Rispetto allo schizzo davvero molto preciso della guida di Rabanser Vie e vicende in Dolomiti sulla via si trova un po? più di materiale: qualche chiodo in più sulla parte inferiore, per altro molto ?da cercare?, un provvidenziale nut incastrato dopo il tetto bianco, qualche chiodo in più alle soste o affiancato ai malconci chiodi originari. In compenso il giudizio di Rabanser sulla qualità della roccia mi però è parso un po? generoso. Probabilmente la presenza di tre cordate sulla via (una davanti a noi con un vantaggio di un tiro e noi quattro) ha aumentato la sassaiola sulla coda dell?ultima cordata (ossia su di me, per inciso) influenzando un po? questo giudizio negativo. Il tiro di gran lunga più impegnativo (la valutazione di VI+ di questo tiro non regge il confronto con il VI+ del successivo tiro della lama) è il muro verticale successivo al traverso, protetto da rari chiodi poco sicuri e molto sostenuto. Non è da escludere la possibilità di essersi spostati di qualche metro dalla linea di salita migliore: alcuni chiodi si potevano intravedere leggermente alla nostra destra.
Tutto sommato una via di soddisfazione per l?ambiente grandioso in cui si svolge e per la presenza di alcuni belle lunghezze, e di impegno per le effettive difficoltà presentate da alcuni tiri e per la chiodatura, a volte non troppo affidabile e a volte decisamente scarsa.
La torre Trieste emerge dal mare di nuvole:

Uscita dal tetto bianco:

Dopo il traverso, sotto al muro chiave:

In pieno tiro chiave:

La lama: divieto di dulfer!

Chiodo inzeppato:

Fessura obliqua:

Fessura di ucita:
