Hercules ha scritto:Anche noi ci siamo divertiti!
Quando parlo di disagio parlo, per fare un esempio concreto, della sensazione che si prova quando al momento di attrezzare una sosta:
- si saggia uno spuntone, e quello si stacca
- si infila un friendino, la fessura si apre
- si pianta un chiodo, il pietrone si crepa in due
- si toglie la terra in una fessura con la becca del martello e la si scopre cieca
Non intendevo parlare di divertimento. Quello su questo tipo di salite magari viene dopo quando ne riparli magari con orgoglio davanti al caminetto e un bicchiere di rosso.
In questo tipo di salite c'è il gusto della parete non tanto dell'arrampicata
altrimenti non ci vai. Un pò come la nord dell' Eiger o la nord del monte Camicia . Non si va li per l'arrampicata ma per il gusto di salire la parete che per la sua selvaggia ed orrida bellezza attrae.
Quello che tu hai descritto come disagio io credo siano domande che la parete di pone e tu con la tua preparazione alpinistica cerchi di dare delle risposte che non sempre sono positive quindi devi fare di tutto per adattarti al terreno. Non credo che le uniche domande che ti pone una parete, soprattutto una grande parete, siano quelle della pura e sola difficoltà tecnica.
Comunque in Apuane c'è di peggio ad esempio la via dei Carrarini alla Piccola Roccandagia e credo che anche la diretta Biagi alla Roccandagia promette cose da brivido.