Era ormai dall?anno scorso, quando con il mio socio tentai la Finanzieri alla quarta pala, aperta nel 1977 da De Nardin, Ruggero, De Pellegrini e Perrod, tentativo fallito dopo 4.30 h di ?comodo avvicinamento?, causa parete bagnata. Un anno dunque, che questo tarlo continuava a perseguitarmi, l?amaro in bocca era rimasto li e dentro di me dicevo sempre: ma prima o poi?e intanto i mesi passavano e non trovavo un?anima pia.
L?altro giorno, casualmente telefonai ad Alessandro, proponendogli questo ?viaggetto?, lui senza batter ciglio, rispose: perché no!! Un viaggio in questi luoghi non si rifiuta mai. Tra l?altro con Ale, l?anno scorso eravamo sulla Gogna alla terza.
Ora rimane solo capire stò ?cazzarola? di tempo come vuole comportarsi, avrebbe anche rotto i maroni?3b, meteo Italia, ?Barabba?, insomma, se mi interrogavano gli sapevo dire la meteo a memoria per i prossimi sei giorni?
Finalmente ci siamo: domenica sono a casa di riposo e il meteo da tempo soleggiato con 0/20 probabilità pioggia e zero termico a 3200.
La sera prima, come di consueto meglio dormire in Lucanovalley, tra silenzi e sogni, ma soprattutto in previsione di sua maestà??la sveglia ore 4?.
La notte passa lentamente, dentro il sacco si suda, fa caldo e i pensieri vanno sempre al quel ?kankaro? di avvicinamento che domani sarà la terza volta che ripeterò, quel tiro ?thriller? per risalire il prato umido verticale del Van del Pèz, mi ha sempre fatto soffrire mentalmente, ma non ci sono alternative, di la bisogna passare.
La mattina seguente il cielo è coperto con nuvoloni densi, azz?che facciamo?? Cazzarola!! Non danno pioggia!! Proviamo!! Purtroppo l?acqua caduta i giorni scorsi ha reso particolarmente scivoloso il sotto bosco e non si può correre.
In poco meno di due ore arriviamo nel Van del Pèz, indico ad Alessandro dove salire per trovare la sosta e un chiodo lasciato (mi sembra) dopo la prima invernale da Marco Anghileri e Valerio Carotta. Il terreno si fa molto insidioso, placche bagnate e zoppe d?erba instabili non permettono di correre, ad un certo punto sento la corda andare in tensione?p*****a!! Ale, caricando un appoggio ha staccato un sasso, volando?Fortunatamente aveva appena passato la sosta e l?atterraggio è stato ammortizzato dalle morbide zoppe d?erba?Tutto ben? Si si risponde, maledetti prati verticali?
In cinque ore siamo all?attacco, una breve controllatina alla parete, che sembra asciutta e si va, ora ci aspettano 880 m di sviluppo, mentre dall?altra parte della valle, il Re Agner ci stà a guardare immerso tra le nuvole.
I primi tiri, sebbene con qualche fessura intasata d?erba, fanno già capire che si tratta di ?puro cemento armato? e via via che ci alziamo, l?arrampicata si fa tecnica e impegnativa dove non si può correre. Arriviamo al sesto tiro dato A2, qui la roccia gialla è veramente da Piussi in Torre Trieste, ma sarà l?unico e breve tratto di tutta la via. Alessandro si alza staffando un chiodo che stava per fuoriuscire e al volo becca quello successivo?Il tiro seguente è un diedro con placche che vorresti esser calato per ripeterlo un?altra volta, 45 m tra placche compattissime ricche di clessidre della migliore qualità.
Tra un tiro e l?altro ci guardiamo attorno, il cielo si copre sempre di più e saltuariamente qualche goccia si fa sentire, ormai siamo immersi nelle nuvole?Dico: se piove adesso siamo nella ?cacca?.
Si continua, arrivando al traverso che precede la tanto attesa placca nera di A2, vado avanti fino sotto la verticale per constatare che è completamente ?stonfa?? Merd?!! Si tratta di una lavagna sprotetta, che per arrivare alla famigerata clessidra, bisogna spalmare i piedi e tenere alcuni verticali. Ok!! Calma e rassegnazione e inizio a piantare un primo ch, un fantastico universale che suona come un violino, poi mentre pianto il secondo, scappa la mazza che mi colpisce l?indice aprendomelo?zioleprotto che male!! Purtroppo non riesco a continuare, mi fascio il dito e recupero Alessandro che con gran maestria supera staffando su friend la zona bagnata.
Mi stringo il dito con del nastro e via, ormai bisogna accelerare, le ore passano e non ho voglia di bivaccare. Alle 20 siamo alla grande banca sotto gli strapiombi gialli e dobbiamo decidere in fretta se uscire con l?originale a destra o seguire la variante di Anghileri.
La scelta della variante sarà azzeccata, due splendidi tiri da spalmo su placche compattissime di V e VI in diagonale a sinistra, ci portano al colletto dove poi con gli ultimi e facili 100 metri usciremo sulla forcelletta del Pizèt.
Alle 21 abbiamo i piedi sul bellissimo pendio d?erba della quarta pala, ormai possiamo prendercela comoda, la discesa è solo una lunga camminata?in questa lunga giornata?
Se devo dare un giudizio alla bellezza di questa via, la reputo assai più bella e impegnativa della vicina Casarotto-Radin, sebbene sempre un gran vione.
Per gli eventuali ripetitori, lungo la salita abbiamo lasciato 3 ch che non venivano via, ed era un peccato insistere, ma credo che ritorneranno utili?
Ciao
B.
Ps. Scusate se sono stato troppo prolisso, ma adorando questi luoghi mi piace ricordare così queste giornate
Van del Pèz
Alessandro sul tiro Thriller
Sua maestà
Sesto tiro di A2
La parete
Il brutto ch avanza
Col di Prà con il Van del Pèz
Il principe avvolto
Nebbie serali attorno alle Pale