..di più, Non è mai stato fatto...

Arrampicata e alpinismo su roccia in montagna

..di più, Non è mai stato fatto...

Messaggioda alison » sab ott 03, 2009 22:07 pm

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...mi vien freddo solo a pensarci, e si!! che davanti alla tastiera fa caldo....
che grande salita, che IMPRESA, che zaino pesante, che forza fisica e MENTALE....

di più?...non si puo!!

...quasi in Cima al Pilone Centrale..
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alison
 

Messaggioda generazione tepa sport » sab ott 03, 2009 23:04 pm

[img]Renato Casarotto

Renato Casarotto, di Arcugnano, si era innamorato dell?alpinismo durante il servizio militare nel Cadore, quando nel 1968 aveva frequentato un corso di ?roccia?. Ma conobbe la potente energia, essenzialità per la scalata solitaria. Un po? solitario per vocazione e un po? per forza, era dotato di uno straordinario autocontrollo e si ostinava a temporeggiare per settimane là chiunque altro sarebbe tornato indietro. Veniva da una famiglia umile, all?antica, e aveva provato sulla sua pelle quanti conti l?attesa nella vita di un uomo semplice.

Nel 1978 Casarotto raggiunse la California e salì da solo la storica via di Yvon Chouinard sulla parete sud del monte Watkins. Nel 1979 volò in Patagonia e salì senza compagni il fantastico pilastro nord del Fitz Roy: una prua di granito alta 1500 mt.. Dedicò il pilastro a Goretta, che lo aspettava alla base come sempre. Renato era il contrario di Messner ed ebbe la sfortuna di emergere proprio quando la stella di Reinhold brillava in cima al cielo. Messner, il divo, entrò in quella spirale un po? perversa che lo avrebbe portato sulle vette più alte della terra, dei sponsor, dei giornali, mentre Casarotto, l?antidivo, si dedicò a un alpinismo sempre più personale e impopolare.

Tra il 1° e il 15 febbraio del 1982 realizzò una delle più belle imprese concepibili da un uomo solo: la trilogia del Freney. Senza contatti con la valle e senza depositi di viveri intermedi, salì in successione la parete ovest dell?Aiguille Noire de Peutèrey per la via Ratti-Vitali, il pilastro del Pic Guglielmina per la via Gervasutti-Boccalatte e il pilone centrale per la via Whillans-Bonington. La cosa più strabiliante è che non conosceva nessuno dei tre itinerari e, dopo due interminabili settimane bianche nel silenzio siderale del Monte Bianco, fu costretto a forzare l?uscita dal Pilone nell?angoscia della tormenta di neve.

Alpinista completo e collaudato con l?arrampicata invernale Sali dal 30 dicembre al 9 gennaio 1983 con una solitaria ai limiti delle possibilità la parete nord del Piccolo Mangart di Cortenza, nelle Alpi Giulie; la via del temutisssimo Cozzolino, ben considerato dallo stesso Messner per le difficoltà delle vie traccciate dal triestino ?precursore del Settimo Grado?.

Metodico, posato, timido ma animato da un inesauribile fuoco interiore, è dotato di resistenza, pazienza e costanza straordinarie. Ha al suo attivo notevoli imprese sulle Dolomiti Orientali, ama le ascensioni in solitaria. Assistito soltanto dalla moglie Goretta al campo base, il 21 giugno 1977, dopo 17 giorni in parete, vince la nord dell?Huascaran, nel 1978 la sud del Mount Watkins. Tenta e fallisce, (al seguito della Spedizione Messner) la ?Magic Line? del K2 e il Makalu nella stagione invernale. In seguito si trova a risolvere problemi al limite delle possibilità umane, affronta la roccia in ogni condizione, considerato un grande maestro ?della stagione fredda? vince pareti incrostate di ghiaccio in progressioni rischiose ed esasperanti.

I suoi successi si susseguono, nelle Alpi, in Karakorum, in Alaska, fino a ritornare nel 1986 al K2 nel tentativo di risolvere l?ambitissimo ?problema himalayano, la macic line?. Dopo vari tentativi, combattendo contro vento, neve e ghiaccio a quote proibitive, a solo 300 metri dalla vetta (dev?essere arrivato circa a quota 8300) decide di rinunciare definitivamente. E? il 16 luglio 1986 quando Renato scompare in un crepaccio a soli 20 minuti dalla tenda.

Il K2 ha restituito il corpo di Renato Casarotto il 2-10-2003. Dopo diciassette anni, il corpo del fortissimo alpinista vicentino, morto il 16 luglio del 1986, durante il tentativo di scalata solitaria dello sperone sud ovest del gigante del Karakorum, è stato rinvenuto da un gruppo di scalatori kazakhi, che hanno provveduto a trasportarlo al Memorial Gilkey, il grande tumulo di pietre che raccoglie le spoglie dei caduti del K2. Casarotto perse la vita quando ormai il suo tentativo di scalata era giunto al termine e l'alpinista stava rientrando per l'ultima volta al campo base, al sicuro dalle maggiori difficoltà tecniche. Fu probabilmente il cedimento di un ponte di neve a causare la fatale caduta di Casarotto in un crepaccio.

La moglie Goretta, avvertita da Renato via radio, e gli alpinisti delle altre spedizioni intervennero immediatamente per recuperarlo. Furono gli italiani del gruppo di Quota 8000 (Gianni Calcagno, Agostino Da Polenza e compagni) i primi a raggiungerlo e a recuperarlo ancora vivo da crepaccio... appena in tempo per vederlo spirare fra le braccia di Calcagno.Casarotto fu tumulato in un crepaccio, restutiuto alla montagna che gli era stata fatale e che oggi, nel lento ma inesauribile mutare dei suoi ghiacciai, ne ha lasciato riemergere le spoglie.

Agostino Da Polenza, nel suo libro "Everest - K2 Montagne di sogno", ricorda così il tragico e doloroso addio a Renato: "Lui ora era lì sul ghiacciaio che lo aveva tradito, vegliato dagli amici che attenderanno l'alba e per un atto di pietà restituiranno al mostro la sua vittima. Passai la notte a vegliare su Julie e Goretta: prima del sorgere del sole, risalii fino al ghiacciaio per l'ultimo saluto ad un amico"[/img]
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Messaggioda Rutto » dom ott 04, 2009 15:47 pm

Quella copertina...è un libro o che?
Rutto
 

Messaggioda alison » dom ott 04, 2009 20:14 pm

Rutto ha scritto:Quella copertina...è un libro o che?


è un bellissimo racconto di quei 15 giorni pubblicato sulla rivista della montagna del 1982
alison
 

Messaggioda Rutto » dom ott 04, 2009 20:33 pm

alison ha scritto:
Rutto ha scritto:Quella copertina...è un libro o che?


è un bellissimo racconto di quei 15 giorni pubblicato sulla rivista della montagna del 1982


Grazie, cercherò
Rutto
 


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