Riccardo Bee

Arrampicata e alpinismo su roccia in montagna

Messaggioda Giorgio Travaglia » dom dic 05, 2010 22:44 pm

crodaiolo ha scritto:WOW 8O

guarda che non e il medale caro :lol: :lol:
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Messaggioda arteriolupin » dom dic 05, 2010 22:54 pm

Bric di Pianarella?

:lol: :lol:
...Se tuti i bechi gavesse un lampion... Gesummaria che iluminasiòn!

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Messaggioda Giorgio Travaglia » dom dic 05, 2010 22:55 pm

arteriolupin ha scritto:Bric di Pianarella?

:lol: :lol:

al massimo la nord di rocca di perti quando una volta ogni 10 anni nevica :lol:
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Messaggioda Drugo Lebowsky » lun dic 06, 2010 9:30 am

crodaiolo ha scritto:WOW 8O


:?:
vuol dire uào ??? :roll:

oppure? :roll:


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contradditorio e verità storica

Messaggioda adrian » ven dic 10, 2010 9:56 am

Essere un fan di Miotto probabilmente l'ha indotta a leggere con molta attenzione il suo nuovo libro , mentre il mio scritto PARETI DEL CIELO : LE VERITA' DI MIOTTO E QUELLE DELL'ALPINISMO lo deve aver letto
" una riga si e una riga no ".
Secondo lei è inutile e nocivo riesumare queste questioni... ma ha mai sentito parlare di CONTRADDITORIO .
Chi dovrebbe fare il contradditorio al libro di Miotto ?
Riccardo forse... oppure Miotto stesso ?
Un romanzo può essere bello o brutto ... a prescindere ; la valutazione è soggettiva .
Un libro storico - biografico per essere bello deve necessariamente anche essere attendibile e rispettare la realtà storica .
Il contradditorio , se i fatti descritti coinvolgono una persona deceduta , mi permetterà che debba essere condotto da persone informate dei fatti, che hanno vissuto quelle vicende .
Nel mio scritto ho menzionato con nome e cognome 3 persone che hanno vissuto a stretto contatto con Riccardo e mi hanno messo al corrente delle cose che non conoscevo .
Oltre a queste persone che ho citato , assieme a mio fratello Gianni ne ho sentite anche delle altre che ci hanno confermato le cose che ho scritto ( dopo la morte di Riccardo non eravamo più entrati nell'argomento ALPINISMO ); quindi non può dirmi che non so le cose .
Oltrettutto contattando tutte queste persone abbiamo avuto la conferma di una caratteristica che Riccardo aveva : dare molta importanza all'amicizia .
Inoltre se leggeva con più attenzione avrebbe capito che è Miotto che critica l'arrampicata solitaria non io , che invecie lho sempre considerata un'espressione altissima dell'alpinismo .
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Re: contradditorio e verità storica

Messaggioda giorgiolx » ven dic 10, 2010 13:17 pm

adrian ha scritto:Essere un fan di Miotto probabilmente l'ha indotta a leggere con molta attenzione il suo nuovo libro , mentre il mio scritto PARETI DEL CIELO : LE VERITA' DI MIOTTO E QUELLE DELL'ALPINISMO lo deve aver letto
" una riga si e una riga no ".
Secondo lei è inutile e nocivo riesumare queste questioni... ma ha mai sentito parlare di CONTRADDITORIO .
Chi dovrebbe fare il contradditorio al libro di Miotto ?
Riccardo forse... oppure Miotto stesso ?
Un romanzo può essere bello o brutto ... a prescindere ; la valutazione è soggettiva .
Un libro storico - biografico per essere bello deve necessariamente anche essere attendibile e rispettare la realtà storica .
Il contradditorio , se i fatti descritti coinvolgono una persona deceduta , mi permetterà che debba essere condotto da persone informate dei fatti, che hanno vissuto quelle vicende .
Nel mio scritto ho menzionato con nome e cognome 3 persone che hanno vissuto a stretto contatto con Riccardo e mi hanno messo al corrente delle cose che non conoscevo .
Oltre a queste persone che ho citato , assieme a mio fratello Gianni ne ho sentite anche delle altre che ci hanno confermato le cose che ho scritto ( dopo la morte di Riccardo non eravamo più entrati nell'argomento ALPINISMO ); quindi non può dirmi che non so le cose .
Oltrettutto contattando tutte queste persone abbiamo avuto la conferma di una caratteristica che Riccardo aveva : dare molta importanza all'amicizia .
Inoltre se leggeva con più attenzione avrebbe capito che è Miotto che critica l'arrampicata solitaria non io , che invecie lho sempre considerata un'espressione altissima dell'alpinismo .
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Come tutte le storie d'amore o tutte le amicizie quando finiscono possono finire in maniera burrascosa e violenta o in maniera consensuale e pacifica.

Nel secondo caso rimane la stima e sentimenti positivi, nel primo caso astio, rancore e tante volte odio ma come sempre la verità sta nel mezzo...solo le due persone che si allontanano conoscono la verità e i particolari. Purtroppo in questo caso Riccardo è morto e non può più difendersi.

Evidentemente Riccardo e Franco si sono lasciati male; dopo tanti anni credo che sia sterile polemizzare.

La realtà è che sia miotto che suo fratello hanno scritto pagine fondamentali per l'alpinismo; entrambi sono stati dei fenomeni sia per tecnica che per tenacia e coraggio...e per noi alpinisti rimangono due esempi da seguire, due figure quasi mitologiche.
vado a uccidere il frigorifero che mi sta fissando

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Re: contradditorio e verità storica

Messaggioda bino » ven dic 10, 2010 17:58 pm

Per completezza segnalo che ieri sul gazzettino di Belluno e? apparso un articolo proprio su franco miotto...

http://carta.ilgazzettino.it/LeggiGiorn ... Testatina=

Giovedì 9 Dicembre 2010, L'alpinismo è una filosofia, una passione, uno sport, una vocazione. Un'immagine che però non traspare con questi colori dall'ultima fatica di Franco Miotto "Pareti del cielo»" di recente pubblicazione. Oltre 230 pagine per raccontare imprese, ma anche dispetti, sotterfugi tra alpinisti, strategie per aprire vie prima di altri. «Accuse gettate in particolare sui feltrini» commenta amareggiato Diego Dalla Rosa, uno dei soci del Consorzio triveneto rocciatori di Fonzaso, per anni in cordata fissa con Maurizio "Manolo" Zanella, il pioniere dell'arrampicata libera in Italia e nel mondo. La cordata cui Miotto allude in molti punti del suo libro. «Per me la montagna è attività fisica, ricerca interiore, un modo di confrontarsi con l'ambiente e noi stessi - continua Dalla Rosa - leggendo il libro di Miotto, l'alpinismo sembra un modo di farsi nemici, di spiare gli altri, di disprezzare e deridere. Questo è il secondo scritto da Miotto, e già nel primo trasparivano dubbi sui colleghi».
«All'epoca stetti zitto, ma questa volta ha veramente esagerato. È un grande alpinista, di cui ammirare le capacità, perché scrivere tante cattiverie anziché raccontare solo le sue belle imprese?». «Leggendo il suo libro sembra che noi feltrini eravamo sempre lì pronti a spiarlo, a fregargli le idee, per usare le sue parole - continua il rocciatore - per rubargli le intuizioni in modo subdolo e magari precederlo ad aprire la via».
«Miotto ha il dente avvelenato con tutti persino con uno dei suoi compagni di cordata che nel libro definisce bulletto e frescone. Poi si capisce che parla di una delle guide alpine trentine più stimate, anche se lui sottolinea che sarebbe stato meglio fosse rimasto a raccogliere le mele. Deride, disprezza, parla di complotti ai suoi danni. Si vanta persino di essere arrivato a nascondere una sera tutta l'attrezzatura al suo amico e compagno di cordata di sempre, per paura che il giorno dopo lui aprisse la via al posto suo. Cose incredibili! L'alpinismo non è questo!».
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bee & miotto

Messaggioda emanuele » ven dic 10, 2010 18:35 pm

non ho ancora letto il libro, ma per farmi un'idea del problema della "relazione" tra miotto e bee mi è bastato il libro "la forza della natura" di luisa mandrino cda-vivalda, 2002 e frequentare alcune delle vie e i luoghi teatro della loro attività; la mia conclusione, anche dopo l'intervento del fratello di riccardo, è che la montagna e l'alpinismo anche se vissuti in maniera intensa e per un lungo periodo, non possono modificare i principali aspetti di un carattere e anzi, a volte lo rendono più urtante ed "avvelenato"
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Re: contradditorio e verità storica

Messaggioda arteriolupin » ven dic 10, 2010 19:05 pm

adrian ha scritto:Essere un fan di Miotto probabilmente l'ha indotta a leggere con molta attenzione il suo nuovo libro , mentre il mio scritto PARETI DEL CIELO : LE VERITA' DI MIOTTO E QUELLE DELL'ALPINISMO lo deve aver letto
" una riga si e una riga no ".
Secondo lei è inutile e nocivo riesumare queste questioni... ma ha mai sentito parlare di CONTRADDITORIO .
Chi dovrebbe fare il contradditorio al libro di Miotto ?
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Un libro storico - biografico per essere bello deve necessariamente anche essere attendibile e rispettare la realtà storica .
Il contradditorio , se i fatti descritti coinvolgono una persona deceduta , mi permetterà che debba essere condotto da persone informate dei fatti, che hanno vissuto quelle vicende .
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Oltre a queste persone che ho citato , assieme a mio fratello Gianni ne ho sentite anche delle altre che ci hanno confermato le cose che ho scritto ( dopo la morte di Riccardo non eravamo più entrati nell'argomento ALPINISMO ); quindi non può dirmi che non so le cose .
Oltrettutto contattando tutte queste persone abbiamo avuto la conferma di una caratteristica che Riccardo aveva : dare molta importanza all'amicizia .
Inoltre se leggeva con più attenzione avrebbe capito che è Miotto che critica l'arrampicata solitaria non io , che invecie lho sempre considerata un'espressione altissima dell'alpinismo .
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Buonasera Adriano,

non credo che sia possibile un contraddittorio, in quanto Suo fratello non può rispondere. Qualsiasi altro "contraddittorio" non avrebbe la stessa forza, nemmeno se fatto dal fratello, dai fratelli o dagli amici più stretti.

Il valore storico-biografico di un libro, peraltro, è relativo...
Un libro può essere storico solo nella misura in cui sia strutturato su solide basi documentali e filologiche. Nella fattispecie, tale potrebbe essere un carteggio Miotto-Bee oppure una rendicontazione dei fatti da parte di ambedue (magari con congrua partecipazione di altri, informati ed a conoscenza dei fatti).
Un libro scritto di soli ricordi e pensieri di Miotto ha valore storico solo per quanto riguarda Miotto, non Bee.

Non voglio entrare nella polemica: ambedue, per me, sono pietre miliari dell'alpinismo e di un dato periodo.

Vorrei, invece, invitarLa ad organizzare, se possibile, una pubblicazione congrua e quanto più pingue possibile di "ricordi" di Suo fratello Riccardo. So che ha "lasciato" poco di scritto... Ma ha lasciato molto tra chi lo conosceva.

Riorganizzare il tutto, facendolo raccontare dai fratelli, assieme a chi gli è stato vicino, potrebbe essere il migliore dei contraddittori e, sulla base del libro di Miotto e di quello che mi auspico possa scaturire in ricordo di Riccardo, ci sarebbero le basi di partenza per un'analisi tanto storica che storiografica.

Da un punto di vista biografico, poi, credo che un'opera a cura Sua e degli amici più stretti non farebbe altro che colmare una lacuna come quella di una biografia ragionata ed estensiva dell'opera alpinistica di Riccardo Bee, fornendo anche uno spaccato della sua esistenza come uomo.

Credo che questa, oltre ad essere una risposta adeguata, sarebbe anche un'opera sicuramente sentita ed apprezzata da quella gran quantità di persone che a tutt'oggi vedono nella figura di Suo fratello un mito della Montagna.

Un saluto
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Messaggioda giudit » ven dic 10, 2010 22:36 pm

D'accordissimo con Arterio!!!

Sono bellunese e ho sempre guardato Bee con grande ammirazione, in primo luogo grazie hai racconti di amici (quella giovane leva alpinistica bellunese che lo ha seguito nel periodo dopo Miotto).
Consiglio a tutti gli escursinisti solo uno sguardo dalla val de Piero all'orrido del Burel.
Un iniziativa di questo tipo sarebbe da me (e da molti amici) più che ben voluta
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Messaggioda alison » sab dic 11, 2010 17:17 pm

...conosco Franco, ecco perchè il suo libro per me era "prevedibile"... un BRUTTO libro ... peccato, un vero peccato.
Di Riccardo ho un bellissimo ricordo, a meta via sul CAPOLAVORO del pilastro ovest all'Agner, un bellissimo muretto a secco ... costruito da Bee per il suo bivacco notturno ... una gran via dove a volte il 7 grado è presente, logica, superba, isolata ... non serve un libro, basta guardare il pilastro, basta camminare alla base del Gigante, per sentire la sua presenza ....
il resto, tutte invidie, gelosie, fraintendimenti ...
il resto è sepolto dalla Neve d'inverno e spazzato dal Vento d'estate ...

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Messaggioda Hal9000 » dom dic 12, 2010 10:38 am

Già :roll: . Ad ogni modo, guardando nel libro le foto dello Spiz di Lagunaz c'è da rimanere impressonati per il posto dove Riccardo e Franco sono andati a cacciarsi...quanto l'han valutata questa impresa, tanto per curiosità?
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Messaggioda Toni » lun dic 13, 2010 12:12 pm

Per i non molti, che conoscono la storia, che hanno messo le mani sulle avventure di Bee, che hanno la sensibilità di capire e vedere, son d?accordo con Ivo. Molte parole di questo libro passeranno senza lasciare traccia.
Ma tanti non sanno nemmeno che l?è il Gigante.
E non conoscono nemmeno il carattere, diciamo ?particolare? di Miotto.
Mi sembra doveroso allora, portare altre verità, da parte di chi si sente direttamente ferito dalle parole del libro.
Ed aggiungerci, per quel che vale, il mio disappunto.

Poi, in alcune considerazioni, sull?alpinismo solitario, lette qua e la, mi sento anche coinvolto. Fa sorridere, non riesce a comprendere che ci sono altri modi di fare alpinismo, ma è un?altra storia.

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Messaggioda adrian » ven dic 31, 2010 12:23 pm

RICCARDO BEE ,CAVALIERE SOLITARIO.
E. BUSATTA
Silenzio.Neve.Ghiaccio.Roccia.Sesto grado.C'è chi parla anche di settimo .Si fa presto a dire poesia .Ma lì l'uomo-l'alpinista-è solo a fare i conti con se stesso . Un'impresa solo fisica?Una sfida" tecnica" alla ricerca dell'ignoto .Reinhold Messner , dopo aver ripetuto la via del Burel, 1150 metri di infida parete , aperta da Gianni Gianneselli e Giorgio Garna , ha lasciato scritto un messaggio , e se vogliamo pure un giudizio , che spiega tante cose : " La via , in questo remoto ambiente della Val di Piero , richiede un gran impegno morale.."
Un impegno morale : è la parola chiave che copre e circonda molta parte e storia dell'alpinismo , dai pionieri ai giorni nostri. Se chiedi a uno di loro perchè arrampica , le risposte sono sempre diverse , però sempre fanno riferimento a qualcosa che sale , forte , da dentro : una molla carica di tensione , una voglia matta di mettere alla prova i complessi rapporti uomo-natura . Con modi e tempi che sovente sfuggono a un approccio del tutto "razionale ".
Di questa pasta era Riccardo Bee , 35 anni , morto sulla parete nord dell'Agner . Un " cavaliere solitario ", si potrebbe dire di lui.
Andava in roccia da anni : ma sempre più spesso negli ultimi anni preferiva andarci da solo . E da solo la montagna lo ha tradito .
Aveva iniziato nel 73 un lungo sodalizio con Franco Miotto , proprio sul Burel celebrato da Messner . Loro , nel 74 , la prima invernale .
Poi una serie di prime vie sul Pizzocco , sul Pelmo , sul Palazza in quella specie di labirinto che sono i Monti del Sole . Una serie di di importanti ripetizioni lungo gli itinerari classici delle Dolomiti sfocia nel 79 nella prima estiva dello Spiz de Lagunaz sulle Pale di San Lucano .
Bee e Miotto . Miotto e Bee . La cordata a un certo punto però si ferma .
Bee scopre le solitarie . Vuole essere solo a misurarsi con i misteri dell'alpinismo . Si affermano nuove mode , ma lui non le segue .E' -lo ripetiamo- un cavaliere solitario .Qualcuno lo giudica fuori tempo . Alle palestre del "free climbing " ( niente chiodi , passaggi superati usando le risorse dell'acrobazia ... ) Bee preferisce i silenzi e i distacchi delle"sue"
montagne . Itinerari , quindi, psicologicamente impegnativi. Accessi lunghi . Bivacchi .Arrampicate di più giorni. Tecniche tutt'altro che moderne : quando è morto , i volontari del soccorso alpino, gli hanno trovato addosso cunei di legno costruiti a mano. Alla soglia del duemila .
Ma così era il personaggio .Silenzioso . Forse anche un pò umbratile .Schivo soprattutto per quanto riguarda i progetti . La montagna scomoda era il suo regno ."L'ascensione è pericolosa " scrive Messner : ed ecco allora Bee , nel 79 , arrampicarsi da solo sulla via del Burel .Nell'80 poi , ripete il Diedro sud della Schiara sempre da solo , e apre un nuovo percorso lungo la parete Sud Oest partendo dalla ciengia mediana . L'anno dopo , d'inverno , sale il Diedro Nord e ripete la via Vinci sull'Agner .Cinque nuove vie nell'82 : sul Piz Serauta e sulla Marmolada d'Ombretta. Infine il " capolavoro " . la solitaria del Pilastro
Ovest dell'Agner , il monte della tragedia proprio mentre l'anno sta per chiudersi . Un cavaliere solitario , ma anche un cavaliere errante , Riccardo Bee , accademico del C.A.I. " Era uno a cui piaceva vagare per le pareti " racconta chi lo conosceva .
E' passato il tempo . lassù , fra le nuvole e i ghiacciai , il " destino padre-padrone " ( come ama insinuare Goffredo Parise ) ha improvvisamente rotto l'incantesimo dell'avventura .
Intanto sulla terra l'alpinista " tecnologico "dice di voler diventare sempre più " naturale " ; e per riccardo Bee-scalatore solitario-questa in fondo potrebbe essere la rivincita più bella della sua vita .
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Messaggioda arteriolupin » ven dic 31, 2010 12:51 pm

Adriano,

grazie di cuore.

E chissà che il 2011 porti una bella raccolta a stampa di ricordi, memorie e testimonianze su Riccardo Bee...

Sono più di quanto si creda quelli che lo apprezzerebbero.

Una vera biografia ragionata, anche scritta a più mani, dell'alpinista Riccardo Bee sarebbe uno dei regali più belli che ci potremmo attendere...

Buon 2011.
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Messaggioda Hal9000 » sab gen 01, 2011 11:44 am

Bellissimo articolo :) buon anno a tutti :D
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Messaggioda giorgiolx » ven feb 07, 2014 13:16 pm

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Messaggioda Pié » ven feb 07, 2014 14:50 pm

giorgiolx ha scritto:Immagine


che bella notizia! :D
evviva la burtleina!
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Messaggioda giorgiolx » ven feb 07, 2014 14:59 pm

Pié ha scritto:che bella notizia! :D


beh, prima vediamo cosa c'è scritto dentro :P
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