Temporali la sera e ci fermiamo ma dormire al solito androne della ovovia. Alle quattro e trenta del mattino seguente ci svegliamo, rapida colazione ed andiamo all?attacco della nostra via: Rabanser alla Punta Grohmann: bagnata! Ritorniamo alla macchina ed alle sei ci dirigiamo al passo Gardena.
Passo Gardena: impossibile non vedere l?eleganza del Sassa dla Luesa.
Le pareti sul giallo sembrano repulsive, in realtà non ha mai visto giallo più bello:sì, ci sono tratti delicati, ma meno di quanto si pensi. La via Moroder segue una linea impeccabile e sembra strano che sia così poco conosciuta: i tiri si susseguono passando dalla parete gialla ai diedri ed alle fessure strapiombanti offendo una arrampicata di soddisfazione. La logica della linea è impeccabile e sembra strano trovare un giallo così appigliato e proteggibile, pur passando vicino a punti molto friabili e pericolosi. La chiodatura alle soste è ottima: due chiodi per sosta (anche due chiodi a pressione), sul percorso i chiodi sono appena sufficienti, integrabili con friends medio grandi (raddoppiati sul diedro, a volte bagnato).
Grande via di Ludwig Moroder che ne testimonia il valore: aperta nel 1962 non credo abbia molte ripetizioni ed a torto non rientra tra le classiche d?impegno più conosciute.
Vale bene una visita, soprattutto in casi come il nostro che abbiamo dovuto ripiegare su questa parete, visto il meteo (l?acqua l?abbiamo presa sulla via del ritorno, alle 13, e davano temporali forse per la sera?. Eh, non c?è più il,meteo di una volta, o meglio, meglio guardare il cielo, seguire i detti locali e farsi un?idea che fidarsi dei fanfaronati meteo che non ne azzeccano una!)
Ha ddà vennì er tempo bbbono!
Per ora ci accontentiamo e buone arrampicate a tutti!
Traccia della via
1 Tiro
Cengia
Strapiombo
Diedro finale
Un chiodo che ben conosciamo, lasciato probabilmente in una invernale