Uli Steck e la sud dell'Annapurna

Alpinismo sulle Alpi ed extraeuropeo, ghiaccio, cascate ecc.

Messaggioda alberto60 » mer ott 30, 2013 17:16 pm

Pié ha scritto:non deve mica esser stato uno scherzo salire e soprattutto scendere..
https://thebmc.co.uk/benoist-and-graziani-repeat-ueli-stecks-route-on-annapurna

Certo che continuare in stile alpino sulla linea iniziale era bella dura eh..


dei veri e propri visionari che c'hanno provato e non hanno mollato cercando comunque una linea verso l'alto in quel momento possibile .
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Messaggioda Roberto » sab nov 09, 2013 10:23 am

Qualcuno sta mettendo in dubbio la vetta di Steck perchè, avendo perso il GPS e la macchina fotografica, non ci sono prove. Giustamente, qualcun altro ha affermato che bisogna credere alla sua parola perchè Steck possiede il livello per quella salita.
Giusto.
Ma...allora perchè ci crocifisse Tomo Česen? Il GPS non l'aveva, ma il livello sì, eccome. Era forte quanto Steck adesso, e avanti di almeno dieci anni su tutti. Sulle Alpi faceva cose che i migliori non immaginavano neppure. Si allenava come nessun altro avendo capito in anticipo che il romanticismo poteva bastare fino a determinate cose ma per farne altre bisognava semplicemente fare quello che si fa in ogni sport serio: mettere il talento al servizio dell'impegno quotidiano, estremo. Cesen era probabilmente il più forte ghiacciatore dell'epoca e, come commentò Twight, "uno che poteva tranquillamente fare il 6b sprotetto con gli scarponi, e non ho mai visto nessun altro che poteva farlo ( Twight scalava con Jeff Lowe e Steve House quando l'ha detto...)". Non è che il povero Cesen non aveva allora gli sponsor giusti per difendersi, e magari aveva pure la nazionalità sbagliata per alzare la voce?
I motivi per credere al grande Ueli Steck sono così ovvi che non vediamo neppure il motivo del dubbio. E questa affermazione vale anche per il grandissimo Tomo Česen che, lo sappiano anche i giovani, fece per l'alpinismo quello che pochissimi altri hanno fatto. Uno che nel curriculum ha delle salite che se si chiedesse ai vincitori degli ultimi dieci anni del Piolet d'oro di andare a ripeterle potrebbe sentire la risposta, ma sei impazzito? Se il Piolet d'oro vuole redimersi dalle figuracce degli ultimi tempi, dovrebbe dare a lui il premio alla carriera e riabilitarlo completamente.
(Stile Alpino - il magazine dei Ragni di Lecco)

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Uli Steck e la sud dell'Annapurna

Messaggioda Yota » sab nov 09, 2013 11:55 am

Allora, le cose non sono proprio come riportate da Stile Alpino.
In primis, Kammerlander ha fatto dei test molti anni fa con Cesen su materiali da ghiaccio, e udite udite, è l'impressione che ebbe di Tomo, e che fosse TUTT'ALTRO che un grandissimo ghiacciatore ( parole di HANS con testimonianze sulle sue parole, e Kammerlander non è ne un gasato, ne uno spaccone, ma avendo amici che hanno scalato assieme ( clienti) è una grande persona ( che però dice quel che pensa!)
Poi, ci sono VARIE salite NON accettate e invalidate dal mondo alpinistico di salite compiute da Tomo Cesen
Esempio :
No Siesta al Croz ( prima solitaria di Cesen )
Nord dell'Eiger via Heckmair, salita di notte, e con la TORMENTA che imperversava dall'attacco della via, ( voglio vedere chi è capace di salire di NOTTE con la TORMENTA la Nord dell'Eiger!!!
Nord dello JANNU m7710 Via Nuova in solitaria 23 ore 2500m di parete difficoltà ( 6+ A2 70° - 90° su ghiaccio)
Parete Sud del Lothse Prima Assoluta prima Solitaria prima Discesa in 41ore

Aggiungo questo interessante commento che ho trovato e che mi trova pienamente in accordo su Tomo Cesen .

Tutto è possibile. Diciamo che se Cesen ha fatto anche solo un terzo di quello che si è / gli hanno attribuito (in 'sta storia le due cose a volte non coincidono!) allora bisogna credere che:

1) Sapesse volare (non solo in verticale, ma soprattutto in orizzontale, in modo da non lasciare tracce nelle neve!)

2) Avesse 15 anni fa un livello tecnico superiore non solo a tutti gli alpinisti dell'epoca, ma anche a quelli attuali, riuscendo a superare slegato in tempi ridicoli difficoltà che ancora oggi sono al limite estremo della tecnica di arrampicata (per poi naturalmente fallire clamorosamente su difficoltà più semplici, guarda caso tutte le volte che in cima c'era qualcuno che poteva vederlo!

3) Potesse totalmente rendersi invisibile

4) Avesse il dono dell'ubiquità

5) Fosse un ingenuo senza una vaga idea di come si gestisce la documentazione di una salita alpinistica, ma allo stesso tempo sufficientemente astuto da procacciarsi lucrativi contratti di sponsorizzazione un po' dappertutto (potete incominciare anche a ridere - la giacca alpinistica che uso da 12 anni è la Tomo Cesen della Great Escapes!!!)

7) Che un mucchio di persone (in tempi diversi e senza conoscersi fra di loro!) abbiano messo insieme, per pura malizia, una gigantesca congiura globale ai suoi danni, e che questa congiura sia riuscita talmente bene che non solo qualsiasi prova da lui messa piedi per dimostrare le sue imprese (non solo il Lhotse!) si è rivelata a) inconsistente oppure b) presa in "prestito" oppure c) aria fritta, ma addirittura il poco che sembrava avere senso si è praticamente sfaldato come neve a sole appena qualcuno ha preso la briga di andare a verificare di persona, e questo include rispettati personaggi del mondo alpinistico che inizialmente lo difendevano!

Cool Infine, che non esista al mondo una sola persona che possa confermare direttamente le inumane capacità alpinistiche di questo superuomo, al di là del fatto che è/era un ottimo climber, e su ghiaccio se la cava. Infatti (cito direttamente la risposta che Cesen diede a Messner quando questi gli suggerì di fare almeno UNA salita degna di nota in compagnia di qualcun'altro) era capace di compiere le sue imprese solo quando era solo soletto...

Scusate l'ennesima sbrodolata verbosa, ma quando sento il nome "Cesen" mi sale la pressione. Non tanto per lui - alla fin fine, è stato più furbo di altri, e finche è durata si è venduto bene. E neppure per i personaggi che si sono mossi dietro a 'sta storia, compreso una parte della "Chamonix da bere" della fine degli anni '80, e 'sto pateracchio di media spregiudicati, soldi e politica (purtroppo!).

La cosa che mi fa incazzare è che esistono / sono esistiti tanti altri alpinisti veri che, quelli sì, hanno fatto imprese spettacolari e molto poco mediatizzate, dalle quali spesso non hanno ricavato che rispetto e pacche sulle spalle... per poi magari venire ricordati dal giornalista di turno con il solito tono a mezzo e mezzo fra il luogo comune e la mezza presa in giro, manco fossero dei reietti, perchè lo stile di quanto facevano ma si accordava con la moda del momento. Qualcuno si ricorda di Giancarlo Grassi? Un uomo che scalava in montagna/falesia 200 giorni l'anno, e che nello stesso periodo apriva 100 vie nuove su tutti i gradi di difficoltà e tutti i terreni? Uno che ha esplorato metodicamente ogni maledetto angolo delle alpi nord occidentali? Uno che ha alzato il grado dell'arrampicata su ghiaccio in Italia di almeno due tacche? Uno senza la cui presenza le falesie e il bouldering italiano non sarebbero esistiti come li conosciamo? Uno che ha aperto in 19 ore la più lunga via di ghiaccio tecnica del gruppo del Bianco, in pieno versante sud roccioso (via mai ripetuta)? Beh, adesso tutto quello che il mondo può sapere di Grassi è il capitoletto sull'ultimo libro di Enrico Camanni, dove per l'ennesima volta ci ricordano che era un tipo un po' semplice e ingenuo, e che, oddiomio, "non si sapeva vendere".

Beh, vi dico una cosa. Potessi tornare indietro, fra le tante cose che vorrei fare, andrei da Giancarlo e dirgli "Fatti furbo - venditi come tutti gli altri. Spendi un po' meno tempo ad arrampicare come fai ora - spesso più o meno gratis con l'entusiasta di turno che altrimenti mai e poi mai avrebbe potuto vivere certe emozioni - e passa più tempo a gestire i tuoi rapporti con Glenat e soci, gonfia le tue imprese, nascondi i tuoi insuccessi. Certo, magari amici ed ammiratori ti ricorderanno con meno affetto e meno ammirazione... ma vuoi mettere con i soldi che lascerai alla tua famiglia?"
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Messaggioda VYGER » sab nov 09, 2013 12:12 pm

Pié ha scritto:non deve mica esser stato uno scherzo salire e soprattutto scendere..
https://thebmc.co.uk/benoist-and-graziani-repeat-ueli-stecks-route-on-annapurna

Certo che continuare in stile alpino sulla linea iniziale era bella dura eh..


Almeno a 7.300 m sembra essere arrivato:

On the next day, having overcome more hard pitches (80-90°), they almost reached the top of the barrier, bivouacking at around 7,400m. In the middle section of the barrier, they noticed, over to the right, an old rigid stem Friend, and Karabiner, presumably remnants of the Béghin-Lafaille attempt. They also noted traces of Steck's passage at around 7,300m.
Non cesseremo di esplorare - E alla fine dell'esplorazione - Saremo al punto di partenza - Sapremo il luogo per la prima volta. T.S. Eliot
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Re: Uli Steck e la sud dell'Annapurna

Messaggioda Pié » sab nov 09, 2013 15:18 pm

Yota ha scritto: ...

Ma perchè scrivi un po' maiuscolo ed un po' minuscolo? Viene il mal di mare a leggere..

Per quanto riguarda Cesen mi astengo, non ho elementi x giudicare, quello che però aggiungerei al "minestrone" di accuse che hai scritto è che in quegli anni tutto era portato al limite e se si voleva giocare quelle erano le regole, c'era chi ci riusciva e chi no, come c'era chi soppravviveva e chi no.. E in un ambiente sotto pressione come quello di chamonix dove emergere non era semplice non faccio neanche troppo fatica ad immaginare quanto rugasse che un forestiero venisse a portar via delle prime da sotto il naso.

Per il discorso di Grassi, in quel periodo di gente che andava ce n'era parecchia, e tra tutti non è che mi sembri il meno ricordato.. Però magari mi sbaglio.
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Messaggioda VECCHIO » sab nov 09, 2013 19:26 pm

Quelli molto bravi non riescono ad essere furbi.
Molti altri pensano a come guadagnare denaro.
Basta osservare i miti nostrani.

Ma è sempre così da che mondo è mondo ?
....ALPINISTA......NO GUIDA....... questa mi scombussola
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Messaggioda nuvolarossa » sab nov 09, 2013 21:29 pm

Yota, solo una curiosità, non polemica, ma tu hai scalato con Grassi su roccia e/o su ghiaccio?
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Messaggioda Yota » dom nov 10, 2013 8:29 am

@@@@@ NuvolaRossa :

Ciao, di quel'epoca ho conosciuto il Grassi, il Manera, il Motti, e quest'ultimo lo considero una persona eccezionale, di grande intellingenza e grande pensiero.
Mai però arrampicato con loro. A quell'epoca ho arrampicato con Alessandro Nebiolo, Sergio Bottaro, Yvan Ghirardini e altri. Comunque per finire il discorso su Cesen, li grande Yvan, è stato il primo a mettere in dubbio le salite di Cesen, le sue ( documentate ) e dalla sua esperienza e naturalmente bravura, il suo curriculum parla per lui, mi disse proprio che era IMPOSSIBILE che Cesen avesse salito la Nord dell'Eiger da solo di notte e nella tormenta!!!!!
E penso tu la sappia, ma di palle in alpinismo e di bugiardi ne abbiamo e non pochi casi ( confermati ) Poi basta che vai su i Vertical vecchi, e trovi le giuste accuse e le spiegazioni di Ghirardini su Cesen, ( sulle sue palle) E siccome mi onoro di conoscere una grande persona come Yvan gli credo, e anche SE non l'avesse detto lui io dalle mie documentazioni a Cesen su varie salite NON credo,
in primis su NO SIESTA alla parete Nord delle Jorasses, ( grossa bufala)
Penso che Tu conosca Yvan Ghirardini, in caso ti posto qualcosa, ma il suo curriculum e molto più vasto
Faccia trilogia del Nord

Nel 1975, fece la sua prima solitaria invernale della parete nord delle Grandes Jorasses tramite la Sindone (Le Linceul). Nel gennaio 1977, ha tentato una solitaria invernale del Cervino , ma non è riuscita a causa di una tempesta. Tuttavia, egli era riuscito nel suo secondo tentativo nel dicembre dello stesso anno. Egli ha messo in solo le Grandes Jorasses nuovamente nel gennaio 1978 (lo Sperone Croz), e poi la parete nord dell'Eiger marzo 1978, diventando così il primo alpinista a solista tutte e tre le " trilogia "(le pareti nord del Cervino, Grandes Jorasses ed Eiger) in inverno.
K2

Ha tentato K2 due volte nel 1979, entrambe le volte dover rinunciare a causa di condizioni di tempesta. Ha fatto un bivacco solista senza ossigeno a 8.300 m.
Mitre Peak

Nel 1980, Ghirardini salito Mitre Peak nel Karakorum in Pakistan , di nuovo solo. Egli è l'unico alpinista ad oggi di averlo fatto.
Aconcagua :

Primo assolo salita della parete sud, in quattro giorni, in seguito alla francese Route-1954 e prendendo variazione del Messner, ha raggiunto la vetta nel gennaio 1981 rendendo questo straordinario primo.
Reve Ephemere D'Alpiniste, Grandes Jorasses :

Ghirardini, 1994, V 5, 6a, A2, 65 °, 800m, tra pt Margarita e pt Giovane, couloir effimero. La prima parte è stato scalato con Slavko Sveticic, quindi Ghirardini in solo l'ultima sezione.
Nuove rotte .

Aig.Pierre André, Tre super "dirictissimes" a Oriente, Nord e Sud Volto, tutto ED.
Aiguille de Saussure, "Vacances d'alpinistes", con Joshua Geetter.
Aiguille Noire de Peuterey, percorso duro sul fronte NE, DE, con Joshua Geetter.
Grandes Jorasses, Pointe giovani, "Cristal Palace", una salita solitaria.
Pointe Durier, Hard nuova via sulla SW viso, con Franck e Philippe Henry.

Saluti.
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Messaggioda nuvolarossa » dom nov 10, 2013 21:43 pm

Ciao Yota,

grazie per la risposta e il tempo che hai dedicato.
Ghirardini non ha bisogno di presentazioni.

La mia domanda non era polemica credimi, mi fa piacere che qualcuno si ricordi di Giancarlo Grassi, lo sento citare più dai francesi che da questa parte delle Alpi. Inevitabilmente insieme a Gianni Comino.

Su Cesen non ho certezze, quindi taccio, leggo e cerco di capire.
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Messaggioda Drugo Lebowsky » dom nov 10, 2013 22:12 pm

beh... almeno abbiamo la conferma che Yota non è propriamente un giovincello :mrgreen:
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Re: Uli Steck e la sud dell'Annapurna

Messaggioda Callaghan » dom nov 10, 2013 23:30 pm

Yota ha scritto:(...) Uno senza la cui presenza le falesie e il bouldering italiano non sarebbero esistiti come li conosciamo?(...)


non esagerare.
Grassi era forte ghiacciatore, ma su roccia ha pasticciato e non poco, mostrando manie più che idee.

quanto al resto, su balle e svariate di alpinisti, io per definizione credo alla parola, perchè la montagna è talmente oggettivamente soggettiva che dove oggi sali, domani trovi ghiaccio alto 10 cm, specie ad altre longitudini, e quando pensi di aver visto uno forte, ne hai dimenticati altri 100 che lo sono 100 volte di più.
oltre al fatto che il problema, eventualmente, non è mio, ma di chi mente, e che sindacare portando come motivazioni schemi di alpinismo non è una roba che fa bene, all'alpinismo.

ciao
ogni uomo dovrebbe conoscere i propri limiti
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Messaggioda Pié » lun nov 11, 2013 9:27 am

Yota,
di Ghirardini a parte le salite fatte so poco: puoi parlarci di lui?

Grazie.
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Messaggioda Yota » lun nov 11, 2013 11:40 am

@@@@@ Piè , ciao, mi metti un pò in difficoltà, perchè di acqua sotto i ponti ne è passata molta, quindi con il grande Ivan è molto tempo che ci siamo persi ( e mi dispiace tantissimo perchè lo ritengo una grande persona in primis, a prescindere dal grande alpinista che era, ( prima per me è importante la persona. il resto viene dopo!!! ). Allora, vediamo nei ricordi( mi dispiace tantissimo non più avere la sua lettera autografa con scritto tutto il materiale che aveva sulla prima solitaria invernale al Linceul e che mi aveva mandato su mia richiesta ( quello che mi ricordo credo bene, e che lo zaino pesava 40 Kg!!!! ) Come quello di Casarotto quando fece la Superintegrale al Bianco!!
Infatti, il peso dello zaino di Yvan mi aveva stupito, poi ho letto l'elenco materiale, ancora di più ( altri tempi 1975 altri materiali !!!altri concetti)
Io, se non ricordo male l'ho conosciuto nel 1976, Lui aveva una baita, vicino all'Aiguille Pierre Andrè, dove viveva e si allenava ( ed è qui che ho arrampicato con Lui ) Lui frequentava molto lo Chambeyron anche, e gruppo Castello - Provenzale ( dalla sua baita se non ricordo male si arrivava al Col Maurin in 2,30; io l'ho conosciuto tramite un mio amico che era molto amico di Ivan, ( io arrampicavo con questo) Lui l'ha conosciuto prima e quindi poi siamo diventati amici, e siamo andati a casa sua a Chamonix e alla sua baita
che si trovava se non ricordo male 30 - 45m. dalla Pierre Andrè suo campo di allenamento ufficiale. Lui era molto amico di Bonatti, infatti , un giorno, siamo arrivati per fargli visita, e lui la sera prima aveva fatto con il Bonatti una serata di proiezione ad ANNECY ( loro insieme ) sfortunatamente siamo arrivati il giorno dopo, ( Così Tramite Yvan avrei potuto conoscere il Grande Walter, e mi dispiace) Comunque Yvan era molto amico e ne parlava benissimo!!! Questo, se non ricordo male, è successo nel 1980. Poi, siamo ancora andati da Lui ( siccome avevo un'amico che aveva un negozio di alpinismo ) a comprare Abbigliamento Tecnico che Lui produceva, ( con il suo marchio) Aveva dei lavoranti ( Siccome sono un pò del settore) mi aveva chiesto se volessi diventare un suo dipendente ) Questo amico a comprato varia roba per poi rivenderla nel suo negozio e se non ricordo male, da quella volta, per una cosa o per l'altra ( problemi di vita e altri) non ci siamo più rivisti, e me ne rammarico molto perchè l'Yvan è una Grande persona!!
Quindi passano gli anni e ognuna continua per la sua strada, e gli anni sono passati e molti, e questo mi dispiace molto, cercherò di contattarlo.
Solo da poco, so che ha avuto molti problemi, ma questo lo scoperto da poco, su internet ( non mi era mai passato per la testa di fare ricerche ) infatti sono rimasto basito da quello che ho letto!!! E da quello che ha passato ( credo anche 4 mesi di prigione) Pare ci fosse una specie di congiura contro di Lui, adesso vedo di postarti quello che ho trovato

Ivano Ghirardini irruzione nel mondo dell'alpinismo nella sua drammatica ascesa della Sindone nel 1975, salendo poi in uno invernale (1977-1978), le tre pareti nord: Cervino Jorasses, Eiger. La sua personalità è molto controverso. Parla poco, è vero, eppure ha molto da dire. Tanto da essere.

La prima volta che ho sentito il nome era Ghirardini aux Bois. A Chamonix. Un elicottero è venuto giù questo giovane 22enne alpinista recuperato da qualche parte sul versante italiano delle Grandes Jorasses. Il suo nome era del tutto sconosciuto per me. E 'stato alla fine dell'inverno 1975.
Poi un giorno ho incontrato Ivan. Non mi ricordo dove o quando. Io tengo solo il ricordo dei suoi occhi bruciati con grande forza interiore. Mi ha raccontato dei suoi piani, senza estendere. Ovviamente questo Marsiglia di origine italiana non era di quelli che dicono facilmente.
Nel 1978, al suo ritorno dalla salita invernale dello Sperone Croz delle Grandes Jorasses, mi ha dato alcuni dettagli circa la sua gara. Molto poco. Il ritorno di Eiger, lui mi ha appena detto la sua caduta: "Ero orgoglioso" ...
Sembrava davvero difficile discutere con lui. Alcuni non ha nascosto che si trovavano per pazzo. Altri hanno parlato dei suoi doni straordinari.
Poi un giorno, poco dopo la guida di formazione, ha cominciato a dirmi di lui, le sue speranze, il suo scopo, i suoi progetti ...
"Ho studiato a Marsiglia ... Per diventare un ingegnere meccanico o un insegnante. Avevo 20 anni e il mio primo contatto con la montagna, è stata una passeggiata nella valle dell'Ubaye. Mi ricordo che abbiamo avuto enormi sacchi. Ma ero felice per una settimana ... Mi sentivo come un invito alla montagna "
Al suo ritorno Ivan inizia a de ¬ arrampicata indoor. Vicino a Saint Auban dove vive, viaggia tutti i canali rocce di San Giovanni: "Io sono nato rischi enormi senza di me ^" rendo conto che spesso ho molta paura "Un giorno, anche lui deve bivacco.. sulla cima di una pista di 20 metri, accostare.
Questo è un libro che sarà il trigger che rilascerà il ragazzo chiuse. Il libro di Walter Bonatti "Nei miei geni ¬ ascesi." "La sua musica mi ha affascinato ho letto e riletto. Quello che non mi interessava, volevo condurre una vita di avventura. Il libro Bonatti è stato il punto di rottura ... Ho deciso di lasciare. "
La rottura non è stato facile. Era ancora il punto di partenza per una trasformazione, una ricerca che il primo passo sarebbe la solitaria invernale della Sindone. La rottura era anche un desiderio di diventare guida, seguire il percorso indicato da Bonatti. Come lui.
"Io non ho riso ammirazione per lui, e non mi piace questa parola ... No! Ho stima esattamente. Si tratta di uno scalatore che non ha tradito la sua filosofia. Quello che voglio è quello di prendere ciò che è Bonatti. In primo luogo, perché io sono la cultura italiana e per il suo approccio era molto spirituale "
Il nome di Walter Bonatti Ghirardini viene spesso quando si parla di alpinismo. Egli ha anche spiegato la sua posizione in relazione a lui: "Quando si ha un padrone, tu imitare, si tenta di abbinarlo. E allora si tenta di sorpassare, di andare oltre ... "
Andando oltre ... Questa non è una ricerca per l'impresa, ma una ricerca filosofica. O meglio, spirituale.
Diventa guida è una sfida: nel 1973, Ghirardini è un principiante che ha scalato in tutto e per tutti e tre di Évéchée nelle Alpi meridionali. Così si allena come un pazzo, dando la matematica, la fisica di sopravvivere. Ha fatto la sua prima vera stagione di montagna con il suo fidanzato Robert Chevallier: Pelvoux, Viso, Monte Bianco traversata da Miages e ... Gervasutti l'ala fredda.
Dopo questa stagione si è più determinato che mai a diventare una guida.
"Ho avuto una piccola montagna stagione dietro di me, e ha dovuto sottomettersi alla" guida aspirante "tre anni di esperienza ... Poi ho notato i nomi di tutte le cime delle Alpi del Sud che avevo scalato durante le escursioni, tutte le piccole vie che avevo scalato in Ubaye. Il ricordo di quel sorriso distorsione è Ivan che non ha mai mantenuto rapporti eccezionali con la Scuola Nazionale.
"Durante il corso mi è stato quasi buttato per indisciplina." Questa disciplina, che in realtà è solo un altro modo di esprimere la sua libertà, gli valse la commissione di disciplina per guidare corso due anni dopo. E l'ultimo posto nella sua classe quando era certamente superiore alle classifiche ... Tutto ciò non è importante.
"Ero sicuro
che nulla poteva
mi distruggerà. "
Dopo la guida tirocinante tirocinio, Ivan attraversa una grave crisi morale. Parla della sua difficile infanzia immigrata, la sua numerosa famiglia, a parlare ancora una volta Bonatti ... "Sentivo che l'O, potrei fare di meglio, che nella vita c'era qualcosa di bello da capire ... Così sono andato a Lin condizione ¬ solo ... "
Quando il nome è stato pronunciato Ghirardini quando il scesero esaurito, surgelati, poche persone veramente capire. Per molti, questo giovane aspirante estraneo guida aveva sopravvalutato le sue forze avevano commesso indiscrezioni incomprensibile. Nessuno, infatti, percepito approccio Ivan domestico: "La Sindone non è per l'alpinismo ... Io non ci vado a fare una prima, parlare con me ... E 'stato solo a mettere in discussione me stesso, per cercare di capire ... Quando ho lasciato, mi sentivo protetta, ero sicuro che nulla mi poteva distruggere "
Dopo aver salito il primo terzo del cammino Desmaison, dopo aver scalato le pendici del ghiaccio, perde la sua stufa, abbandona il suo materiale superfluo e rilasciato in pieno solista. Per sei giorni si attenderà. Non la morte, ma ciao! In questa incredibile avventura, Ivan racconta la storia della montagna e alpinismo
Qui comunque hai tutto in primis su una grandissima Persona che mi onoro di aver conosciuto e arrampicato insieme. CHAPEAU IVANO!!!!!!!!!

http://ivano-ghirardini.blogspot.it/200 ... ltimi.html
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Re: Uli Steck e la sud dell'Annapurna

Messaggioda Pié » lun nov 11, 2013 12:01 pm

Yota ha scritto:...


grazie
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Re: Uli Steck e la sud dell'Annapurna

Messaggioda alpujarra » lun nov 11, 2013 13:26 pm

Callaghan ha scritto:Grassi era forte ghiacciatore, ma su roccia ha pasticciato e non poco, mostrando manie più che idee.


???? :-k
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Re: Uli Steck e la sud dell'Annapurna

Messaggioda VECCHIO » mer nov 13, 2013 9:48 am

alpujarra ha scritto:
Callaghan ha scritto:Grassi era forte ghiacciatore, ma su roccia ha pasticciato e non poco, mostrando manie più che idee.


???? :-k


Lo ricordo fortissimo sempre allegro e "in pista", ma pensieroso e mai pieno di gioia, forse in fondo in fondo infelice.
Ma l'ho incontrato poche volte e non ho mai scalato con lui, forse mi sbaglio.
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Messaggioda sergio-ex63-ora36 » mer nov 13, 2013 10:27 am

io ho fatto una salita appena davanti a Cesen...però purtroppo non era una delle grandi salite contestate :lol:

cascatella al primo meeting in val di daone...ma devo dire che io ne avevo piene le scatole a salire più che guardare come arrampicava lui... :)
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Re: Uli Steck e la sud dell'Annapurna

Messaggioda Ziggomatic » mer nov 13, 2013 10:34 am

Yota ha scritto:....


Il testo in traduzione automatica è una perla di comicità involontaria.

solo per citare le migliori:

L'ascesa della Sindone

la sua prima vera stagione di montagna con il suo fidanzato Robert Chevallier

ha dovuto sottomettersi alla guida aspirante

dopo aver scalato le pendici del ghiaccio, perde la sua stufa

:lol:
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Messaggioda Vigorone » mer nov 13, 2013 10:47 am

schen ha scritto:
Pié ha scritto: :lol: :lol: ed io che pensavo fosse una roba indiana! :smt003
Perrucca?


proprio lui, Roby Perucca.. :wink:


...stavo per chiedertelo io... :wink: :wink:
Quando ti metterai in viaggio per Itaca
devi augurarti che la strada sia lunga
fertile in avventure e in esperienze.
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Messaggioda al » mer nov 13, 2013 11:01 am

domanda: qualcuno sa dove sono pubblicate le foto di questa salita in solitaria sull'annapurna?
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