Meglio riportarne un pezzo,per diffondere meglio la cultura...da notare che un certo virgilio che compare è il bisbisbisbisbisbisbisnonno del barba..
"E poi ci sono diverse leggende.
La prima è riportata dallo scrittore Virgilio Scapin ed è ambientata negli Anni Venti del '400. All'epoca, i veneziani invasi dai topi avrebbero chiesto alcune centinaia di gatti a Vicenza (città che sarebbe stata piena di mici richiamati dall'odore di baccalà...): perché i gatti erano tutti spariti "Come se qualcuno se li fosse mangiati".
Un'altra storia inverte i ruoli: furono i vicentini, preoccupati per l'aumento dei ratti agli inizi del 700 a chiedere alla Serenissima un esercito di mici. A lavoro finito, i felini furono trasportati sotto il monte Berico in barca lungo il Bacchiglione e da li verso destinazione ignota (lo scrittore suggerisce la pancia dei vicentini).
Arrivano anche le teorie fonetiche: "Per dire la frase "hai mangiato" in dialetto veneziano si pronunciava "ti ga magnà", in padovano "gheto magnà" mentre nel dialetto antico vicentino si affermava "gatu magnà", da qui "Il soprannome di "magnagatu" o "magnagati" dato in senso spregiativo dai rivali veneti ai vicentini". Sembra infatti, spiega il testo, che gli altezzosi abitanti di Venezia amassero attribuire nomignoli offensivi: i pescatori diventavano "mangiasasso", i ruffiani "magnamaroni" ed i bigotti "magnamocoli".
Sul tavolo anche un'interpretazione di tipo storico-internazionale.
Nel 1765, Jerome Lalande, direttore dell'Osservatorio Astronomico di Parigi, visita Vicenza, credendo di trovare la città idilliaca e bucolica, simbolo di un glorioso passato. La realtà e diversa: secondo Lalande, i vicentini sono montanari, rozzi, selvaggi e violenti, al punto che quell'anno c'erano stati in provincia 300 omicidi su 200mila abitanti circa (cioè uno ogni 666 abitanti: 144 volte più di oggi) e che per questa loro rissosità si diceva "vicentini, cani e gatti" oppure "magnagatti".
Infine, ecco la famosa filastrocca: "Veneziani, gran signori; / Padovani, gran dotori; / Visentini magna gati; / Veronesi tutti mati; / Udinesi, castelani, / col cognome de furlani; / Trevisani, pan e tripe; / Rovigoti, baco e pipe; / i Cremaschi, fa cogioni; / i Bressan, tagiacantoni; / ghe n'è anca de più tristi: / bergamaschi brusacristi E / Belun? Pòreo Belun / te sè proprio de nisun!"
E la soluzione? Non c è: tocca al lettore trovare la sua. "
