Teorie Fokaccionesche

Arrampicata e alpinismo su roccia in montagna

Teorie Fokaccionesche

Messaggioda Drugo Lebowsky » gio nov 16, 2006 17:08 pm

Fokozzone ha scritto:
Drugo Lebowsky ha scritto:'scolta fokaccione.
già ho sbagliato a risponderti scherzosamente in un topic di pessimo gusto creato da una mente bacata...

cortesemente, se vuoi che continuiamo una tenzone (meglio se condotta con termini assai volgari ... mi riesce più spontaneo) apri un topic ad hoc. grazie.

Ehi, cane morto lebowsky, ho detto una cosa furba, parlando di assuefazione all' ambiente e falso senso di sicurezza che ne deriva. Potresti almeno accorgertene.
Perché non rispondi seriamente all' idea invece di svaccare il topic correndo dietro alla battuta?
Eppoi non ho nessuna tenzone in corso con te.


riporto questo geniale intervento di fokaccione, estrapolandolo dal topic d'origine, per una ragione che a me pare ovvia.
la sua collocazione sarebbe da ben altra categoria... chiedo scusa, ma ho paura di perdere il contato col fokodemente.

... e ripartiamo. :roll:


'scolta fokaccione, avevi scritto questo:
Fokozzone ha scritto:
Comunque concordo con quello che ha detto qualcuno: se la via della soddisfazione fosse stata spittata, il nostro ragazzo sarebbe andato a farne un altra. Del resto era un local e, a proposito del falso senso di sicurezza indotto dagli spit di cui spesso (e a vanvera) si parla, vogliamo parlare del falso senso di sicurezza che dà il frequentare sempre lo stesso ambiente? Conosco gente che tornando sempre nello stesso posto comincia a banalizzare il grado e la chiodatura. Io conosco personalmente dei "mellisti" che avendo fatte le prime classiche e volendo fare qualcosa di più, piuttosto che guardare fuori dalla valle, vanno a rischiare arrampicando al limite su una polimagò e poi dicono che si fa bene... proprio come i local delle falesie che sgradano.



... mi ero soffermato sulla battuta iniziale e t'avevo rispost, credo, scherzosamente, ...tranne poi rendermi conto che in quel contesto era di pessimo gusto a voler usare un eufemismo...

passiamo al tuo "fondo".

ecchevuoi che ti possa dire?
partiamo da presupposti di base troppo diversi e credo che ciò sia palese.
io non mitengouncazzo e pretendo di poter scegliere se cagarmi addosso su vie tranquille dove salgo oltre ilo mio limite o se staccare la spina del cervello (poco) per seguire una teoria di spit (vicini!).
ma su terreni ed in ambiti ben diversi.

tu invece chettitienidabbestia vorresti che la vie "standard" a prescindere del contesto storico-alpinistico in cui siano situate, fossero tutte e solo ben protette perchè il grado vale e le sensazioni date dalla potenziale pericolosità sono una cazzata da segaioli dell'alpe.

sono riuscito ad interpretare decentemente?

non so cosa risponderti oltre a quanto si sia già disquisito.
per quanto concerne il nuovo filone riferito alla abitudine (assuefazione???... ma va là, tossico!) ad un certo contesto ambientale in cui il litotipo è la prima cosa che ci influenza, beh... credo che il conoscere bene un certo ambito di gioco indubbiamente facilita il sottostimare i gradi da un pdv tecnico ed anche le diff ambientali (compresi i cossiddetti pericoli).
(... se passo da una vita più volte all'anno per lo stesso ghiacciaio... alla lunga può essere che mi venga spontaneo il non legarmi... l'abitudine fa l'uomo poco accorto... è banale ed ovvio.
è normale, non è giusto, ma è normale).

generalmente però se uno è un minimo informato e scafato sa bene che le monografie fatte da noti alpinisti che hanno frequentato per lustri un certo gruppo montuoso, tendono a sottostimare (ed evitiamo ogni riferimento chè qui non ci interessa).

e per quanto concerne il "falso senso di sicurezza chhe ne deriva" penso tu possa aver ragione, ma essendo lo stesso intimamente "personale", lo stesso non può che essere catalogato nei cosiddetti fattori (pericoli? :roll:) soggettivi .


... ciò, ma son tutte qua le tue idee furbe... o me ne sono persa qualcuna per istrada? :twisted:
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Messaggioda adnin » gio nov 16, 2006 18:09 pm

quant temp che te gà da perder :twisted:

adess parle co i me cugini e te fae serar anca 'sto topic :twisted:
la legge è uguale per tutti
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Messaggioda Drugo Lebowsky » gio nov 16, 2006 18:33 pm

adnin ha scritto:quant temp che te gà da perder :twisted:

adess parle co i me cugini e te fae serar anca 'sto topic :twisted:


eh nò diobèl!

par 'na olta che ghe ne verzo uno mi....

(per stoppare quello di pessimo gusto).
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Re: Teorie Fokaccionesche

Messaggioda Fokozzone » mer nov 22, 2006 18:59 pm

Drugo Lebowsky ha scritto: passiamo al tuo "fondo".

ecchevuoi che ti possa dire?
partiamo da presupposti di base troppo diversi e credo che ciò sia palese.
io non mitengouncazzo e pretendo di poter scegliere se cagarmi addosso su vie tranquille dove salgo oltre ilo mio limite o se staccare la spina del cervello (poco) per seguire una teoria di spit (vicini!).
ma su terreni ed in ambiti ben diversi.

tu invece chettitienidabbestia vorresti che la vie "standard" a prescindere del contesto storico-alpinistico in cui siano situate, fossero tutte e solo ben protette perchè il grado vale e le sensazioni date dalla potenziale pericolosità sono una cazzata da segaioli dell'alpe.

sono riuscito ad interpretare decentemente?

No. Questo è un discorso inventato da Drugo.

Drugo Lebowsky ha scritto: non so cosa risponderti oltre a quanto si sia già disquisito.
per quanto concerne il nuovo filone riferito alla abitudine (assuefazione???... ma va là, tossico!) ad un certo contesto ambientale in cui il litotipo è la prima cosa che ci influenza, beh... credo che il conoscere bene un certo ambito di gioco indubbiamente facilita il sottostimare i gradi da un pdv tecnico ed anche le diff ambientali (compresi i cossiddetti pericoli).
(... se passo da una vita più volte all'anno per lo stesso ghiacciaio... alla lunga può essere che mi venga spontaneo il non legarmi... l'abitudine fa l'uomo poco accorto... è banale ed ovvio.
è normale, non è giusto, ma è normale).

generalmente però se uno è un minimo informato e scafato sa bene che le monografie fatte da noti alpinisti che hanno frequentato per lustri un certo gruppo montuoso, tendono a sottostimare (ed evitiamo ogni riferimento chè qui non ci interessa).

e per quanto concerne il "falso senso di sicurezza chhe ne deriva" penso tu possa aver ragione, ma essendo lo stesso intimamente "personale", lo stesso non può che essere catalogato nei cosiddetti fattori (pericoli? :roll:) soggettivi .

... ciò, ma son tutte qua le tue idee furbe... o me ne sono persa qualcuna per istrada? :twisted:
Facevo solo osservare che il falso senso di sicurezza lo vedo sempre citato a proposito degli spit.
Invece il falso senso di sicurezza è un problema più generale, influenzato ad esempio dalla iperfrequentazione dello stesso luogo.
Tra l' altro lo spit se voli ti tiene, a onta del falso senso di sicurezza che ha generato (e questo è un fatto oggettivo ), mentre l' abitudine all' ambiente ti consente di morire sentendoti a casa, se la cosa ti può consolare.
Questo lo dico per amore di argomentazione, non per amor di spit, al cui riguardo di solito non mi pronuncio. La mia posizione in merito comunque è sfavorevole allo spit sulle vie storiche, salvo eventualmente alle soste e anche lì usato solo con parsimonia e buon senso.
Semmai il discorso verteva più sull' atteggiamento "local" che in falesia produce unto sulle vie e tiri sgradati, cose che alla fin fine non fanno male a nessuno. Purtroppo in montagna lo stesso atteggiamento ha prodotto vittime e il ragazzo del topic mi sembrava proprio un esempio.
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