Perché la punta quadrata? Ma perché allora era la soluzione migliore per far stare lo scarpone entro le ganasce dello sci. Ho recuperato una foto antica (1956? 1957? boh) di un paio di sci, non saprei dire se sono i miei o quelli di Alfredo, fatta in occasione della gita in Val Formazza della quale avevo parlato in questo post: http://www.forum.planetmountain.com/php ... c&start=73
Non si vede benissimo, però se osservate con attenzione si vede la molla che, con l'utilizzo della leva davanti, quella poco sotto alla fine del cappello (allora gli sci erano di Alfredo, il cappello è sicuramente il suo) teneva il tallone aderente allo sci. Poco più in basso della leva si vedono le ganasce. Quello era il famoso attacco Kandahar, l'unico esistente in quegli anni. Lo scarpone, meglio come ho detto se a punta quadrata, veniva inserito nelle ganasce e la punta poteva essere bloccata sulle ganasce in due modi: sulle ganasce c'era una rientranza che si veniva ad appoggiare al cordolo dello scarpone e fermava lo stesso, oppure mediante un cinghietto in cuoio. Quest'ultima soluzione, quella del cinghietto era un po' precedente ai miei tempi, ma qualcuno la usava ancora. Certamente l'attrito fra la rientranza e le cuciture sullo scarpone potevano provocare l'usura delle cuciture stesse, ma si poteva di solito ovviare con un po' di grasso. Le ganasce erano con una parte zigrinata e con delle viti di bloccaggio, in modo che si potessero allargare o stringere a seconda dello scarpone. Succedeva qualche volta che ci si dimenticasse di stringere bene le viti di bloccaggio, con il risultato che le ganasce tendevano ad aprirsi, con conseguente ovvia caduta.
Con quegli scarponi ho sciato per un po' di tempo, ma certamente non sarebbero andati bene per arrampicare, anche a causa della punta quadrata. Avevo un paio di scarpe simili alle ?polacchine?: avevano la suola di gomma tipo carro armato, la tomaia sembrava di pelle scamosciata e riusciva a tenere l'impermeabilità abbastanza bene, almeno su terreni non troppo innevati. La chiusura era con una cerniera tipo zip e il piede era abbastanza ben tenuto. Quelle scarpe le ho usate per parecchio tempo, fino a che non mi decisi a comperare un paio di scarponi degni di questo nome. La loro fine fu abbastanza ingloriosa: quando mi feci male alla caviglia sinistra scendendo di corsa dal Nibbio in Grigna ? era un sentiero ma un sasso girò sotto al piede ? e venni ingessato, scucii la parte posteriore della scarpa in modo da poter camminare anche con l'ingessatura.