Eccomi, appena arrivato... gente di mala fede!
La tre giorni dolomitica nonostante le condizioni meteo avverse è andata bene e il coraggio dei due prodi alpinisti che hanno osato sfidare le temperature polari e il vento di tramontana è stato ripagato, soprattutto il terzo giorno.
Venerdì via del topo alla torre Iolanda con venti centimetri di neve fresca... ravanata di due ore tra i mughi per arrivare all'attacco poichè il canalino di avvicinamento era innevato, zoccolo slegati e arrampicata fatta ripulendo dalla neve gli appigli su diversi tiri. Bella via, abbastanza facile e di soddisfazione (peccato il tratto chiave un po' liscio e umido...) se non fosse stato per il gelo alle mani (bollite alle mani costanti a ogni partenza manco fossimo su cascate...) e la lunga discesa in doppia con l'inconveniente della corda di cui il Maxxo vi ha raccontato... Ma non è stata colpa nostra in effetti perché la prima calata l'ha fatta uno dei due giovani trevisani che invece di fermarsi alla sosta di calata dell'ultimo tiro è sceso a quello successiva... sessanta metri di corda in diagonale tra spuntoni e fessure... Per la cronaca, non era possibile scendere a piedi dalla normale, il versante N era pieno di neve dura coperta dallo strato soffice appena caduto, e noi eravamo con le scarpe basse...
Ancora peggio il secondo giorno... Saliamo al Falzarego per vedere che aria tira: tirava un'aria di neve, impossibile arrampicare partendo da 2200 metri e improponibile l'alternativa della Dimai a Punta Fiames, 14 tiri a zero gradi... stavamo ancora li... Ci dirigiamo dunque a Passo Giau per fare la Superapida alla Crepa Negra settore centrale ... ma... insomma si ammettiamolo ci sbagliamo settore della parete e attacchiamo la Centrale alla parete Est. Durante l'avicinamento superiamo diverse pozze con crosta di ghiaccio spessa 5 centimentri... tanto per darvi un'idea del clima. Facciamo i primi due tiri della via assai più ostici del III+ IV previsto (infatti la via che abbiamo fatto ha il primo tiro di IV+ e V) poi mi avventuro verso un camino alla ricerca di qualcosa che corrispondesse alla relazione... senza successo. Arrivato a uno spuntone faccio sosta recupero il buon Maxxo ormai surgelato e decidiamo di calarci perché vabbè che l'alpinismo è sofferenza ma così è troppo...
Terzo giorno. Ci svegliamo e il cielo è di nuovo coperto da nuvole alte, ma il vento è calato. Sebbene un po' sconfortati decidiamo di provarci di nuovo. Trovo una bella via al Coston d'averau sulla guida di Bernardi (camino sud-ovest), venti minuti a piedi da Pian di Falzarego e rientro comodo per prati e mughi al passo. Arrivati su la temperatura già si abbassa sensibilmente, ma ormai siamo decisi. E per fortuna lo siamo stati... la via infatti si è rivelata assai bella (stupendo il primo tiro su placca di IV+ e V, che Maxxo non ha apprezzato perché salendo da secondo ha risentito del gelo che io io non ho provato per quanto ho stretto il culo...) e a metà salita... incredibile esce il sole (veramente quando è uscito noi ci siamo infilati in un camino profondo e umido, nonché alquanto marcio...) che ci accompagna per gli lutimi tre tiri... e ci scalda anche quando riscesi ad Alleghe ci siamo rifocillati con una meritata.... porchetta di Ariccia...
Insomma alla faccia dei gufi, due vie e mezza in tre giorni, freddo e sofferenza fisica a tratti, ma gran soddisfazione e divertimento... e poi le dolomiti sono le dolomiti... non c'è posto al mondo più bello per chi si diletta di arrampicata...
