Gradi francesi e UIAA e altre amenità

Arrampicata e alpinismo su roccia in montagna

Messaggioda Jean-Rene » gio gen 10, 2008 17:21 pm

Buongiorno,
un piccolo commento sulle parole di Maurizio e il revival del "free " ( non la nascita, Preuss non usava chiodi mi sembra)

Gia alla fine degli anni sessanta si cominciavano a saltare dei chiodi a Freyr ( Barbier) ed al Saussois ( Droyer, Cordier ed altri ) . Nel 72 o 73 Droyer sali " L'echelle a poissons" al Saussois senza toccare i chiodi (nel 71 aveva fatto la directe americaine al Dru in solitaria, chiedetegli se a usato i punti, io non lo so). Per esempio con l'amico scomparso Michel Chauve, ho fatto il Philipp alla Civetta nell agosto 71 e a parte due corti passagi ( all di sopra del gran diedro e piu su in un cammino d'uscita ) NON abbiamo toccato i chiodi ( abbastanza numerosi, c'era gia un espanzione nel diedro). Nello stesso spirito cosi pure l'Aste , la Cassin(Trieste ) e la via degli Amici.

Cosi se ( i bravi, senza dubbio) Fawcett etc hanno esportato qualcosa in Francia nell 76, non era una novita :-) .
Amicizie alpine

Jean Fanchon



Maurizio ha scritto:Il concetto di libera da sosta a sosta, senza punti di riposo, si è sviluppato autonomamente e viene probabilmente da oltre Manica. Livesey e Fawcett si incaricarono di esportarlo in Francia nel 1976 e lì ne fu molto impressionato J.C. Droyer, che da parte sua aveva già fatto alcuni viaggi in Inghilterra. Non si può stabilire dunque il giorno esatto in cui si smise di valutare i passaggi e si cominciò a gradare l'intera lunghezza, considerando la continuità dello sforzo. Fu una cosa progressiva, un cambiamento di mentalità, che coincise col fatto che si cercava di lasciare meno punti d'aiuto possibile, sino alla libera totale. L'uso della scala francese si sviluppò parallelamente a quella Welzembach, e non è vero, come alcuni credono (soprattutto nell'area dell'Italia nord-orientale) che essa serva per indicare l'intero tiro, mentre invece l'altra il singolo passaggio. Negli anni '80 infatti Manolo e Mariacher la usavano già per valutare l'intera lunghezza. Sono due scale (diverse nei numeri ma non nel concetto) di cui ad un certo momento si è sentita l'esigenza di comparare e dunque sono nate le tabelline di conversione.
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Messaggioda VYGER » gio gen 10, 2008 22:41 pm

giorgiolx ha scritto:I gradi "dolomitici" valgono solo nelle dolomiti,


Secondo me...
No... Neanche in dolomiti valgono dappertutto.
Dipende dalla zona, dal grado dato dall'apritore o dal compilatore, dal suo stato di forma al momento dell'apertura o della ripetizione, dalla sua memoria, ecc...
Io ho presenti almeno tre tipi di VI dolomitico:
- Iacopelli-Dinoia [ordinario];
- Rabanser e orientali [duro];
- Marmolada: Mariacher e Giordani [molto duro].

oppure si possono estendere a tutto l'arco alpino :?: .


Variano.
Forse non come in dolomiti.
Girando per le Alpi ho trovato di rado VI duri come i VI Marmolada.

i gradi della val di mello sono equipollenti a quelli delle dolomiti?


Naaah...
Due robe diverse...
Certi VI di aderenza in Valle non sono proprio comparabili con i VI dolomitici.
Si potrebbe fare qualche comparazione con i tiri in fessura...
Ma anche lì dipende dalle vie...
Non cesseremo di esplorare - E alla fine dell'esplorazione - Saremo al punto di partenza - Sapremo il luogo per la prima volta. T.S. Eliot
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Messaggioda Omselvadegh » ven gen 11, 2008 18:34 pm

comparare i gradi dolomitici a quelli della valle 8O 8O 8O


io in dolomiti non ho mai arrmapicato, posso dire però che avendo arrampicato tanto su granito e su calcare i gradi sulle due tipologie di roccia variano a seconda dell'apritore non della roccia o dello stile della via (fessura, placca ecc)
Per quanto mi riguarda ho avuto prima progressi (di gradi parlando) su granito in termini di tempo rispetto al calcare....
SE NON TI PIACE INCASTRARE CHE c***o VIVI A FARE?
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Messaggioda Jean-Rene » lun gen 14, 2008 14:49 pm

Sembra che sia piu facile propagare cose false che presentare fatti .
Che ci sia la storia " ufficiale", fabbicata poco a poco in harmonia con i cliche prevalenti, e la storia vera, di cui
la maggior parte degli alpinisti si frega totalmente.? Allora continuate a scrivere palle , prego.



Jean-Rene ha scritto:Buongiorno,
un piccolo commento sulle parole di Maurizio e il revival del "free " ( non la nascita, Preuss non usava chiodi mi sembra)

Gia alla fine degli anni sessanta si cominciavano a saltare dei chiodi a Freyr ( Barbier) ed al Saussois ( Droyer, Cordier ed altri ) . Nel 72 o 73 Droyer sali " L'echelle a poissons" al Saussois senza toccare i chiodi (nel 71 aveva fatto la directe americaine al Dru in solitaria, chiedetegli se a usato i punti, io non lo so). Per esempio con l'amico scomparso Michel Chauve, ho fatto il Philipp alla Civetta nell agosto 71 e a parte due corti passagi ( all di sopra del gran diedro e piu su in un cammino d'uscita ) NON abbiamo toccato i chiodi ( abbastanza numerosi, c'era gia un espanzione nel diedro). Nello stesso spirito cosi pure l'Aste , la Cassin(Trieste ) e la via degli Amici.

Cosi se ( i bravi, senza dubbio) Fawcett etc hanno esportato qualcosa in Francia nell 76, non era una novita :-) .
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Maurizio ha scritto:Il concetto di libera da sosta a sosta, senza punti di riposo, si è sviluppato autonomamente e viene probabilmente da oltre Manica. Livesey e Fawcett si incaricarono di esportarlo in Francia nel 1976 e lì ne fu molto impressionato J.C. Droyer, che da parte sua aveva già fatto alcuni viaggi in Inghilterra. Non si può stabilire dunque il giorno esatto in cui si smise di valutare i passaggi e si cominciò a gradare l'intera lunghezza, considerando la continuità dello sforzo. Fu una cosa progressiva, un cambiamento di mentalità, che coincise col fatto che si cercava di lasciare meno punti d'aiuto possibile, sino alla libera totale. L'uso della scala francese si sviluppò parallelamente a quella Welzembach, e non è vero, come alcuni credono (soprattutto nell'area dell'Italia nord-orientale) che essa serva pe a romperle con indicare l'intero tiro, mentre invece l'altra il singolo passaggio. Negli anni '80 infatti Manolo e Mariacher la usavano già per valutare l'intera lunghezza. Sono due scale (diverse nei numeri ma non nel concetto) di cui ad un certo momento si è sentita l'esigenza di comparare e dunque sono nate le tabelline di conversione.
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Messaggioda savsav » lun gen 14, 2008 16:31 pm

Jean-Rene ha scritto:Sembra che sia piu facile propagare cose false che presentare fatti .
Che ci sia la storia " ufficiale", fabbicata poco a poco in harmonia con i cliche prevalenti, e la storia vera, di cui
la maggior parte degli alpinisti si frega totalmente.? Allora continuate a scrivere palle , prego.



Jean-Rene ha scritto:Buongiorno,
un piccolo commento sulle parole di Maurizio e il revival del "free " ( non la nascita, Preuss non usava chiodi mi sembra)

Gia alla fine degli anni sessanta si cominciavano a saltare dei chiodi a Freyr ( Barbier) ed al Saussois ( Droyer, Cordier ed altri ) . Nel 72 o 73 Droyer sali " L'echelle a poissons" al Saussois senza toccare i chiodi (nel 71 aveva fatto la directe americaine al Dru in solitaria, chiedetegli se a usato i punti, io non lo so). Per esempio con l'amico scomparso Michel Chauve, ho fatto il Philipp alla Civetta nell agosto 71 e a parte due corti passagi ( all di sopra del gran diedro e piu su in un cammino d'uscita ) NON abbiamo toccato i chiodi ( abbastanza numerosi, c'era gia un espanzione nel diedro). Nello stesso spirito cosi pure l'Aste , la Cassin(Trieste ) e la via degli Amici.

Cosi se ( i bravi, senza dubbio) Fawcett etc hanno esportato qualcosa in Francia nell 76, non era una novita :-) .
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Maurizio ha scritto:Il concetto di libera da sosta a sosta, senza punti di riposo, si è sviluppato autonomamente e viene probabilmente da oltre Manica. Livesey e Fawcett si incaricarono di esportarlo in Francia nel 1976 e lì ne fu molto impressionato J.C. Droyer, che da parte sua aveva già fatto alcuni viaggi in Inghilterra. Non si può stabilire dunque il giorno esatto in cui si smise di valutare i passaggi e si cominciò a gradare l'intera lunghezza, considerando la continuità dello sforzo. Fu una cosa progressiva, un cambiamento di mentalità, che coincise col fatto che si cercava di lasciare meno punti d'aiuto possibile, sino alla libera totale. L'uso della scala francese si sviluppò parallelamente a quella Welzembach, e non è vero, come alcuni credono (soprattutto nell'area dell'Italia nord-orientale) che essa serva pe a romperle con indicare l'intero tiro, mentre invece l'altra il singolo passaggio. Negli anni '80 infatti Manolo e Mariacher la usavano già per valutare l'intera lunghezza. Sono due scale (diverse nei numeri ma non nel concetto) di cui ad un certo momento si è sentita l'esigenza di comparare e dunque sono nate le tabelline di conversione.


Ciao Jean...leggo sempre con molto interesse i tuoi interventi...
Maurizio non scrive piu' in questo Forum...adesso lo trovi qui...
http://www.fuorivia.com/forum/index.php ... 8901870811
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Messaggioda BAT » mar gen 15, 2008 13:39 pm

Sinceramente non ho mai capito una cosa e avevo pure un articolo pronto da pubblicare su La Rivista del CAI e questo una decona di anni fa.

Perchè 5+=VI?

Perchè nella scala francese, nella prima parte non si utilizzano le lettere, ma solo numeri arabi e nella seconda si introducono le lettere.
Ma sti francesi, hanno le idee chiare?

Ma ci vuol molto utilizzare le lettere fin dal primo grado?
Così si evita l'ambiguità di 5+=VI!
Molta gente, vedo, non tiene conto che certi numeri sono scritti in aribao e altri in romano. Pensa che siano la stessa cosa, come dire...tanto sono sempre numeri!
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