Come sempre da un semplice racconto, che non aveva altro scopo se non quello
di stimolare una riflessione su cose che sono capitate centinaia di volte, si
entra nel personale e a questo punto la discussione prende una direzione
molto difficile da controllare, molto delicata, che potrebbe anche ferire, legittimamente,
la sensibilità di qualcuno. Mi dispiace sinceramente.
Lasciamo perdere i nomi, restiamo nel generico.
Ribadisco che io non rivendico nulla, non ce l?ho con nessuno.
In tanti anni di scalate, poi, non è stato solo quella volta e solo in quel posto che altri sono stati
piu? bravi di me??altre tre, quattro vie potrebbero anche chiamarsi diversamente di adesso,
ma questa e? una cosa normale e non sono l?unico a cui e? capitata?penso che tutte le piu? importanti vie, sulle montagne piu? conosciute, considerata la loro visibilita?, si portano dietro
vicende di questo tipo
E poi una cosa e? pensare, ideare, sperare, fare qualche tentativo, fare anche un po? di tiri, e perche? no? anche qualche bivacco, ma ben altro e? arrivare in cima?.
La storia dell?alpinismo e? piena di tentativi, di rinuncie, di competizioni fra cordate diverse
per arrivare per primi?..ma sono solo i primi che arrivano in vetta che hanno il diritto di gioire, gli altri sono solo in quel momento degli sconfitti? come e? giusto che sia nello sport?.e, soprattutto, prima o dopo anche i piazzati arrivano davanti?..
non e? retorica dire che l?Alpinismo e? scuola di vita, anche nella vita non sempre qualcosa va? nella direzione desiderata, ma prima o dopo, con impegno, sacrificio e fiducia, arriva sempre anche il nostro momento?
e adesso il Drugo puo? dirci che siamo dei caiani?.
