pf ha scritto:Con gli anni sto rivalutando quel libro di Erich Fromm, Avere o Essere...per esempio sulla differenza fra avere una pistola o essere un pistola.
Chi va in montagna sa benissimo che non c'è niente di straordinario nel non sentirsela di salire un 6b anche se si ha il 7c a vista in falesia e l'8b lavorato.
Di storie così ce n'è a centinaia, non c'è niente da vergognarsi e certamente Graham per primo, tanto per fare un nome citato, visto che non è stupido e sa cosa vuol dire scalare, non si sorprenderebbe. Se le protezioni,di qualsiasi tipo, sono distanziate, si sa che da qualche parte è, per esempio, 7a, ma quella parte bisogna trovarla, va a fiuto e anche a fortuna.
In ratikon in particolare non basta avere le braccia allenate, come in altri posti di calcare: l'arrampicata è spesso aleatoria e di difficile lettura, come su certe placche di granito. Un tiro di 7b+ di Acacia ha solo la salita a vista di Manolo, e sul libro firma ci sono una decina di scalatori da 8c e oltre. Per non parlare di chi è tornato indietro, anche se la chiodatura di Acacia è vicina.
In falesia certe discrepanze non ci dovrebbero invece essere, per uno scalatore completo, ma nulla vieta di cercare tutta la vita il proprio massimale infischiandosene dell'essere bravo a vista. Gullich non ha mai fatto l'8a a vista e salì solo un paio di 7c a vista, ma quello che ha fatto è immortale.
Buon Ratikon a tutti, casomai organizziamo un ritrovo collettivo con i seguenti cimenti a vista.
6a/6b: un tiro a caso di Mangold
6c: il primo dei 6c di Achtibahn ( pago viaggio, vitto e alloggio a tutti i pistola di questo mondo. Io sono tornato indietro, me ne vanto e sono felicissimo di averlo fatto e di poterlo dire)
7a: Quello di Chlini....
7b: quinto tiro di Acacia
7b+: sesto tiro di Acacia
7c+: El Viaje e ultimo di Acacia ( oltre un'ora per Manolo per farlo a vista)
Comunque mi hai incuriosito ...
Mi fido su quello che dici su Gullich, pero' i suoi esperimenti, secondo me, vanno contestualizzati. A quei tempi si esplorava la difficolta' nell'arrampicata. Il concetto di Redpoint era appena nato (i mitici puntini rossi messi sotto le vie da Kurt Albert & C?), anche se in fondo era sempre esistito. L'arrampicata, alla fine, era per la libera.
Purtroppo in molti, cercando di emulare Gullich, si buttano nel superlavorato e secondo me si riduce un po' la bellezza dell'arrampicata. Anche se qua si entra nel gusto personale.
Secondo me usare l'esperienza di Gullich per giustificare il fatto che le vie lunghe non si fanno a vista non ha molto senso.
Per quanto mi riguarda tendo a scegliere vie al mio livello o un pelo sopra giusto per il gusto della sfida, ma il gusto che provo consiste nell'arrampicare in libera con un po' di ingaggio per dare un sapore di avventura all'ascensione.
Se e' vero che in falesia molti si appendono agli spit per migliorare non pensi che, prefissandosi come obiettivo vie che non si possono fare a vista, in qualche modo si rischia di ridurre la grande parete ad una grande falesia?
Ciao
Lorenzo