Mi sono letta tutto questo topic iniziato nel lontano 2006 e ahimè lo confesso: ho fatto Mescalito interamente da seconda e ho anche azzerato in tutti i punti in cui la guida di Filippi diceva di farlo
Ciononostante trovo che la via sia B E L L I S S I M A e rispetti quanto promesso dal nome: mescalito, il potente alleato che da solamente all?uomo che ha l?Anima libera la possibilità di vedere il modo per elevarsi? sì perché le prese e gli appoggi alleati io personalmente non li vedevo se non facevo una grande opera di autocontrollo e di training, specie in certi punti

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Il fatto che fossi ben assicurata dall?alto non mi ha impedito di impegnarmi per cercare e trovare (dove più, dove meno) il senso e il ritmo del movimento e neanche quello di apprezzare passaggio dopo passaggio lo spirito e l?intuizione di chi tanti anni fa aveva deciso di cimentarsi in questa opera di ?traduzione? interpretando i difficili segni di quella pagina rocciosa.
Guardavo Enzo, il mio primo di cordata (che non ha avuto bisogno come me di ricorrere a tecniche di azzero

) leggere tra le righe i significati di certi segni per poterli trasformare in gesto. La presenza degli spit non sempre usati non mi ha fatto sembrare meno importante ed elegante il risultato.
Nel senso della scalata credo che ci si possano riporre diversi aspetti, alcuni indubbiamente legati alla capacità di cimentarsi con i limiti e con il controllo del rischio altri invece dati dalla ricerca del gesto che non è fine a se stesso, come forse può più facilmente essere quello su un monotiro. Anche laddove le protezioni limitano il rischio, una via lunga porta la necessità di saper conoscere e amministrare le proprie risorse, metterle in gioco in modo che non si esauriscano prima di arrivare all?uscita. Coniugare ciò che è scritto sulla roccia con ciò che è scritto nelle proprie fibre muscolari, muovendoti all?unisono perché la danza non finisca prima che finisce la musica.
Certo lo si può fare su altre vie che nascono con una storia diversa, ma io credo che a volte rendere accessibile la tradizione sia solo un modo per aiutare a crescere. Non si può immaginare cosa c?è al di là di quello che lo sguardo è abituato a vedere se non si può guardare ALTRO.
Forse è uno scempio per i puristi dell?alpinismo quello che sto dicendo, ma io sono tornata indietro da questa scalata con una conoscenza maggiore di quello che è la storia dell?alpinismo, con un ammirazione maggiore per l?arte di chi apre simile vie che certo non avrei avuto se mi fosse stato solamente raccontato. Certo rendere accessibile la conoscenza toglie il privilegio ai più capaci di essere i detentori del sapere, ma rende in grado anche noi, meno dotati, di scoprire ed innamroarsi della storia che sta dietro all?immediatamente intuibile.
Insomma, dopo tutto ?sto discorsone ringrazio il Drugo che nonostante tutti gli inapprezzamenti espressi in questo 3D sull'attuale stato della via ha suggerito ad Enzo e a me di andarla a fare (e anche per il suggerimento dell via del Missile, del tutto diversa ma altrettanto stupefacente)
e naturalmente ringrazio Enzo per avermi portato in questo viaggio consentendomi di allargare i miei finiti orizzonti?
e colgo l'occasione per salutare gli amici delle prime due soste (me sò scordata il nick

)
