TAGHIA...

Arrampicata e alpinismo su roccia in montagna

Messaggioda grimper » mer dic 06, 2006 20:44 pm

Grazie amici! Al rientro prepareremo la solita relazione che inseriremo prontamente sul nostro sito all'indirizzo www.wuberstyle.net :wink:
Ora io e mio fratello ci buttiamo nell'organizzazione di questa Marocchinata!!! :lol:
Buona arrampicata a tutti!
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Messaggioda Fabio23 » ven dic 08, 2006 14:16 pm

Maurizio, ma Les Rivieres Purpures è la via che sale sulla parete del Ta Oujdad proprio di fronte a Canyon Apache e Enfant de sable?
Se è quella la consiglio anch'io: non l'ho ripetuta, ma la parete è veramente "da urlo" :wink:
Se Alter conferma posto una fotina per fare venire un po' d'acquolina in bocca (e sudore alle mani) ai fratellini liguri...

Vie consigliate se il fratello è in forma: Sul filo della notte (tanto per arruffianarsi alter :lol: ), la via di Heinz (quella parete al sole è uno spettacolo), l'ultima via dei polacchi (o cechi?) sulla parete più alta ed impronunciabile della zona (alla gite ci sono un casino di foto e dopo aver letto il nome capirete perchè la parete è impronunciabile). Tutte queste sono molto dure (MOLTO), ma perchè tarparsi le ali prima di partire? Ovviamente le consiglio per l'estetica delle pareti e delle linee (a parte quella di Alter perchè non abbiamo avuto la fortuna di addentrarci nel canyon fino a lì! Ho già spiegato perchè la inserisco :lol: :lol: :lol: )

Vie consigliate se il fratello è spompo: Belle e Berbere (anche in mezza giornata, una delle moderne più facili), la via sportiva a destra della cascata (panorami mozzafiato e, se c'è la cascata, spruzzi assicurati).

Vie consigliate se il fratello è "normale": fatti un giro, guarda le pareti, torna alla gite, leggi le relazioni: le idee non mancheranno. E non ascoltare troppo Maurizio sui timori della chiodatura: dal mio punto di vista bisogna sempre andare e provare, magari finire, forse tornare con la coda tra le gambe. Piola uguale certezza; ma siamo sicuri di volerla sempre e comunque? Ogni tanto è bello incasinarsi un pò...sapendo che in Marocco nessuno ti verrà a riprendere :wink:

Vie consigliate se il fratello è in vena esplorativa: le classiche; decine e decine dagli anni '70 in poi, principalmente di francesi e spagnoli.

Ciao e divertitevi

Fabio
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Messaggioda alter-ego » sab dic 09, 2006 9:21 am

Fabio23 ha scritto:Maurizio, ma Les Rivieres Purpures è la via che sale sulla parete del Ta Oujdad proprio di fronte a Canyon Apache e Enfant de sable?
Se è quella la consiglio anch'io: non l'ho ripetuta, ma la parete è veramente "da urlo" :wink:
Se Alter conferma posto una fotina per fare venire un po' d'acquolina in bocca (e sudore alle mani) ai fratellini liguri...

Vie consigliate se il fratello è in forma: Sul filo della notte (tanto per arruffianarsi alter :lol: ), la via di Heinz (quella parete al sole è uno spettacolo), l'ultima via dei polacchi (o cechi?) sulla parete più alta ed impronunciabile della zona (alla gite ci sono un casino di foto e dopo aver letto il nome capirete perchè la parete è impronunciabile). Tutte queste sono molto dure (MOLTO), ma perchè tarparsi le ali prima di partire? Ovviamente le consiglio per l'estetica delle pareti e delle linee (a parte quella di Alter perchè non abbiamo avuto la fortuna di addentrarci nel canyon fino a lì! Ho già spiegato perchè la inserisco :lol: :lol: :lol: )

Vie consigliate se il fratello è spompo: Belle e Berbere (anche in mezza giornata, una delle moderne più facili), la via sportiva a destra della cascata (panorami mozzafiato e, se c'è la cascata, spruzzi assicurati).

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Ciao e divertitevi

Fabio


si Fabio, la via è quella. Noi ne abbiamo fatto sette tiri, dopo di che mi è salita la febbre ed ad un certo punto non ce l'ho fatta più e siamo dovuti scendere. Fino a lì ero andato tutto a vista e mi è spiaciuto veramente tanto. Consiglio livello di 7a a vista regolare per godersela un po', chiodatura senza patemi ma 6c obbligatorio abbastanza frequente. Per quanto riguarda sul filo della notte per godertela il livello sale a 7b a vista regolare, poi dipende sempre come vuoi fare la via, ma considera che se non sei abituato la pelle delle dita fa in fretta a corrodersi.

Grimper, sei tu che hai fatto Acqua in bocca in Corsica che c'è il raccontino su wuber?
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Messaggioda Fabio23 » sab dic 09, 2006 22:39 pm

Ecco qui dove sale Les Rivier Purpures.

Immagine

Non ci sono riferimenti ma quella paretina lì è alta circa 600 m! 8)

Ciao

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Messaggioda elvio » mar dic 12, 2006 0:00 am

[quote="alter-ego"][quote="Fabio23"]Maurizio, ma Les Rivieres Purpures è la via che sale sulla parete del Ta Oujdad proprio di fronte a Canyon Apache e Enfant de sable?
Se è quella la consiglio anch'io: non l'ho ripetuta, ma la parete è veramente "da urlo" :wink:
Se Alter conferma posto una fotina per fare venire un po' d'acquolina in bocca (e sudore alle mani) ai fratellini liguri...

Vie consigliate se il fratello è in forma: Sul filo della notte (tanto per arruffianarsi alter :lol: ), la via di Heinz (quella parete al sole è uno spettacolo), l'ultima via dei polacchi (o cechi?) sulla parete più alta ed impronunciabile della zona (alla gite ci sono un casino di foto e dopo aver letto il nome capirete perchè la parete è impronunciabile). Tutte queste sono molto dure (MOLTO), ma perchè tarparsi le ali prima di partire? Ovviamente le consiglio per l'estetica delle pareti e delle linee (a parte quella di Alter perchè non abbiamo avuto la fortuna di addentrarci nel canyon fino a lì! Ho già spiegato perchè la inserisco :lol: :lol: :lol: )

Vie consigliate se il fratello è spompo: Belle e Berbere (anche in mezza giornata, una delle moderne più facili), la via sportiva a destra della cascata (panorami mozzafiato e, se c'è la cascata, spruzzi assicurati).

Vie consigliate se il fratello è "normale": fatti un giro, guarda le pareti, torna alla gite, leggi le relazioni: le idee non mancheranno. E non ascoltare troppo Maurizio sui timori della chiodatura: dal mio punto di vista bisogna sempre andare e provare, magari finire, forse tornare con la coda tra le gambe. Piola uguale certezza; ma siamo sicuri di volerla sempre e comunque? Ogni tanto è bello incasinarsi un pò...sapendo che in Marocco nessuno ti verrà a riprendere :wink:

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Ciao e divertitevi

Fabio[/quote]

si Fabio, la via è quella. Noi ne abbiamo fatto sette tiri, dopo di che mi è salita la febbre ed ad un certo punto non ce l'ho fatta più e siamo dovuti scendere. Fino a lì ero andato tutto a vista e mi è spiaciuto veramente tanto. Consiglio livello di 7a a vista regolare per godersela un po', chiodatura senza patemi ma 6c obbligatorio abbastanza frequente. Per quanto riguarda sul filo della notte per godertela il livello sale a 7b a vista regolare, poi dipende sempre come vuoi fare la via, ma considera che se non sei abituato la pelle delle dita fa in fretta a corrodersi.

Grimper, sei tu che hai fatto Acqua in bocca in Corsica che c'è il raccontino su wuber?[/quote]

Ciao sono il fratama-w2, volevo ringraziare per le info su tutto quanto, per quanto riguarda la forma mi sa che sarà da spompo a normale :oops: quindi direi che le Riviere Viola saranno già un buon target (oh, poi non si sa mai!)
Per il Filo della Notte et similia mi sa che servono troppi pannolini...

PS Per alter-ego: io e Nelson abbiam fatto Acqua in Bocca a Bavedda!

PPS Ma come minchia si fa a quotare?! Non funge?
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Messaggioda grimper » mar dic 12, 2006 0:57 am

ARF... ARF... ARF... che libidine fratellino...che libidineeeeee!!!! Grazie raga, stasera ho la ralla a palla e credo proprio che ci mettero' del mio per spostare il livellino un po' più in su.... :wink:

Grazie mille per le info, se avete bisogno di foto o materiale sulla svizzera o alpi dove siamo stati non esitate a chiedere vi aiuteremo molto volentieri!

Wuberino! ANDIAMO! :lol:
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Messaggioda elvio » mer dic 13, 2006 12:55 pm

Non fate troppo caso alle polluzioni mentali di mio frate... :roll:
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Messaggioda lallo » mer dic 13, 2006 15:09 pm

Ciao a tutti, Sono Lallo quello che ha fatto il primo tiro della via di maurizio, volevo precisare che avendo fatto solo il 1° tiro non posso giudicare il resto della via, mi sono limitato a dire ( e neanche publicamente) che sembrava poco interessante ( a parte il primo e l'ultimo tiro) xchè un pò appoggiata su grossi blocchi... Abbiamo cambiato itinerario solo perchè a me non interessava farla ( quello interessato era il mio socio che ha cambiato idea). Il primo tiro l'ho trovato bello anche se (secondo me) il grado è un pò troppo alto, ho lo fai a vista o cadi a terra, visto il run out..
Personalmente, avendo salito qualche giorno prima canyon apasche volevo salire qualche altra parete,visto che il tempo a disposizione è sempre poco..
Comunque grandioso posto con roccia impeccabile e tante possibilita, se hai bisogno di info recenti no problem.
Lallo
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Re: Taghia

Messaggioda alter-ego » mer dic 13, 2006 17:00 pm

lallo ha scritto:Ciao a tutti, Sono Lallo quello che ha fatto il primo tiro della via di maurizio, volevo precisare che avendo fatto solo il 1° tiro non posso giudicare il resto della via, mi sono limitato a dire ( e neanche publicamente) che sembrava poco interessante ( a parte il primo e l'ultimo tiro) xchè un pò appoggiata su grossi blocchi... Abbiamo cambiato itinerario solo perchè a me non interessava farla ( quello interessato era il mio socio che ha cambiato idea). Il primo tiro l'ho trovato bello anche se (secondo me) il grado è un pò troppo alto, ho lo fai a vista o cadi a terra, visto il run out..
Personalmente, avendo salito qualche giorno prima canyon apasche volevo salire qualche altra parete,visto che il tempo a disposizione è sempre poco..
Comunque grandioso posto con roccia impeccabile e tante possibilita, se hai bisogno di info recenti no problem.
Lallo


ciao Lallo, non è per fare il puntiglioso :lol: :wink: , so bene di avere aperto tante porcate, però non mi trovo d'accordo con tutto ciò che dici. Il primo tiro può essere sovragradato, vero, ed è vero anche che se cadi ti fai male. Ma poi che dopo sia tutti blocchi sino all'ultimo tiro non corrisponde a verità, permettimi di smentirti su questo punto, dato poi che da Canyon Apache non è visibile il bellissimo diedro (essendo girato dall'altra parte) che è la direttiva della parete, e che sono ben 4 tiri. I due tiri che ti sono parsi di blocchi si passano sui tratti più compatti e l'arrampicata me la ricordo su ottima roccia, piacevole, appena un po' disturbata dalla vegetazione. I 4 tiri in diedro (e non 1) sono belli e difficili, impegnativi.

In conclusione condivido la tua scelta di averla lasciata perdere anche perchè il primo tiro è un po' un calcio nei coglioni :lol: :lol: e scoraggia, però penso che abbiate sottovalutato l'interesse della parte alta, pensando che passasse più a destra, dove effettivamente sembra di poco interesse.
Ripeto, non considero Enfant de sable una bella via, ma ne ho viste e fatte molte che sono propagandate come belle, e che invece le sono sicuramente inferiori. Ho finito, fine della precisazione :wink: :lol:

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Taghia

Messaggioda lallo » mer dic 13, 2006 18:10 pm

Ciao M,
intendevo dire che la parete non mi sembrava così di "impatto" come quella di fronte dove c'è la via di Piola ( dove la parete della tua via si vede, diedro copreso..) è chiaro che non avendola fatta non posso permettermi di giudicarla, ma se non ci sono spit o chiodi da seguire, io che non sono assolutamente bravo rispetto te ( e questo è veramente un complimento, perchè di tue vie ne ho fatte parecchie, e tutte di massimo rispetto),passo sempre da dove è più facile.. e a vederla la parete non mi sembrava interessante.
Però se tu che l'hai aperta dici che ne vale la pena sicuramente è cosi.
Per quanto riguarda il primo tiro,personalmente non mi sembra tutto sto gran calcio nei coglioni... l'unica cosa era la grandezza di alcune lame da tirare.. che richiedevano una certa cautela.. visto che non penso che sia ripetuta spesso.
Comunque complimenti ancora .
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Messaggioda alter-ego » mer dic 13, 2006 18:38 pm

ma certo, il mio non era un intento polemico, ma solo una precisazione. Poi, come ho detto all'inizio la via di Piola è senz'altro meglio, infatti io ho consigliato quella, mica la mia! :wink:
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Taghia

Messaggioda lallo » gio dic 14, 2006 9:14 am

Ok, a proposito tu l'hai salita laxe du mal, mi sembra si scriva così, x farla conviene partire da il villaggio o dormire nei pressi di una grotta?
Ciao :idea:
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Re: Taghia

Messaggioda alter-ego » gio dic 14, 2006 9:18 am

lallo ha scritto:Ok, a proposito tu l'hai salita laxe du mal, mi sembra si scriva così, x farla conviene partire da il villaggio o dormire nei pressi di una grotta?
Ciao :idea:


ne ho fatto metà, appunto perchè siamo partiti tardi e la ragazza del mio socio ha rinunciato sul sentiero (troppo difficile per lei) ed abbiamo perso tempo. Allora abbiamo attaccato tardi e siamo arrivati solo fino a metà via. Direi che se vuoi farla tutta conviene senza dubbio bivaccare, almeno in autunno che le giornate sono corte. E' una scalata in placca bella e, fino dove sono arrivato io, decisamente più facile della vicina Sul filo della notte :wink: :roll:
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Messaggioda akane81 » gio dic 14, 2006 14:55 pm

:) io ed un paio di amici volevamo andare a Taghia proprio durante le vacanze di Natale....
....sarà fattibile?!?!!? :?
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Messaggioda alter-ego » gio dic 14, 2006 15:26 pm

akane81 ha scritto::) io ed un paio di amici volevamo andare a Taghia proprio durante le vacanze di Natale....
....sarà fattibile?!?!!? :?


direi proprio di no...Todra invece sì!
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Messaggioda akane81 » gio dic 14, 2006 18:05 pm

alter-ego ha scritto:
akane81 ha scritto::) io ed un paio di amici volevamo andare a Taghia proprio durante le vacanze di Natale....
....sarà fattibile?!?!!? :?


direi proprio di no...Todra invece sì!



:D :D :D GRAZIE! :wink:

cercherò informazioni su Todra (ho visto e scaricato il bel articolo sul sito di planet mountain)
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Messaggioda elvio » gio dic 14, 2006 19:29 pm

Mi son arrivati i due libri di A.Petit (Parois de legende) in cui c'e' anche Taghia. Dalle foto ho capito che il calcare e' un sogno e le vie proposte dei viaggi verticali indimenticabili...

Devo dire che questi libri fanno venire una fame insaziabile!
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Messaggioda grimper » ven dic 15, 2006 14:06 pm

A me invece dopo aver visto il trovabile su internet in riguardo alle foto mi sembra di comprendere che la scalata sia molto di dita, o sbaglio?!... cmq sto rinforzando anche quelle! heheheeee... :wink:
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Messaggioda alter-ego » sab dic 16, 2006 9:03 am

più che altro passaci tutti i giorni la cartavetro per 20 minuti...così, prima di andare a letto, ma poi evita di accarezzare la ragazza :lol: 8)
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Messaggioda alter-ego » sab dic 16, 2006 11:37 am

Aggiungo ancora, per chi non l'avesse letto sulla rivista del CAI tre anni fa, qualche impressione che ho scritto sul mio primo viaggio a Taghia. Penso che possa far piacere, specialmente a chi sta programmando un viaggio da quelle parti :wink:


Bianco. Un soffitto bianco mi riporta dai sogni confusi alla realtà. Stropiccio gli occhi e guardo l?orologio. Le sei. ?Maledizione, non riesco più a dormire, neanche oggi che è un giorno dedicato al riposo!?. Rolando e Michele, invece, sono avvolti nel sacco a pelo che dormono. Li invidio, io più son stanco e meno dormo: sembra che abbia un orologio nella testa, sintonizzato con i giorni di ?levataccia?! Una luce fioca si diffonde nella stanza dalla piccolissima finestra in alto, l?unico punto di luce. Mi sollevo e attraverso di essa riesco ad intravedere le rocce dell?Oujad e il cielo blu del mattino. Realizzo appieno che siamo ancora qui a Taghia, anche perché mi sento le ossa tutte rotte dalla fatica di ieri. Vorrei essere a casa e riposarmi per bene, ma non è possibile, semplicemente perché siamo qui, lontano da tutto ciò che abbiamo lasciato in Italia. Un asino raglia forte nella stanza vicino a noi, il gallo ha ormai cantato da un pezzo: in dieci giorni qui ho imparato che ciò significa che fa bel tempo e non piove: che effetto strano ritornare indietro ai ritmi degli animali da fattoria! Troppa poca luce per leggere?decido di alzarmi.
Fuori dalla porta, come tutte le mattine, a qualsiasi ora mi alzi, incontro Säid. Il suo sorriso è sempre accompagnato da uno stentato ?Bonjour, bien dormì?? poiché, come la maggioranza dei berberi, conosce solo approssimativamente il francese. Non sono ancora del tutto sveglio, ma la luce del cortile investe forte le mie pupille abituate alla penombra della casa, facendomi arretrare di un passo. Poi, timidamente, mi immergo nuovamente in questo microcosmo contadino che è Taghia e che mi sono abituato oramai a vivere a giorni alterni, quando non siamo in parete. La vecchia di casa, sicuramente la nonna, è già curva sulle pannocchie. Probabilmente è tutta la vita che si occupa del granoturco, perché anche quando si alza, la sua schiena rimane curva come se fosse seduta? Invece Rachida, di soli sedici lune di vita, gioca in bilico sul tetto, senza che la mamma si preoccupi. Un?ennesima porta, chiusa con un sasso, segna la casa di Säid, che la sporadica presenza di ospiti stranieri ha in parte trasformato con qualche modesta comodità. Al di là vive Taghia con i suoi ritmi di sempre, e basta varcare questa soglia per sentirsi addosso mille occhi curiosi. Passa un gruppetto di bambine che si avvia verso la scuola, un cubo di cemento senza pavimento, poco più in là, all?estremità del villaggio. Hanno zainetti, matite e quaderni tutti uguali, che ha portato un giorno una signora senza hijabe sulla testa, venuta dalla pianura. Il maestro, originario di un paese vicino a Casablanca, è seduto sull?uscio della scuola e guarda spesso nel vuoto attraverso i suoi occhiali spessi. Forse in questo paese si annoia, o semplicemente aspetta che il tempo passi e venga l?ora della lezione. Ma a Taghia non esiste orario, e gli allievi si recano a scuola quando vogliono, a piedi o a dorso di asino. ?Parli bene il francese?, mi ha detto qualche giorno fa il maestro. ?Io insegno ai bambini di Taghia il francese e l?arabo. Ad esempio, mi dice: Mohamed, le père de Youssef, conduit la voiture. Youssef va à l?ecole?? ?Ma a Taghia non ci sono macchine ed i bambini non ne hanno mai vista una!?, scherzo io. Il maestro ride forte spalancando i suoi denti storti, l?umorismo non dev?essere pane comune qui, in questo villaggio di contadini! Poi riaccende la sua radiolina, che gracchia parole incomprensibili. Mentre i ragazzi giocano a football fuori dalla scuola con una bottiglia di plastica, le bambine stanno in disparte e non smettono di guardarmi con i loro occhi grandi e neri. Una, che riesce a vincere il timore, mi chiede un bombon. Ha vaghi tratti mongoli nel taglio degli occhi, così mi ricordo di aver letto che i berberi un tempo migrarono in queste terre dalla regione della Mesopotamia. Sono imbarazzato e mi sento un intruso in questo villaggio. E provo tenerezza per queste future donne, già a tre anni avvolte nei foulard e con le gonne lunghe, condannate a lavorare tutta la vita, anche per conto degli uomini. E penso a Fatma, la moglie di Said, che trasporta un fascio di pannocchie pesante come uno dei nostri zaini, tanto che Rolando ha fatto fatica a sollevarlo. Le abbiamo rubato un sorriso imbarazzato, coperto con la mano. Sua figlia Safya, non molto più giovane di lei, sbriga invece le faccende di casa e bada alle capre, portando sulle spalle la piccola Rachida. In casa viene spesso un ragazzo, con molta probabilità il suo futuro sposo, scelto dai suoi genitori. Safya è bella e sana, e sicuramente il ragazzo pagherà una buona dote per lei. Avranno una casa con asini, capre e cani ringhiosi a far la guardia, sicuramente tanti figli, e il primo maschietto lo potranno chiamare Mohamed, come vuole la religione, come vuole il re. Inch?allah.
Tutto questo viene accettato come un ordine soprannaturale delle cose, che però a me riesce difficile assimilare. I miei pensieri scivolano lievi e furtivi tra me e gli occhi delle donne, senza che né io né loro riusciamo ad afferrarne il senso e a sostenerne il peso. Vorrei passare sulla terra rossa di Taghia leggero, senza lasciare impronte, senza che la mia immagine si fermi nelle loro pupille più di un istante?

La mattina dei rest-day vado spesso a fare una passeggiata, solo, alle sorgenti. Mi piace andare là, perché mi sembra un luogo magico. Tra ginepri contorti, rocce, gole e pareti vertiginose, alla base di una montagna che sembra un gigantesco pain de sucre, sgorga copiosa l?acqua cristallina che dà la vita al villaggio. Bevendola qualche francese è stato male, dunque si dice che non sia potabile, a causa delle migliaia di capre e montoni che stanno lassù, sull?altipiano affacciato sul Sahara. Eppure i bambini del villaggio bevono dal torrente e camminano seminudi sotto la pioggia scrosciante senza ammalarsi. Potenza degli anticorpi! ?Les enfants de Taghia sont chivres? ripete sempre il Signor Fekkak - storpiando la parola chèvres, come usano fare i berberi - che possiede una piccola telephone boutique a Zaouiah. I bambini di Taghia sono come capre?e non potrebbe essere diversamente, penso.
Alle sorgenti non faccio nulla, semplicemente siedo a fianco all?acqua e contemplo le gole, che si aprono maestose di fronte a me. Mi piace poggiare le costole contro il freddo calcare dell?Oujad: poche volte ho appoggiato la schiena contro una parete di 1000 metri, una montagna intera. Forse mai l?ho avvertito come qui a Taghia.
Mentre trascorro le ore del mattino in solitudine alle sorgenti, il pensiero torna inevitabilmente alla nostra parete, lassù, da qualche parte nelle gole. Un grande saccone appeso in sosta, ogni giorno poco più su, testimonia i nostri lenti progressi di questi giorni. Abbiamo infatti deciso di non dormire in parete e tornare ogni volta a riposarci al villaggio, nell?illusione di recuperare le fatiche dei giorni di scalata. Ma siamo comunque sempre più stanchi e le energie mentali stentano a rigenerarsi, pure qui, in questo angolo di paradiso. Abbiamo però la possibilità di gustarci appieno questi momenti e di vivere a stretto contatto con la gente del villaggio. ?Quando sono in parete ho l?impressione di essere in Dolomiti, sopra casa mia? mi ha detto ieri Rolando ??se non fosse per la roccia rossa, che strano arrampicare sul calcare rosso sangue! L?aria frizzante della montagna è la stessa delle crode? Ma quando ci affacciamo sul villaggio capisco che siamo lontani dalle Alpi, veramente fuori dal mondo? Fa uno strano effetto non ritornare alla nostra macchina, ma in una casa di pietra con il tetto di rami di ginepro. Eppure è bello avere un tetto e qualcuno che ti aspetta, anche se torni al buio e solo qualche candela e abbaiare di cane ti indica le case. Le nostre giornate in parete cominciano all?alba e finiscono al tramonto, ma l?unica percezione che abbiamo del tempo è l?incombere di quella sottile linea che separa il giorno dalla notte. Solo la pila frontale ci permette di spezzare questa legge celeste, e di ritornare al villaggio guadagnandoci il riposo, fuggendo dal buio e dalla dimensione verticale delle gole, dal vuoto stomachevole della nostra parete.

E? domenica pomeriggio e abbiamo oziato tutto il giorno sorseggiando il the alla menta preparato da Säid, poco prima che partisse a piedi per acquistare i viveri al souk, il mercato che si tiene ogni lunedì a Zaouiah. Questa sera è Fatma, che cucina per noi. Seduti sui tappeti, tutti e tre immersi nella lettura, cerchiamo di leggere e passare il tempo. La mente è però lassù, sulle rocce, appena fuori da queste mura. Una sottile apprensione sale dal cuore alla gola e fa sudare la punta delle dita: domani è il giorno in cui tenteremo la salita in libera della via e non dovremo sbagliare. Ripassiamo mentalmente le note di questo lungo brano musicale che abbiamo composto ripetendoci, senza crederci veramente, che potremo anche improvvisare, che ce la faremo anche senza ricordarci tutti i movimenti. Nei primi passi pesanti sul sentiero, ognuno interrogherà in silenzio le sue membra per capire se è tutto a posto. Piedi, ginocchia, dita, polmoni e cuore risponderanno al silenzioso appello della mente, occupata da mille pensieri stretti tra loro come rami di ginepro. Le dita suderanno sul calcare freddo della notte. Lo spigolo della suola si plasmerà sulle piccole rugosità verticali di quel magnifico vestito rosso che metterà domani la parete per noi. Tutto il nostro essere si sforzerà allora di trasferirsi nelle nostre estremità e di aderire. Taghia in quel momento sarà lontana, perduta nel tempo, in un?altra dimensione.
Il sole ha ceduto nuovamente il posto alla luna, che si è alzata ad illuminare i tetti di Taghia e le pareti che incombono sul villaggio. A parte gli asini ed i cani, tutto tace. Solo noi usciamo nervosamente a scrutare il cielo dell?Atlantico, sbirciando il barometro. Sono le 8 di sera, e la famiglia di Säid già dorme, sepolta sotto un cumulo di coperte. Domani per noi è un giorno importante, ma non lo potremo condividere con nessuno, perché il nostro agire appare qui insignificante. Per la gente di Taghia sarà un giorno qualunque, uguale a mille altri che sono passati. Prima di partire per il mercato, Säid ha guardato il cielo e mi ha confessato candidamente che non poteva sapere se sarebbe piovuto o no. Ho provato tenerezza, forse nessuno gli aveva mai chiesto cosa ne pensasse del tempo: le previsioni metereologiche non fanno evidentemente parte della cultura magrebina. Tutto qui è fermo, e il tempo scorre lento, dannatamente lento, tanto che solo pochi indizi ci dicono in che secolo stiamo vivendo. Dopodomani sarà esattamente uguale a oggi, sole o pioggia poco importerà, ma ci sarà nuovamente tempo per pensare?
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