EvaK ha scritto:Pié ha scritto:
La cordata perfetta quando si sanno assecondare anche i sogni dell'altro senza per forza sempre rincorrere i propri. E sapendo che l'altro asseconderà te la volta dopo.
La cordata perfetta.... quando si scende da una via, dove ci si è spronati e
Su quello che ho segnato non sono d'accordo.
Per quello che è la mia esperienza non è cordata perfetta se non c'è una condivisione piena degli obiettivi, sogni ecc... se non si sogna entrambi allo stesso modo una salita, se non si è disposti a mettersi in gioco allo stesso modo non ci può essere quella "dedizione" totale che emerge quando si forma una cordata perfetta.
é questo che non dura, non l'amicizia o il senso di condivisione.
Almeno questa è stata la mia esperienza.
ti dirò... mi è capitato di assecondare i sogni dell'altro, e proprio perchè eravamo compagni di cordata, alla fine il suo sogno era diventato il mio, ero contenta di essere lì in quel momento su quella via che per lui aveva quel significato.
E lo stesso, quando propongo una salita, sono contenta solo se il mio compagno nell' "accontentarmi" la sente anche come la "sua" salita.
Avere sempre gli stessi obiettivi è utopistico... è realistico accettare le differenze e venirsi incontro.
questo si, è (o dovrebbe esser ovvio) in una cordata affiatata.
quello che intendevo io è però una cosa diversa. è difficile da spiegare ma ci provo. con tre amici (Drugo, tu ne conosci un paio

) avevamo creato quello che per noi era un gruppo perfetto, c'era una sintonia totale in montagna ed in pianura. La nostra vita era pressoché in simbiosi e praticamente ruotava intorno alla montagna, i tre giorni successivi alla o alle salite passavano nel ricordo di quello appena vissuto, quelli dopo passavano a sognare nuove salite. Giusto o sbagliato che fosse tutto il resto era posto in secondo piano. In ciascun momento passato insieme sia in montagna che a casa si rideva, si scherzava ma quando si arrampicava eravamo tutti disposti a mettersi in gioco allo stesso modo (tanto). Era veramente un meccanismo magico, è difficile da spiegartelo se è una cosa che non hai ancora vissuto, se no penso che tu capisca quello che intendo. Poi il gruppo si è disunito perché siamo "cresciuti" ed abbiamo fatto scelte diverse. Ma qualche anno fa, dopo qualche anno che non andavamo via insieme mi sono ritrovato a far una salita con uno di questi amici. Beh nel leggere il commento di Alison su Silvestro Stucchi, mi ci son ritrovato, perché scendendo mi sono trovato a pensare che molto probabilmente mai mi sarei attaccato a quella cascata, che per me era molto ma molto difficile, con un altro compagno. Non per una questione di mancanza di fiducia o di sicurezza, ma perché con un altro, anche compagni con cui sono molto affiatato, non mi sarei sentito così libero di andare oltre le mie "colonne d'ercole".
A me piace tantissimo andare via con mia moglie, ma non siamo una "cordata perfetta". Con altri amici abbiamo sfiorato la "perfezione", ma l'esser disposti a mettersi in gioco allo stesso modo per una salita è durato poco, e questa secondo me è una condizione necessaria per una cordata perfetta.
Perdonami se lo scritto è un po' disarticolato ma spero di essermi spiegato, è che sono pensieri abbastanza personali e faccio fatica a metterli in bella..
