Via meravigliosa per l?ambiente in cui si trova, aperta nel 1974 da Gogna, Favetti e Ghio, non di difficoltà elevate (max V con variante nostra finale di V e VI) , ma mai da sottovalutare. La linea supera la parete al centro, scegliendo con intuito dove passare, per giungere nella parte alta prima della cengia, dove si trova un gran diedro. Superatolo con circa 6 tiri, si arriva alla forcellina di un caratteristico pinnacolo staccato. Da qui con un tiro (unico ch della via), si arriva nella banca ghiaiosa, che con traversata molto esposta porta all'attacco dell'evidente uscita verso destra. Traversando ancora 50 m circa a sinistra, abbiamo salito una variante d'uscita, su roccia fantastica, che con due tiri quasi da 60 porta in cima.
Giusto per notizia, nell'avvicinamento, una volta lasciato il Boral di Besauzega e superato il canalino di II e III, ho lasciato una corda fissa nella zona dei mughi, giusto per facilitare il passaggio ripido, essendoci alcuni di questi un pò insatabili e un salto in quel punto sarebbe fatale...
Ps. Il campanaccio della capra non si è sentita, Ettore dice che non ce la fatta a passare l'inverno, qualcuno ha notizie? In conpenso, una meravigliosa aquila ci ha girato attorno e la vista di un fantastico gallo forcello, accompagnati verso L'Ambrusogn, rendendo ancor più fantastici e selvaggi questi posti.
A presto San Lucano...
Ciao Beppe
