Dovevano essere 4 giorni, da martedì a venerdì, ma il martedì lo abbiamo perso per mancanza di posto al rifugio torino. Così partiamo il giorno dopo saltando la giornata di mbientamento e arrampicheremo fin dal primo giorno. Ovviamente gli obiettivi sono saliti facili, vuoi perchè è la prima volta, vuoi perchè ho ripreso ad arrampicare da una ventina di giorni dopo un mese e mezzo di stop. 4 meno 10 si parte alle 6 e 30 siamo al parcheggio della funivia, forse un po' in anticipo. Ne approfittiamo per organizzare il materiale e il nostro stomaco dopo di che ci mettiamo in pole position per salire in funivia, zaino in spalla, borsa col cibo in mano.
Molliamo la borsa con le vettovaglie ala stazione d'arrivo e ci incamminiamo per la scalinata che sale al rifugio torino. Se volete far fuori qualcuno mandatelo su di li

Così ci leghiamo e ci incammianiamo verso la pyramid du tacul dove incomincieremo con la più facile delle classiche della zona, la via ottoz. Attraversiamo il ghiacciao del gigante per la traccia che passa bassa, in mezo a crepacci e seracchi piuttosto preoccupanti, soprattutto in vista del ritorno.
Ultimo tratto della crepacciata
L'accesso alla via risulta piuttosto tribulato con degli esili ponti nel vuoto che portano verso la struttura. Molliamo gli zaini all'attacco e partiamo per la via.
Dalla prima sosta verso l'attacco e la crepacciata per arrivarci.
Partiamo bene ma per errore mi infilo su una fessura più dura del previsto e vado in debito d'ossigeno. La mancanza di abitudine alla quota si fa sentire e da li in poi rinuncerò a tirare da primo perchè in crisi. In più ho mangiato poco a colazione e mi sento molto debole. Mangio una barretta e seguo a ruota il socio che invece macina metri su metri senza problemi e giungiamo in vetta senza problemi.
Sui tiri finali
Passa qualche nuvola e in lontananza sembra anche fare brutto ma per oggi nulla arriverà da noi.
Giochi di luce sul ghiacciaio del gigante
Impressionante il rumore continuo e assordante dei crolli, sia di pietre che di seracchi, praticamente a qualsiasi ora del giorno. Alcuni veramente impressionanti ci fanno drizzare i peli del c..o mentre scendiamo in doppia


Distrutto dalla giornata alle 8 toccherò il letto e non mi alzerò più fino all'ora di colazione

La mattina dopo partiamo per un'altra classica, la lepiney al trident du tacul. Col senno del poi partiamo in ritardo sotto il sole di una giornata che ancora si preannuncia bellissima.
Durante l'avvicinamento
Questa volta non patisco problemi dovuti alla quota e anzi mi sento molto pimpante, certo non come tre francesi diretti alla chandelle che ci superano a masso di marcia

L'attacco risulta visivamente meno spaventoso del giorno prima ma in realtà si concretizza come qualcosa di tecnicamente più impegnativo.
All'attacco della lepiney
Oltretutto compiamo l'errore tattico di non preparare il materiale prima e ci troviamo in una sostascomodissima causa neve e acqua a cercare di prepararci. Parto per il primo tiro con gli scarponi e alla prima sota mi fermo a recuperare il socio. E qui inziano i problemi: primo groviglio di corda e relativa perdita di tempo per venirne a capo. Poi abbiamo qualche problemino con l'orientamento visto che la relazione dice di puntare verso destra me in realtà la via prosegue vericale, quindi procediamo lenti cercando di controllare di non finire fuori strada. Per la prima parte della via si arampica con lo zaino e gli scarponi sulla schiena e quindi l'armpicata risulta molto faticosa. L'uscita da un diedrino di 4 con un sasso incastrato mi costa grndissima fatica. Intanto di fronte a noi i 3 francesi che ci hanno sorpassatosul ghiacciaio, salgono sulla bellissima bonatti alla chandelle (chissà, magari l'anno prossimo

Dopo qualche altro problemino di orientamento arriviamo sulla prima cengia dove finalmente abbandoniamo gli zaini. Intanto un paio di proiettili ci passano di poco alle spalle, fatti cadere da una cordata che scendeva in doppia. Ripartiamo, finalmente leggeri e a questo punto mi tocca il tiro di V, sosteno, ben chiodato, molto bello e molto aereo, soprattutto il passo di uscita dalla sosta. Oggi arrampico bene non ho più problemi con la quota e salgo senza problemi. Ma il tempo inizia a guastarsi
Anche se sopra di noi il cielo è ancora azzurrissimo decidiamo di unire i tiri per la cengia e di calarci da li saltando a piè pari gli ultimi 3 tiri della via.
Un mare di granito in un mare di azzurro
Iniziamo a calarci e mi apro un dito su un cristallo di quarzo. La discesa si effettua su una via a spit, mi sembra sia les intouchables. Recuperiamo le corde dopo essere tornati agli zaini ma quest si incastrano. c***o. Allora dopo vari tentativi decido di legarmi e di salire con una mezza dalla via di fianco (credo fosse la bonatti) per calarmi dalla sosta nella spaccatura dove la corda si è incastrata. Dopo aver perso circa un ora per recuperare la corda riprendiamo le calate su les intouchables. Ci i incastrano nuovamente le doppie. c***o. Non è proprio giornata allora... Riusciamo dopo un po' a recuperarle mentre il tempo intorno a noi peggiora. Giungiamo finalmente alla base dove ovvimente ci aspetta un'altra crepacciata preoccupante. Recuperiamo le corde. Anzi no. c***o

Ringrazio il socio.
Nonostante tutto non vedo l'ora di tornare in questo posto favoloso, magari con un po' di sfiga in meno.
Scusate per la lunghezza
