoluta che, progressivamente, porta ad uno stato mentale di assorbimento o
scioglimento ... si dimentica l'ego, ci si scioglie con la roccia e ci si muove in armonia con le sue forme ... si entra come in un'incantesimo, in una bolla, come la descrive Roberto ... questa sensazione aumenta all'aumentare della lunghezza della via. Difatti, al di la' dei tecnicismi e delle definizioni, per me le vere freesolo sono quelle sulle vie lunghe.
I monotiri offrono delle pillole di piacere mentre le vie lunghe dei lunghi e passionali orgasmi ... i monotiri sono delle prestazioni spettacolari, e non delle vere solitarie. Ma questa e' una mia opinione personale ...
Maggiore e' la difficolta', maggiore e' la concentrazione richiesta, ma difficolta' eccessive possono far scattare il meccanismo della paura e poi quello del panico. Il pericolo e' che quella bolla esploda e ci si puo' trovare a meta' parete nel panico, visione tunnel, visione cieca e, pur di uscire fuori dal corto circuito mentale, si puo' persino pensare di lasciare la presa ... quella e' una sensazione di merda e capita soprattutto quando si decide di salire slegati, ma non si era mentalmente e/o fisicamente pronti ... bisogna sempre partire sereni e senza dubbi ...
E' come se ci fossero vari interruttori nella testa, ed il problema (almeno per me) sta nel poterli accendere e spegnere quelli giusti a piacimento ...
Dopo una freesolo fatta nel momento giusto ho delle sensazioni di piacere molto belle ... endorfine? Adrenalina? Sicuramente ... difatti per alcuni diventano droga, abitudine e poi ci lasciano le penne ...
Ma non si creda che queste sensazioni appartengano solo alle freesolo. Quel sentimento di assorbimento, catalizzato dal pericolo imminente, viene chiamato samadhi nelle discipline orientali. E' la stessa sensazione di identificazione che unisce l'artista con la sua opera, l'arciere col suo arco o il samurai con la sua spada ... in questo senso tutti possono esperirlo ... secondo me ...
Ciao
Lorenzo