Ancora prima di salire sul minuscolo terrazzino già cerco fessure e buchi, invento il modo di attrezzarla, 'sta benedetta sosta.
Dopo dcine di anni di punti di sosta, ormai un po' d' occhio ce l' ho. E infatti vedo subito la fessura giusta.
Il terrazzino è piccolo e non ce la faccio a tenermi in equilibrio senza reggermi con una mano ma, sempre i decenni che dicevo poc’ anzi di soste da attrezzare, scalate e, qualche volta, cadute, mi permettono di ficcare bene-bene il primo friend e, subito accanto, un bel nut, giusto-giusto. Poi sono maschettoni, cordini, autosicura, molla tutto, recupero e vieni pure. E mi accomodo mentre il mio compagno di scalata sale veloce.
Che bello essere autarchici, responsabili della propria ed altrui vita e non banali scalatori automatici che agganciano una ergonomica, inossidabile, fittonata sosta, sicura al cento per cento e completamente assente di fantasia, di ricerca, di alpinismo.
