Rutto ha scritto:Sarei interessato anche ad altri pareri a riguardo.
ecco il mio, Rutto.
corteggiare una linea è come costruire un'avventura attorno ad una idea verticale. ed alcuni vivono, da sempre, soprattutto quelli deboli altrove, di costruzioni di idee faticose nascoste impossibili, con sensibilità non comune.
come spesso capita ci si potrebbe immaginare che chi coltiva la stessa passione sia accomunato dalla stessa sensibilità; l'alpinismo ha molto vissuto su questo presupposto, che se non fosse chiaro, si è dimostrato assolutamente falso, poichè ognuno se è pur vero che può nutrire stessi fini, ha mezzi di realizzazione assolutamente differenti, e quindi, di necessità, sensibilità anche divergenti.
questo piccolo e ruspante racconto ne è un chiaro esempio, di come soprattutto la delusione non è il crollo di una idea verticale, ma la presa di coscienza che le idee verticali ognuno le conquista come vuole e come può, indipendentemente da tutto ed il contrasto sta proprio nella sensibilità.
scrivi bene Rutto quando parli di ius primae noctis, perchè dà il senso complessivo di come una "prima volta" possa essere sentita come "diritto acquisito" oppure "sogno sognato" (e tra queste due attenzioni la distanza è infinita)
un pezzo di roccia non è solo un pezzo di roccia, ma il teatro di un progetto che, matti o non matti, d'accordo o non d'accordo, può diventare il sugo di una vita, di tutta una vita.
e la cosa bella, anzi, strepitosa, è che, a discapito di come poi il senso medio e comune alpinistico intenda questa cosa, questo sentire, ovvero l'avere una idea verticale, la si può applicare anche ad un sasso alto un metro: gli spazi delle idee non conoscono dimensioni.
proprio per questo io non avrei affatto visto male nomi e luoghi, perchè questa, se sincera come si evince, è storia di idee, che spesso è molto meglio della storia reale, quelle grevi e meschine in cui ius primae noctis suona bastardo ed orrido.
ciao