Jean Christophe Lafaille disperso sul Makalu

Alpinismo sulle Alpi ed extraeuropeo, ghiaccio, cascate ecc.

Messaggioda Davide62 » mar gen 31, 2006 20:19 pm

Certo che qui il tempo passa e le speranze si assottigliano :cry:
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Messaggioda Earon » mar gen 31, 2006 22:18 pm

Davide62 ha scritto:Certo che qui il tempo passa e le speranze si assottigliano :cry:


mi sono perso l'inizio del topic, ma spero non si pensi al peggio...
qualcuno mi sadire se ci sono notizie fresche...

speriamo bene :roll:
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Messaggioda Maurizio » mer feb 01, 2006 8:54 am

Visto l'inspiegabile silenzio dei nostri media...forse aspettano una notizia certa...ecco qui:

http://www.lemonde.fr/web/recherche_res ... pertinence

Dice che un elicottero russo ha sorvolato la zona, faceva bel tempo ma molto freddo. Hanno visto la tenda, a 7600 m, senza alcun segno di vita. Secondo Koenig è difficile che se ci fosse stato qualcuno dentro la tenda non sarebbe uscito a farsi vedere. Dice che le temperature sono tra i -25 e i -35, che il vento è sui 70 km/h ma sulle creste può raggiungere i 100.

La moglie Katia dice che è molto duro per lei accettare la cosa, soprattutto per suo figlio Tom, che non ha ancora 5 anni e che aveva una relazione molto forte col padre. Si sentivano due volte al giorno per telefono.

come sempre ci sono polemiche sui blog di Le Monde sull'esempio che danno ai figli padri come Jean Cristophe...etc

ciao

Maurizio
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Messaggioda Danielino » mer feb 01, 2006 9:01 am

KATHMANDU, Nepal -- "Avvistata la tenda di Lafaille, ma di lui non c'è traccia". E' questa la dichiarazione ufficiale rilasciata dai collaboratori dell'alpinista francese Jean-Cristophe Lafaille, disperso da tre giorni sulla vetta himalayana del Makalu.


"Quest'oggi - hanno detto gli uomini del Winter team Makalu 2006 -un elicottero ha raggiunto quota 7000 metri ed effettuato una ricognizione di circa 45 minuti durante la quale ha individuato la tenda di Jean-Cristophe Lafaille che è rimasta al bivacco a quota 7600 metri. Ma di lui non ci sono segni".

"Le condizioni climatiche - prosegue la nota - sono buone e permettono una buona visibilità. Jean-Christophe sarebbe scomparso fra i 7600 metri e la vetta".

Katia Lafaille, moglie e manager dell'alpinista sarà domani 1 febbraio a Kathmandu.

:roll: :roll:
"non esiste nulla di più imprevedibile del pompino"- Paolo Re 2006
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Messaggioda Buzz » mer feb 01, 2006 9:38 am

Come sempre, si resta divisi.
Dando ormai per scontato che JC Lafaille abbia trovato la morte sul makalù.

Senza alcuna retorica.
Perchè sono lacerazioni che ognuno, nel suo piccolo, sente ogni qualvolta sa di star osando troppo vicino al limite.
Fra il vivere una vita piena, assecondando la propria natura e lasciare solo chi ti ama e aveva bisogno di te.

Senza alcuna retorica.
Un bimbo in più, fra i tanti che soffrono questo destino al mondo, sarà senza padre.
Non lo consolerà, quando sarà più grande, il fatto che il padre fosse un grande alpinista. O forse si, un poco, ma proprio perchè di fronte alle domande che si porrà, darà prima o poi una risposta e cercherà in quella un pò di consolazione. E l'eroismo in certi casi consola un pò di più.
Gratifica, perlomeno, più che una morte sul lavoro, o per una casuale malattia.

Eppure,
alla fine, non c'è alcuna differenza. Si vive e si muore.

JC Lafaille ha provato a fare quello che sapeva fare.
Sapeva che poteva andare male.
Il makalù d'inverno è ancora inviolato.
Fra un anno, o due, o tre, non lo sarà più.

La vita continua.

Ciao JC
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Messaggioda Maxxo » mer feb 01, 2006 9:50 am

Buzz ha scritto:Eppure,
alla fine, non c'è alcuna differenza. Si vive e si muore.

JC Lafaille ha provato a fare quello che sapeva fare.
Sapeva che poteva andare male.
Il makalù d'inverno è ancora inviolato.
Fra un anno, o due, o tre, non lo sarà più.

La vita continua.

Ciao JC

E' un boccone amaro da ingoiare ma è così
8) :( :(
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Messaggioda dags1972 » mer feb 01, 2006 10:11 am

Maxxo ha scritto:
Buzz ha scritto:Eppure,
alla fine, non c'è alcuna differenza. Si vive e si muore.

JC Lafaille ha provato a fare quello che sapeva fare.
Sapeva che poteva andare male.
Il makalù d'inverno è ancora inviolato.
Fra un anno, o due, o tre, non lo sarà più.

La vita continua.

Ciao JC

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...
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Messaggioda Maurizio » mer feb 01, 2006 10:13 am

sul blog di Le Monde, su cui tra l'altro ha inviato un commento anche il padre di Profit, riporto solo questo intervento che fa riflettere ancora una volta su come si mediatizzino oggi queste notizie. Tra l'altro sembrerebbe che in Francia stiano facendo una vera diretta TV:

"Che bisogno di precipitarsi a giudicare, a proiettare i propri valori... La libertà ed il coraggio di un padre in tutte queste spedizioni non sono forse un modello per il figlio che rimane? Invece di scandalizzarsi, rispettiamo il dolore della famiglia e la memoria di un uomo che ha vissuto intensamente; il valore che diamo alla vita e il gioco con la morte sono delle questioni troppo complesse per un blog, freniamo questo orgoglio di voler reagire per forza e subito...questo "dibattito" è molto lontano dagli 8000"
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Messaggioda Earon » mer feb 01, 2006 10:25 am

Buzz ha scritto:Eppure,
alla fine, non c'è alcuna differenza. Si vive e si muore.

JC Lafaille ha provato a fare quello che sapeva fare.
Sapeva che poteva andare male.
Il makalù d'inverno è ancora inviolato.
Fra un anno, o due, o tre, non lo sarà più.

La vita continua.

Ciao JC


si danno per scontate queste cose, su salite del genere...
nessuno lo nega...

ma una notizia del genere genera comunque sconforto...
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Messaggioda andreag » mer feb 01, 2006 10:46 am

Earon ha scritto:si danno per scontate queste cose, su salite del genere...
nessuno lo nega...

ma una notizia del genere genera comunque sconforto...


Scusate se mi chiamo fuori dal coro, dando pur per scontati tutto il dispiacere e lka pietà umana che si prova in casi come questo.


ma lo sconforto, proprio non lo capisco.
Davvero c'è qualcuno che pensava che con un attività del genere, invernali solitarie su cime di 8000 m, uno come Lafaille potesse arrivare tranquillamente alla pensione???
Era praticamente scontato che prima o dopo ci lasciasse le penne.
E penso lo sapesse anche lui. Aveva fatto una scelta, e per questo va rispettato, così come sua moglie che aveva scelto di stargli accanto e sostenerlo da vicino. Un po' meno contento sarà il figlio, che si troverà a crescere senza padre.
Per questo, soprattutto, io queste scelte non le capisco, personalmente non le farei mai.

Comunque penso che un'anelito alla morte sia indispensabile per chi fa delle attività così al limite, sempre sul filo del rasoio, quando parti sai sempre che hai delle buone probabilità di non tornare.

Andrea
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Messaggioda matto » mer feb 01, 2006 10:57 am

andreag ha scritto:
Earon ha scritto:si danno per scontate queste cose, su salite del genere...
nessuno lo nega...

ma una notizia del genere genera comunque sconforto...


Scusate se mi chiamo fuori dal coro, dando pur per scontati tutto il dispiacere e lka pietà umana che si prova in casi come questo.


ma lo sconforto, proprio non lo capisco.
Davvero c'è qualcuno che pensava che con un attività del genere, invernali solitarie su cime di 8000 m, uno come Lafaille potesse arrivare tranquillamente alla pensione???
Era praticamente scontato che prima o dopo ci lasciasse le penne.
E penso lo sapesse anche lui. Aveva fatto una scelta, e per questo va rispettato, così come sua moglie che aveva scelto di stargli accanto e sostenerlo da vicino. Un po' meno contento sarà il figlio, che si troverà a crescere senza padre.
Per questo, soprattutto, io queste scelte non le capisco, personalmente non le farei mai.

Comunque penso che un'anelito alla morte sia indispensabile per chi fa delle attività così al limite, sempre sul filo del rasoio, quando parti sai sempre che hai delle buone probabilità di non tornare.

Andrea

PIENAMENTE RAGIONE , MA LO SCONFORTO VIENE PER LA PERDITA DI UN GRANDE ALPINISTA ,E IL FATTO CHE UNO COME J.C AVESSE ACCETTATO I SUOI RISCHI , NON ELIMINA OVVIAMENTE LO SCONFORTO
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Messaggioda Montre » mer feb 01, 2006 10:58 am

premesso che qui non si giudica nessuno ma si parla solo per il piacere di farlo, posto anche la mia personale opinione.

credo che chi pratica questo tipo di alpinismo molto estremo, debba anche pensare a le persone che gli stanno vicno, una persona che si butta in certe sfide (vede anche berault) a mio avviso dovrebbero fare una scelta personale e sinceramente non capisco perchè mettono su famiglia.
E' chiaro che la scelta di formare una famiglia è un impegno importante, decidi di assumere delle chiare responsabilità e non mi sembra molto logico andare a schiantarsi in un invernale solitaria su un 8000, cosa che tra l'altro mi sembra mai fatta prima.

quindi dico, se questa è la tua vita, lascia fuori gli altri, e non essere cos' egoista.

sia chiaro, per me i grandi alpinisti sono tutti degli idoli, ma il rispetto degli altri e sopratutto per i bambini è una cosa essenziale.

è solo una mia opinione personale.
lavorare senza forum è come vivere senza f**a!

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Messaggioda matto » mer feb 01, 2006 11:08 am

Montre ha scritto:premesso che qui non si giudica nessuno ma si parla solo per il piacere di farlo, posto anche la mia personale opinione.

credo che chi pratica questo tipo di alpinismo molto estremo, debba anche pensare a le persone che gli stanno vicno, una persona che si butta in certe sfide (vede anche berault) a mio avviso dovrebbero fare una scelta personale e sinceramente non capisco perchè mettono su famiglia.
E' chiaro che la scelta di formare una famiglia è un impegno importante, decidi di assumere delle chiare responsabilità e non mi sembra molto logico andare a schiantarsi in un invernale solitaria su un 8000, cosa che tra l'altro mi sembra mai fatta prima.

quindi dico, se questa è la tua vita, lascia fuori gli altri, e non essere cos' egoista.

sia chiaro, per me i grandi alpinisti sono tutti degli idoli, ma il rispetto degli altri e sopratutto per i bambini è una cosa essenziale.

è solo una mia opinione personale.

SECONDO ME STIAMO SBAGLIANDO ,FATEMI CAPIRE SE UNO A UN FIGLIO NON PUO' PRENDERE DEI RISCHI PERCHE' SE MUORE LUI STA MALE ? IO HO UNA FIGLIA (NON VADO IN INVERNO A 8000 MT) MA I MIEI RISCHI ME LI PRENDO SAPENDO CHE PUO' SUCCEDERE , QUELLO CHE PUO' SUCCEDERE, E NON E' CHE ME NE FREGO ,E' SEMPLICEMENTE CHE OGNUNO A DIRITTO DI VIVERE LA PROPIA VITA COME CREDE ,NON SI PUO' CHIEDERE A UN UOMO DI PRIVARSI DELLA PROPIA LBERTA' PERCHE ' A MESSO AL MONDO UN FIGLIO, E CREDIMI LE RESPONSABILITA' DOVREBBERO' PRENDERSELE GLI UOMINI CHE QUANDO TORNANO A CASA STANNO DAVANTI ALLA TELEVISIONE E NON CAGANO DI STRISCIO IL FIGLIO PER GUARDARE IL GRANDE FRATELLO.OVVIAMENTE SONO PUNTI DI VISTA .CIAO
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Lafaille...

Messaggioda brunoz » mer feb 01, 2006 11:10 am

Ciao !! :(

Sul sito jclafaille c'è un comunicato di stamattina di Katia, la moglie...
rassegnata, ma comunque esprime un "Au revoir" a J-C...
:(
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Messaggioda Andreino » mer feb 01, 2006 11:13 am

Io rispetto tutti e le scelte di tutti.

Ciò premesso, visto che siamo in un forum, dico la mia: credo che se fossi un alpinista estremo (la definizione penso sia calzante, per chi fa scalate invernali agli 8000 mai fatte da nessuno...), non metterei su famiglia.
Almeno finché fossi in attività.

Come si diceva, la compagna è una persona adulta, che può fare le sue scelte.
I bambini no.

Poi, per carità, si tratta anche dei miei idoli, se così vogliamo dire, ma mi sforzo di fare riflessioni critiche, costruttive e lungi da me l'intenzione di criticare gratuitamente.

Si tratterebbe di una perdita gravissima (ammesso che ci siano perdite più gravi di altre...), parlando in termini alpinisitici sicuramente sarebbe così :cry:


In attesa della notizia miracolosa...
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Messaggioda andreag » mer feb 01, 2006 11:22 am

matto ha scritto:SECONDO ME STIAMO SBAGLIANDO ,FATEMI CAPIRE SE UNO A UN FIGLIO NON PUO' PRENDERE DEI RISCHI PERCHE' SE MUORE LUI STA MALE ? IO HO UNA FIGLIA (NON VADO IN INVERNO A 8000 MT) MA I MIEI RISCHI ME LI PRENDO SAPENDO CHE PUO' SUCCEDERE , QUELLO CHE PUO' SUCCEDERE, E NON E' CHE ME NE FREGO ,E' SEMPLICEMENTE CHE OGNUNO A DIRITTO DI VIVERE LA PROPIA VITA COME CREDE ,NON SI PUO' CHIEDERE A UN UOMO DI PRIVARSI DELLA PROPIA LBERTA' PERCHE ' A MESSO AL MONDO UN FIGLIO, E CREDIMI LE RESPONSABILITA' DOVREBBERO' PRENDERSELE GLI UOMINI CHE QUANDO TORNANO A CASA STANNO DAVANTI ALLA TELEVISIONE E NON CAGANO DI STRISCIO IL FIGLIO PER GUARDARE IL GRANDE FRATELLO.OVVIAMENTE SONO PUNTI DI VISTA .CIAO


va ben che sei matto, ma perchè urli?
e le acca dove sono finite??
:? :wink:

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Messaggioda matto » mer feb 01, 2006 11:24 am

andreag ha scritto:
matto ha scritto:SECONDO ME STIAMO SBAGLIANDO ,FATEMI CAPIRE SE UNO A UN FIGLIO NON PUO' PRENDERE DEI RISCHI PERCHE' SE MUORE LUI STA MALE ? IO HO UNA FIGLIA (NON VADO IN INVERNO A 8000 MT) MA I MIEI RISCHI ME LI PRENDO SAPENDO CHE PUO' SUCCEDERE , QUELLO CHE PUO' SUCCEDERE, E NON E' CHE ME NE FREGO ,E' SEMPLICEMENTE CHE OGNUNO A DIRITTO DI VIVERE LA PROPIA VITA COME CREDE ,NON SI PUO' CHIEDERE A UN UOMO DI PRIVARSI DELLA PROPIA LBERTA' PERCHE ' A MESSO AL MONDO UN FIGLIO, E CREDIMI LE RESPONSABILITA' DOVREBBERO' PRENDERSELE GLI UOMINI CHE QUANDO TORNANO A CASA STANNO DAVANTI ALLA TELEVISIONE E NON CAGANO DI STRISCIO IL FIGLIO PER GUARDARE IL GRANDE FRATELLO.OVVIAMENTE SONO PUNTI DI VISTA .CIAO


va ben che sei matto, ma perch
COME SAI CHE URLO? E LE "H" SCULO.POI NON SONO MICA MATTO ,E' TUTTA SCENA.
e le acca dove sono finite??
:? :wink:

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Messaggioda andreag » mer feb 01, 2006 11:27 am

matto ha scritto:
andreag ha scritto:
matto ha scritto:SECONDO ME STIAMO SBAGLIANDO ,FATEMI CAPIRE SE UNO A UN FIGLIO NON PUO' PRENDERE DEI RISCHI PERCHE' SE MUORE LUI STA MALE ? IO HO UNA FIGLIA (NON VADO IN INVERNO A 8000 MT) MA I MIEI RISCHI ME LI PRENDO SAPENDO CHE PUO' SUCCEDERE , QUELLO CHE PUO' SUCCEDERE, E NON E' CHE ME NE FREGO ,E' SEMPLICEMENTE CHE OGNUNO A DIRITTO DI VIVERE LA PROPIA VITA COME CREDE ,NON SI PUO' CHIEDERE A UN UOMO DI PRIVARSI DELLA PROPIA LBERTA' PERCHE ' A MESSO AL MONDO UN FIGLIO, E CREDIMI LE RESPONSABILITA' DOVREBBERO' PRENDERSELE GLI UOMINI CHE QUANDO TORNANO A CASA STANNO DAVANTI ALLA TELEVISIONE E NON CAGANO DI STRISCIO IL FIGLIO PER GUARDARE IL GRANDE FRATELLO.OVVIAMENTE SONO PUNTI DI VISTA .CIAO


va ben che sei matto, ma perch
COME SAI CHE URLO? E LE "H" SCULO.POI NON SONO MICA MATTO ,E' TUTTA SCENA.
e le acca dove sono finite??
:? :wink:

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....e anche con il "quoting".....

:lol: :lol:

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Messaggioda paolo75 » mer feb 01, 2006 11:55 am

Si parte dal presupposto che siamo sempre in grado di fare le nostre scelte, liberamente e con totale cognizione.
In realtà si incontrano delle persone, a volte ci si innamora, e non si sceglie di farlo, accade e basta, e non è nemmeno in nostro potere eliminare un sentimento, poter far sì che smetta di essere. Cosa vuol dire non mettere su famiglia, poter decidere consapevolmente se amare o no una persona? non credo sia in nostro potere.
Allo stesso modo, c'è in queste persone, ne sono convinto, una spinta che le porta verso la montagna, verso le imprese che compiono, è la loro natura, possono decidere di andarle contro, ma chiunque sa quanto sia difficile. Vivere così è per qualcuno l'unico modo di vivere, e anche in questo caso la scelta mi sembra molto vincolata da un sentimento che non può essere eluso.
Non sempre la vita può essere vissuta sui canali della razionalità, del calcolo, ma sono convinto che chi sceglie di stare con una persona sapendo chi ha davanti, ha deciso di accettare quello che la persona è, in tutti i suoi aspetti, anche se questo non cancella il dolore.
Per questo i discorsi sulla famiglia mi sembrano inutili e sterili.
La Faille è morto facendo quello che sentiva di dover fare, probabilmente sapeva che poteva succedere, ma un alpinista non è un aspirante suicida, parte sempre con la convinzione di tornare (l'ho sentito dire proprio pochi giorni fa, ad una serata con Ueli Steck), e morire per una passione non è così male, per un evento comunque triste e inevitabile.
Poveri fatti, povere cose, non ci sono, esistono solo interpretazioni. (Nietzsche)
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Messaggioda Maurizio » mer feb 01, 2006 12:01 pm

paolo75 ha scritto:Si parte dal presupposto che siamo sempre in grado di fare le nostre scelte, liberamente e con totale cognizione.
In realtà si incontrano delle persone, a volte ci si innamora, e non si sceglie di farlo, accade e basta, e non è nemmeno in nostro potere eliminare un sentimento, poter far sì che smetta di essere. Cosa vuol dire non mettere su famiglia, poter decidere consapevolmente se amare o no una persona? non credo sia in nostro potere.
Allo stesso modo, c'è in queste persone, ne sono convinto, una spinta che le porta verso la montagna, verso le imprese che compiono, è la loro natura, possono decidere di andarle contro, ma chiunque sa quanto sia difficile. Vivere così è per qualcuno l'unico modo di vivere, e anche in questo caso la scelta mi sembra molto vincolata da un sentimento che non può essere eluso.
Non sempre la vita può essere vissuta sui canali della razionalità, del calcolo, ma sono convinto che chi sceglie di stare con una persona sapendo chi ha davanti, ha deciso di accettare quello che la persona è, in tutti i suoi aspetti, anche se questo non cancella il dolore.
Per questo i discorsi sulla famiglia mi sembrano inutili e sterili.
La Faille è morto facendo quello che sentiva di dover fare, probabilmente sapeva che poteva succedere, ma un alpinista non è un aspirante suicida, parte sempre con la convinzione di tornare (l'ho sentito dire proprio pochi giorni fa, ad una serata con Ueli Steck), e morire per una passione non è così male, per un evento comunque triste e inevitabile.



complimenti, bellissimo intervento!
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