Non sono sempre rose e fiori - Kandersteg sabato scorso

Alpinismo sulle Alpi ed extraeuropeo, ghiaccio, cascate ecc.

Non sono sempre rose e fiori - Kandersteg sabato scorso

Messaggioda marinoroma » lun feb 28, 2005 14:38 pm

Partiamo all'alba per fare una bella cascata (almenalpfälle) a kandersteg, apparentemente molto ripetuta. Al parcheggio -15°C e non un anima, ci rassicurano sul tipo di giornata. Il cielo si colora pian piano di turchese, é commovente. Risaliamo nel canalone con la neve alle cosce, probabilmente non ci sono state poi molte ripetizioni ultimamente.....
Girato dietro un grosso sperone di roccia vediamo tutta la cascata, impressionante. E' "solo" un IV di circa 230 mt. Al lato della cascata fa bella mostra di se un enorme stalattite di circa 15 mt. Io e xabi commentiamo che sotto a quel mostro non ci staremmo neanche 1 secondo.
Il sole comincia a battere suula cascata, esposta est. Xabi parte un po' tentennante, pasa bene il primo muro verticale e poi sul piu' facile comincia a lamentarsi per il male alle mani. Essendo una routine non ci faccio neanche caso, ma i lamenti aumentano anziché diminuire e non avanza piu'. Pianta una vite e mi dice tra i lamenti di farlo scendere. Arriva in basso barcollante e mi idce che era vicino allo svenimento, andiamo bene..... un the caldo, guanti spessi e non quei cavolo di guantini di lana e poi parto io. Continuo a salire e attacco il secondo muro, il tiro é lungo una quarantina di metri e gli ultimi metri sono verticali. Verso l'uscita una vite non vuole entrare e forzo. Sento la mano sx che comincia a scivolare via dal guanto e mi agito. Il chiodo non entra neanche al secondo tentativo, mi agito ancora di piu' ed emetto urletti isterici. Terzo tentativo a vuoto, con cambio mano, urli sempre piu' isterici, sguardi frenetici all'ultima vite sottostante e la certezza del volo. Col cavolo, quarto tentativo e metto rabbiosamente sta cavolo di vite. Mi blocco a respirare, metto un'altra vite e poi una terza. Faccio una bella sosta e chiamo xabi, il paio di metri mancanti se li farà lui, altroché. E poi la cascata é ancora lunga. Arriva in sosta e mi dice che ha avuto paura per me, io nicchio facendo quello a cui non importa. Sto per dire qualcosa ma le parole si gelano al suono del rombo che scuote il tutto. Il ghiacciolone si é staccato (non lo vediamo da qui) e con un fragore immenso ha spazzato tutto il canalone che avevamo percorso qualche ora prima alzando una nube bianca. Xabi in silenzio sta già preparando l'abalakov per calarci, io provo ad obiettare ma non molto convinto, la notizia tragica di Massimo ed altri due francesi deceduti ad argentière la settimana passata mi rimbomba in testa....
Scendiamo agli zaini e ci incamminiamo sulla neve ora completamente compattata. Ci giriamo indietro un paio di volte, quant'é bella ed imponente e quanto mi pesa sapere che dovro' ancora rivenire per farla, per parafrasare Roberto. Usciamo dalla gola in un sole accecante e una voglia di arrampicare si impossessa di me. Trascino xabi nei settori di oeschinenwald, tranquilli e ombrosi e finiamo la giornata arrampicando contenti su bellissime linee, di "solo" IV.
Cinicamente penso che non abbiamo corso un rischio, abbiamo semplicemente assistito alla dimostrazione diretta di quanto effimeri siano questi castelli ghiacciati. La sera usciamo ma non riesco a divertirmi, ho solo una gran voglia di dormire ....
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Messaggioda lapippa » mar mar 01, 2005 11:48 am

Un raro esempio di come le cose possano apparire diverse da come sono. Forse la tragica morte di Massimo ci ha lasciato anche qualcosa di positivo: l'invito ad una maggiore prudenza.
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Messaggioda Davide62 » mar mar 01, 2005 19:45 pm

Una bella storia, l'hai scritta anche molto bene.
Bravo :wink:
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Messaggioda Buzz » mar mar 01, 2005 23:17 pm

Belle emozioni.
Ma è per questo che lo facciamo, no?

Anche quando torniamo indietro.

Anche quando...
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Messaggioda marinoroma » mer mar 02, 2005 14:00 pm

La rinuncia in genere una volta accettata mi dà un senso di pace e di calma. Il punto é che tra il pensiero razionale del dover rinunciare per un motivo piu' o meno manifesto e l'accettazione della rinuncia passa un lasso di tempo in cui ci si ribella a quest'idea, ci si stà male. e' pur sempre un sogno che si sta frantumando....
Alcuni proprio in questa fase si dicono, "sti cavoli" ci provo uguale, altri inghiottono amaro e ci rimuginano (io mi collocherei qui), altri l'accettano subito quasi come una liberazione. In fondo siamo tutti diversi no ?
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Messaggioda quilodicoequilonego » mer mar 02, 2005 14:17 pm

marinoroma ha scritto:La rinuncia in genere una volta accettata mi dà un senso di pace e di calma. Il punto é che tra il pensiero razionale del dover rinunciare per un motivo piu' o meno manifesto e l'accettazione della rinuncia passa un lasso di tempo in cui ci si ribella a quest'idea, ci si stà male. e' pur sempre un sogno che si sta frantumando....
Alcuni proprio in questa fase si dicono, "sti cavoli" ci provo uguale, altri inghiottono amaro e ci rimuginano (io mi collocherei qui), altri l'accettano subito quasi come una liberazione. In fondo siamo tutti diversi no ?



...io in questi casi, quando sono fuori dalle rogne, mi giro verso la via, gli faccio il gesto dell'ombrello dicendogli vaffan... ho portato la pelle a casa anche stavolta :wink:
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Messaggioda Siloga66 » gio mar 03, 2005 9:58 am

Io in casi analoghi, dopo i soliti dubbi sul posto, cioè, se veramente voglio rinunciare, una volta presa la decisione di scendere, l'accetto subito. L'alpinismo per me è importante, è un aspetto della mia vita al quale non rinuncerei mai, ma per me, deve sempre restare un gioco. Se non dovesse essere cosi, smetterei.
Passano le mode ma in Germania la moda dei calzini con i sandali passerà mai.
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Messaggioda Redpoint » gio mar 03, 2005 22:10 pm

quilodicoequilonego ha scritto:...io in questi casi, quando sono fuori dalle rogne, mi giro verso la via, gli faccio il gesto dell'ombrello dicendogli vaffan... ho portato la pelle a casa anche stavolta :wink:
Stessa cosa che faccio io... :wink:

e mi trovo daccordo anche con Siloga... alla fine per me è solo un gioco...
un bellissimo gioco che mi regala emozioni profondissime...

altre considerazioni... le rimando al tavolo dell'osteria... :D :wink:
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Messaggioda Buzz » gio mar 03, 2005 22:22 pm

Quando rinuncio sento un senso di pace, di liberazione.

Però continuo a pensarci. Cerco di capire dove e perchè ho sbagliato a valutare (se ho sbagliato); dove è nata la paura e se era giustificata oggettivamente o c'erano altre cose che mi frullavano per la testa.

L'accetto sempre, in un modo o nell'altro, e non me ne faccio un problema.
Però non la accantono: mi piace capire il perchè delle mie scelte, anche di quelle che poco affiorano nella coscienza.

Non ne faccio una questione personale con quella via.
Non la cerco come per una sfida.

Se me la ritrovo davanti devo dire che un pochino la soffro.
Penso che mi ha già sconfitto e quindi la temo un pò.

Ma solo un poco.
E se me ne devo andare di nuovo ... me ne vado.

:-)

Di scappare... non ho nessuna paura!



:P
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Messaggioda Redpoint » gio mar 03, 2005 22:33 pm

Buzz ha scritto:E se me ne devo andare di nuovo ... me ne vado.

:-)

Sì... giusto... almeno si batte bene la traccia.... :twisted: :twisted: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :wink:


battute a parte, anche io ci ripenso...

a volte concludo che non era in condizioni...
altre probabilmente ero io a non essere in fase...

in realtà penso che molto dipenda dalla motivazione che ci spinge ad affrontare l'avventura e a quanto siamo disposti a rischiare...

pesonalmente non azzardo mai... nel senso che cerco di contenere il rischio al minimo possibile... sia per me che per i mieo compagni...

sicuramente questo è un ragionamento che mi limita molto...
ma in cascata non siamo nè in falesia, nè su una via sportiva... l'ambiente di per sè è già ostile di suo... preferisco ritirarmi anche più volte e lo faccio senza nessuna vergogna...
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Messaggioda Roberto » gio mar 03, 2005 22:51 pm

Bello e sincero il racconto, tocca i sentimenti di molti di noi.

Ma la rinuncia è difficile da mandar giù, almeno io la digerisco proprio male.
Se torno indietro perchè è impossibile o troppo rischioso è un conto, ma se rinuncio perché un fatto mi ha scosso, ho reso più prudente, è un altro.
Sento che sono io che ho mollato, che se avessi voluto sarei andato, ma che mi è mancata un po di determinazione.

Questo fatto è confermato dall'esperienza, ora che ho raggiunto una certa "maturità alpinistica" (almeno su roccia), sono meno influenzabile da certi "fenomeni collaterali", la mia determinazione è cresciuta con l'esperienza e "rinuncio" più raramente.
Questo mi ha fatto capire che tante ritirate degli anni passati erano solo frutto delle mie paure.
Quasi sempre, quando sono seriamente impegnato, l'impulso di scappare è forte, ma ormai mi conosco e so che poi me ne pentirei e non cedo.

Ciò non significa che uno deve andare anche se il suo intimo non cela fa più, se si accende una spia di allarme è sempre il caso di buttare giù una corda e squaglirsela, sereni e rassegnati!
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Messaggioda marinoroma » ven mar 04, 2005 10:12 am

Roberto ha scritto:Bello e sincero il racconto, tocca i sentimenti di molti di noi.

Ma la rinuncia è difficile da mandar giù, almeno io la digerisco proprio male.
Se torno indietro perchè è impossibile o troppo rischioso è un conto, ma se rinuncio perché un fatto mi ha scosso, ho reso più prudente, è un altro.
Sento che sono io che ho mollato, che se avessi voluto sarei andato, ma che mi è mancata un po di determinazione.

Questo fatto è confermato dall'esperienza, ora che ho raggiunto una certa "maturità alpinistica" (almeno su roccia), sono meno influenzabile da certi "fenomeni collaterali", la mia determinazione è cresciuta con l'esperienza e "rinuncio" più raramente.
Questo mi ha fatto capire che tante ritirate degli anni passati erano solo frutto delle mie paure.
Quasi sempre, quando sono seriamente impegnato, l'impulso di scappare è forte, ma ormai mi conosco e so che poi me ne pentirei e non cedo.

Ciò non significa che uno deve andare anche se il suo intimo non cela fa più, se si accende una spia di allarme è sempre il caso di buttare giù una corda e squaglirsela, sereni e rassegnati!


ci sono delle rinuncie che non lasciano adito a dubbi, lo si sente nettamente, bisogna scendere punto: sveglia nella bufera, assenza di rigelo, il mio socio si sveglia con gli occhi tipo zampogna, tira vento e subodori chiaramente delle placche. ecco giusto per citare dei casi che mi sono capitati...

un'altra cosa é quando la volontà vacilla, la determinazione si affievolisce. allora si comincia a scandagliare i possibili indizi di pericolo, saranno reali, saro' io esagerato, e il mio compagno che ne pensa, perché non parla, "allora che si fa' ? " e cosi' via. E' questo il momento in cui la rinuncia in realtà é già avvenuta ma ancora non la si é accettata, ancora non ci si é voltati per mandare a quel paese la parete :wink: .

In quei casi effettivamente l'esperienza serve, da una mano all'istinto a trovare la sua via, ci rafforza e ci fa vedere al di là delle suggestioni.
E si fa esperienza anche dicendo "ma chissenefrega io scendo". L'importante, sono d'accordo con buzz, é analizzare dopo la propria scelta, scandagliarla con onestà. Cose che magari non farei se fosse per me solo un gioco..... il tutto senza drammatizzare chiaramente, é per questo che si va in osteria dopo.
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Messaggioda quilodicoequilonego » ven mar 04, 2005 13:43 pm

...io dicevo, ' faccio sto tiro, poi se non cambiamo idea buttiamo le doppie'. L'ultima volta però ho cacciato un bel volo, e mi han portato via in barella :oops:
Non farò più 'ancora sto tiro'
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Messaggioda Roberto » ven mar 04, 2005 13:56 pm

quilodicoequilonego ha scritto:...io dicevo, ' faccio sto tiro, poi se non cambiamo idea buttiamo le doppie'. L'ultima volta però ho cacciato un bel volo, e mi han portato via in barella :oops:
Non farò più 'ancora sto tiro'
La meccanica del tuo incidente è diversa, è stata la classica fatalità: se il tuo compagno teneva bene la corda non ti eri fatto nulla. Non centra nulla con il ritirarsi per un motivo, reale o psicologico.
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