Quante volte, sia d?estate che d?inverno, passando da Capo di Ponte in Val Camonica, lo sguardo è stato attratto dal versante arcigno, complesso e articolato del gruppo della Concarena? Il Vaccio, la Corna Rossa, il Golem, la Cima Bacchetta e i Ladrinai rivolgono sul lato NE un versante scosceso e dirupato. Si nota, quando è presente la neve, anche a stagione inoltrata, una striscia bianca fino a bassa quota. E? proprio da quella ?lingua di neve? che comincia la nostra giornata. La valanga giunge a 700 m. Abbiam lasciato la macchina da nemmeno 100m. Nella valanga si cammina faticosamente per via dei blocchi instabili di neve marmorea. Marta ha qualche difficoltà a mantenere l?equilibrio, ma non si lascia demordere. Lo scenario è suggestivo. Man mano che ci alziamo sembra di entrar in punta di piedi in questo selvaggio mondo. La civiltà è sempre più lontana dietro di noi. Davanti solo crode, canali, guglie e neve. Le ciaspole che abbiam in spalla sembra proprio che non le calzeremo tutto il giorno. Il sole per un buon tratto viene a riscaldarci e non fa che dare un?atmosfera ancor più piacevole al paesaggio così selvaggio. Più ci alziamo e più l?imponenza delle pareti che ci sovrastano diviene evidente. Sono incrostate dal ghiaccio e segnate da strisce verticali di goulottes sinuose e invitanti. Scegliamo via via l?itinerario migliore insinuandoci in un nuovo canale fino a sfiorare la roccia delle pareti. Qui una sosta mangereccia e via ancora verso l?alto su neve marmorea. In vista della bocchetta dei Ladrinai decidiamo tuttavia per il rientro. E? ora invece il turno della mia perlustrazione? Eh sì, perché la nostra gita ha un secondo scopo. Oltre la visita di questo versante selvaggio della Concarena, volevo vedere da vicino ciò che per anni ho solo intravisto da lontano e sognato di andare a calcare di persona. Lascio lo zaino a Marta che mi aspetta e parto di gran lena con i miei attrezzi. Il pendio di neve dura mi fa risalire il conoide donde mi insinuo in un canale spettacolare sui 50° che mi porta nelle ?viscere? della Bacchetta. Man mano che salgo infatti sembra proprio di entrare nella montagna. Eccomi ora su un saltino di ghiaccio di qualche metro che rende più piccante il percorso. Eccomi ora entrare in una gola larga due metri al massimo e con pareti alte centinaia di metri: sorprendente l?azione erosiva dell?acqua nel corso dei secoli. Dopo diversi metri il mio percorso è sbarrato da un tappo di neve che mi sovrasta 3 metri sopra di me. Qui non si passa? Probabilmente dipende dagli anni. Raggiunta Marta, cominciamo la discesa, ma giunti sui 1300 m, seguendo un sentiero giungiamo comodamente verso sinistra alle baite Natone. Di qui per comode mulattiere con un po? di orientamento (e culo ) giungiamo all?auto.
Arrivederci Bacchetta. Non finisce qui...
Il reportage:
http://www.on-ice.it/onice/viewtopic.php?t=7154
Un primo assaggio:
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Una decina di giorni dopo l?utilissima perlustrazione alle falde della BACCHETTA con Marta, eccomi con Mattia, Mirko e Dademaz rimontare ancora una volta la malagevole valanga stavolta al buio pesto. In 3h30 siamo all?attacco del canale che ci interessa. La giornata, nonostante le previsioni, è ancora bella. Qui la neve si fa marmorea e i ramponi sono d?obbligo. I soci sono curiosi di andare a vedere il ?tappo? di cui tanto ho parlato nei giorni scorsi. Entrati nella gola, la curiosità lascia spazio allo sgomento: più che un tappo si tratta di un tetto. Avevo tentato di spiegarlo loro mostrando numerose foto e dicendo anche che con una scala sarebbe stato ?facile?, ma evidentemente vedersi quel muro davanti fa un altro effetto. Prova Dade con due tentativi senza successo. La placca di roccia a lato è liscia e troppo alta, gli appoggi per i piedi (ramponi) irrisori, il ghiaccio sottile e spostato rispetto alla linea, le protezioni praticamente inefficienti. Provo io. Il primo tentativo termina con un capitombolo nella neve. Il secondo, quando ormai ho ?agguantato? soddisfatto la neve marmorea del tetto con una picca, finisce ugualmente al suolo. Riparte Dade ed ora bello convinto risolve alla grande il muro. Ora pendiamo dalle sue labbra. Come sarà sopra? Si passerà? Purtroppo, la notizia di una cascata improteggibile, che ci farebbe perdere molto tempo (oltre a quello perso fin d?ora e al freddo accumulato, anche e soprattutto di Mat e Mirko che sono fermi da ore) e le incognite della parte superiore della via e il maltempo annunciato per il pomeriggio, ci consigliano la ritirata.
Insomma, in ogni caso un?altra giornata nel cuore nascosto della Bacchetta. Una bella giornata di vera montagna con grandi soci (e un buon modo direi per Mattia per festeggiare il suo genetliaco e?). E? comunque un arrivederci, magari non dal ?tappo??
Il secondo reportage
http://www.on-ice.it/onice/viewtopic.php?t=7156
Due video...
http://www.youtube.com/watch?v=H9v1vkFmJdc
http://www.youtube.com/watch?v=FoQObpynKBI
E un assaggio:

Quanto monotona sarebbe la faccia della Terra senza le montagne (Emanuel Kant).
F R A N Z - 77