Heini Holzer (1945 - 1977)

Arrampicata e alpinismo su roccia in montagna

Heini Holzer (1945 - 1977)

Messaggioda Ivo Rabanser » mar apr 04, 2006 21:15 pm

Prendendo spunto dalle discese di alcuni canali dolomitici fatte in questi ultimi giorni, vorrei ricordare con alcune righe Heini Holzer, alpinista sudtirolese attivo dalla metà degli anni ?60.
Arrampicatore di gran classe :D , tracciò diverse prime salite su grandi pareti in Dolomiti (soprattutto assieme a Reinhold Messner :wink: ),
oltre a compiere una serie notevole di solitarie ed invernali. 8O 8O
Persona introversa, seppure allegra in compagnia, ebbe un?infanzia tutt?altro che lieta, che gli lasciò un fondo di melanconia. :(
Malgrado la celebrità raggiunta (un giapponese incontrato in montagna gli chiese: ?tu Hölzl??), rimase un?alpinista ?dilettante? che di lavoro faceva lo spazzacamino, con 50 settimane lavorative all?anno? :?
Teneva registro in modo acribico di ogni scalata o sciata fatta, aggiungendo a lato dei versi oppure pensieri tutt?altro che banali.
Piccolo di statura ? poco più di un metro e mezzo ? divenne poi uno specialista delle discese estreme con gli sci, tanto che la stampa tedesca gli affibiò il soprannome di Napoleone delle pareti :twisted: :twisted:
E in epoca di sci sciancrati, raggio della curvatura, scarponi rigidi o semirigidi, ed altre appassionanti discussioni circa gli attrezzi 8) :wink:, mi piace ricordare che trent?anni fa, Holzer scorazzò sull?intero arco alpino, inanellando una discesa dopo l?altra, lungo pareti che allora erano ritenute impossibili da scendere con gli sci - e che tutt?oggi non sono ancora diventati percorsi, come dire, affollati - il tutto con un paio di Völkl e un attacco Marker, con cui adesso non scenderemmo nemmeno per una pista rossa? 8) 8)
E furono davvero discese temerarie per l?epoca, come la nord della Cima Presanella, il Biancograt al Piz Bianco, oppure lo sperone della Brenva al Monte Bianco, la est del Gran Paradiso, la nord dell?Auguille d?Argentière o la seraccata nord del Lyskamm Occidentale. 8O
Dopo la nord del Gran Zebrù doveva venire il Piz Roseg. Ormai Heini aveva accarezzato l?idea interrompere la pericolosa spirale di discese sempre più spinte? ?solo alcune discese ancora?poi basta?, del resto le oltre 100 prime discese potevano essere sufficienti!
Però prima voleva scendere da nord-est del Piz Roseg, che lo aveva già respinto diverse volte: dopo sei tentativi, Holzer inizia la sciata sul ripido pendio. Le condizioni questa volta sono buone, ma, solo dopo alcune curve, la caduta? forse l?attacco Marker ? che già in precedenza sul Cristallo gli aveva dato problemi ? si è aperto??

Alla base di questa ombrosa parete, quel lunedì 4 luglio 1977, si concluse il viaggio di Heini Holzer, spazzacamino nella vita, brillante arrampicatore e temerario sciatore che in montagna aveva trovato la sua ?vera? altezza.

Suo figlio Markus - che ora gestisce un ristorante di R. Messner a Solda - conserva un foglio di carta sul quale il padre aveva a suo tempo disegnato un cervo, affidandogli il compito di continuare il disegno colorando il bosco, poiché ?senza un bosco un cervo non può sopravvivere?.

Ed è con queste sue parole, che ben riassumono lo spirito liberatorio della sua ?esplorazione verticale?, che amo ricordare la figura di Heini Holzer, un uomo in cui piccolo ed immenso hanno convissuto, dimensioni opposte in costante lotta l?una con l?altra:


?La mia traccia la disegno più volentieri
dove nessura altra conduce.
Mi posso voltare e giudicarla,
ciò che altrimenti non potrei fare,
poiché si perderebbe tra le tante tracce degli altri?



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Heini Holzer

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Holzer e Toni Hiebeler

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Lo spazzacamino...

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Holzer discende la nord del Piz Palü

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Sassongher, Val Scura

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Chiara nella Val Scura
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Messaggioda Buzz » mar apr 04, 2006 21:18 pm

bellissimi questi post, ivo.
senza memoria non c'è futuro
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Messaggioda Cusna » mar apr 04, 2006 21:25 pm

mi sono ritrovato nelle ultime settimane a scendere alcuni suoi canali in dolomiti e nel cuneese e devo dire che mi stavo interessando parecchio al personaggio.
questo 3d cade proprio a fagiolo,grazie mille!


ma cvigna...avresti potuto almeno scendere il canale con attrezzatura dell'epoca e gonnellone in feltro....
Il mondo funziona a cicli, due volte ogni secolo l?Oceano ci ricorda quanto siamo veramente piccoli, Una tempesta invernale arriva dall?Antartico e spinge onde enormi verso Nord...
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Re: Heini Holzer (1945 - 1977)

Messaggioda cialtrone » mar apr 04, 2006 22:50 pm

Ivo Rabanser ha scritto:Prendendo spunto dalle discese di alcuni canali dolomitici fatte in questi ultimi giorni, vorrei ricordare con alcune righe Heini Holzer, (...)
Gran bel post, prof. Rabanser. :-)
Mi unisco a Buzz: il futuro non esiste, senza genoma antico.

Io ho salito un paio di viette sue in un posto un poco dimenticato, che credo tu conosca: Sarntal, Sarner Scharte...;-)
Valle incantata, porfido silenzioso.
Quella salita con Steinkotter è molto bella ed ardita.
Ciao caro.
:-)
cialtrone
 

Re: Heini Holzer (1945 - 1977)

Messaggioda Ivo Rabanser » mar apr 04, 2006 23:23 pm

cialtrone ha scritto:Gran bel post, prof. Rabanser


Prof. Rabanser.... :?: :?:
guarda che ho fatto una santa fatica a 'passare' le medie :roll: :oops:
anzi... a dirla tutta...
mi sono pure concesso un giro supplementare :cry:
quindi capirai :idea:

Comunque grazie :wink:
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Messaggioda meryxtoni » mar apr 04, 2006 23:51 pm

Complimenti Ivo...
Quello che oggi viviamo in montagna non può prescindere da coloro che ci hanno preceduto...
L'alpinista completo non può non avere una visione storica della sua passione...
Considerate che una delle materie più spesso causa di bocciature agli esami per istruttori del Cai è quella relativa alla cultura in genere ed alla Storia dell'alpinismo nello specifico...
Ma si può insegnare arrampicata o alpinismo senza conoscere Preuss, Piaz, Dulfer o...perchè no...Holzer??

Un salutone a tutti
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Re: Heini Holzer (1945 - 1977)

Messaggioda cvigna » mer apr 05, 2006 1:39 am

Ivo Rabanser ha scritto:Prendendo spunto dalle discese di alcuni canali dolomitici fatte in questi ultimi giorni, vorrei ricordare con alcune righe Heini Holzer......


Per non intasare la sezione 'arrampicata in montagna' con i miei racconti sci-alpinistici, ma desiderando al tempo stesso arricchire il bel profilo tracciato da Ivo con il racconto della discesa di uno degli splendidi itinerari esplorati per la prima volta da Heini Holzer e divenuti per noi oggi terreno d'avventura, rimando chi può essere interessato a dare uno sguardo qui........
http://www.forum.planetmountain.com/phpBB2/viewtopic.php?p=436436#436436

Buona notte!
Chiara
"E lo vorrei, perchè non sono quando non ci sei e resto solo coi pensieri mei...ed io" - F. Guccini
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Messaggioda Aldino » mer apr 05, 2006 8:20 am

Bella Storia.
Certo che per essere un montanaro gardenese bocciato alle medie, se sai cosa vuol dire acribia, vuol dire che hai recuperato bene :wink:
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Messaggioda bummi » mer apr 05, 2006 10:52 am

Sempre belli questi contenuti biografici.
Sinceramente però, mi riesce difficile pensare che uno che va a fare discese di un certo livello adoperi materiale non perfettamente efficiente. La storia dell'attacco non mi convince a pieno.
Piuttosto mi chiedo: è vero che uno dei motivi dell'incidente fatale di Holzer pare sia stato il fatto che aveva l'abitudine di fare la curva saltata appoggiandosi ad entrambi i bastonicini?
Ne sentii parlare tempo fa e mi piacerebbe saperne di più...
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Messaggioda vitto » mer apr 05, 2006 11:01 am

Certo che per essere un montanaro gardenese bocciato alle medie, se sai cosa vuol dire acribia, vuol dire che hai recuperato bene


mi associo!.

Insegno proprio alle medie, e una volta che ho scritto su una mia relazione la parola "acribia", il preside me ne ha chiesto il significato 8O 8O
Quindi, un bel riscatto!!


Heini è un mito e un grande esempio, ed è motivo di granded orgoglio quando si riesce a ripetere una sua discesa!
Un giorno mi è capitato di parlare con un alpinista che saliva la nord del Roseg durante uno dei tentativi di Heini, pochi giorni prima della sua caduta, e sono rimasto profondamente impressionato.
Grazie per il bellissimo ricordo che ne hai tracciato!
Mi piacerebbe sapere di più qualcosa sulle sue vie di roccia!
oggi... oggi sono un prigioniero che ha ritrovato la libertà! (Giusto Gervasutti)
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Messaggioda biemme » mer apr 05, 2006 11:53 am

grazie ivo, e 1000 di questi post :!:

(OT : ehilà vitto, finalmente anche tu in questo forum! t'ho scoperto eh :wink: ...complimenti per la tua sottofirma, da vero storico dell'alpinismo)
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Messaggioda BAT » mer apr 05, 2006 15:08 pm

bummi ha scritto:Piuttosto mi chiedo: è vero che uno dei motivi dell'incidente fatale di Holzer pare sia stato il fatto che aveva l'abitudine di fare la curva saltata appoggiandosi ad entrambi i bastonicini?
Ne sentii parlare tempo fa e mi piacerebbe saperne di più...
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Anche a me piacerebbe saperne di più...
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Messaggioda Ricca » mer apr 05, 2006 17:28 pm

Ivo,
complimenti per la bella discesa e per le "notizie" riportate; si capisce quanta passione ci sia dietro per questo meraviglioso universo della Montagna.
Conoscevo forse un decimo di quello che hai scritto, ma ero già da prima convinto dell'importanza di Heini Holzer nella storia dell'Alpinismo e ancor più dello sci ripido, estremo o come lo vogliamo chiamare. Mi riesce difficile, per non dire fastidioso, etichettare la sua attività che, mi piace pensare, sia stata soprattutto avventura.
Grazie per averci dato un'immagine di un grande uomo prima ancora che di un grande alpinista.
Grazie di nuovo e compliminti .. anche a Chiara ovviamente.
Ciao
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holzer

Messaggioda emanuele » mer apr 05, 2006 17:29 pm

per ivo rabanser
ho visto in austria e in alto adige un libro su heini holzer, athesia ediz.,ma mi ha garantito l'editore che non ci sarà l'edizione in italiano; perche tu assieme a toni zuech, che ha arrampicato molto con sieglinde walzl, non fate una traduzione per noi italiani che non conosciamo il tedesco; sarebbero in molti interessati anche ai racconti delle sue vie in dolomiti o in val del sarca e a proposito di quest'ultime consiglierei di non snobbare gli itinerari a volte un pò friabili che holzer ha saputo tracciare , in modo molto naturale sulle pareti del pian de la paia con renato reali o su cima alle coste con messner; la via con messner che non viene mai fatta perchè sconsigliata da chi non l'ha percorsa, è molto bella,simile ad una dolomitica ,un pò discontinua, ma non la definirei pericolosa, a me è piaciuta molto e ho trovato diversi passaggi di V+ impegnativi(lo schema sulla guida di diego filippi è sostanzialmente inesatto!!) e con un notevole sviluppo(750 m).
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Messaggioda x » mer apr 05, 2006 18:20 pm

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Messaggioda whitemount » mer apr 05, 2006 18:45 pm

Bellissimo post, sentito e interessante su un personaggio di cui avevo già letto qualcosa, e di cui la curiosità di saperne di più non è mai stata soddisfatta.
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Re: holzer

Messaggioda alberto60 » gio apr 06, 2006 9:26 am

emanuele ha scritto:per ivo rabanser
ho visto in austria e in alto adige un libro su heini holzer, athesia ediz.,ma mi ha garantito l'editore che non ci sarà l'edizione in italiano; perche tu assieme a toni zuech, che ha arrampicato molto con sieglinde walzl, non fate una traduzione per noi italiani che non conosciamo il tedesco; sarebbero in molti interessati anche ai racconti delle sue vie in dolomiti o in val del sarca e a proposito di quest'ultime consiglierei di non snobbare gli itinerari a volte un pò friabili che holzer ha saputo tracciare , in modo molto naturale sulle pareti del pian de la paia con renato reali o su cima alle coste con messner; la via con messner che non viene mai fatta perchè sconsigliata da chi non l'ha percorsa, è molto bella,simile ad una dolomitica ,un pò discontinua, ma non la definirei pericolosa, a me è piaciuta molto e ho trovato diversi passaggi di V+ impegnativi(lo schema sulla guida di diego filippi è sostanzialmente inesatto!!) e con un notevole sviluppo(750 m).


Per Ivo

mi associo con Emanuele sarebbe molto interessante avere questo libro tradotto in italiano che ci parli di Heini Holzer , grande alpinista non personaggio.

Alberto
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Messaggioda julius » gio apr 06, 2006 19:08 pm

Di sicuro Heini Holzer è uno di quei personaggi di cui si dovrebbe parlare di più,anche se forse lui, da persona modesta, non avrebbe gradito granchè....Da rimarcare anche la sua proverbiale abilità nei camini,favorita dalla piccola statura che gli consentiva di infilarsi laddove per altri sarebbe stato proibitivo passare...
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Messaggioda Ivo Rabanser » ven apr 07, 2006 0:32 am

bummi ha scritto:Sinceramente però, mi riesce difficile pensare che uno che va a fare discese di un certo livello adoperi materiale non perfettamente efficiente. La storia dell'attacco non mi convince a pieno.
Piuttosto mi chiedo: è vero che uno dei motivi dell'incidente fatale di Holzer pare sia stato il fatto che aveva l'abitudine di fare la curva saltata appoggiandosi ad entrambi i bastonicini?
Ne sentii parlare tempo fa e mi piacerebbe saperne di più...
bummi


Ciao Bummi,
penso anch?io che Heini Holzer non usasse attrezzatura che non fosse perfettamente efficiente. Era un?accorto sperimentatore e non lasciava nulla al caso! Ma forse la questione è un?altra. Dico forse, perché non ci sono testimoni oculari della fatale caduta, quindi si tratta comunque di supposizioni.
La Marker, che all?epoca sponsorizzava Holzer, mise sul mercato e pubblicizzò un nuovo tipo d?attacco di ?sicurezza?, che doveva aprirsi in caso di caduta.
Per uno sciatore su pendenze al limite del fattibile invece, la perdita di uno sci è fatale, poiché le probabilità di frenare una caduta sono alquanto improbabili. Heini cambiò quindi attacco, ma già alla prima discesa, sulla Punta Anna, dovette constatare la scarsa affidabilità di questo nuovo tipo d?attacco, che durante la sciata si aprì? fortunatamente non in un punto critico!
Per Holzer fu un avviso. Approntò delle modifiche all?attrezzo e tirò al massimo il regolatore?
Per la stagione del ?77 i suoi due obiettivi primari erano la discesa dal Gran Zebrù e quella dal Piz Roseg. Specialmente quest?ultima, nel Bernina, che lo aveva già respinto varie volte!
Sabato 2 luglio supera la nord-est del Gran Zebrù, con pendenza fino a 52°. La stessa sera prosegue per Pontresina e ?un po? nervoso? sale al Rifugio Tschierva. Vuole bissare il successo ed è ansioso di chiudere la partita con il Piz Roseg. Sarà il suo sesto tentativo.
Il giorno dopo risale la parete nord-est, insieme alla sua compagna ed un amico. Le condizioni della neve sembrano buone. Assaggia alcune curve sul pendio sommitale, assicurato alla corda? poi desiste. Ormai la neve è troppo riscaldata dal sole. Inoltre le scariche che partono potrebbero mettere in pericolo una cordata che ancora sta risalendo la parete. Heini deve rinunciare un?altra volta. A malincuore scende per la cresta, accompagnato da Sieglinde e Helmut, che in serata rientrano verso casa per la settimana lavorativa. Holzer non desiste e vuole ritentare il giorno seguente. In fondo anche la nord-ovest del Gran Paradiso gli era risuscita soltanto al sesto tentativo?
Quel lunedì 4 luglio risale per la settima volta la nord-est del Piz Roseg. Alle 6 del mattino è già in cima. Sembra essere la volta buona. Scambia alcune parole con una guida svizzera. Le sue ultime parole.
Heini si affretta e inizia l?agognata discesa. Dopo alcune curve, una racchetta affonda nella neve molle, scaldata dal forte sole mattutino. Holzer si sbilancia all?indietro? cade, ma con pronta reazione riesce a ristabilirsi e a continuare la sciata. Fortunatamente in questo punto la pendenza del pendio non è ancora proibitiva. Sparisce quindi alla vista della guida?
Quello che è successo poi non è dato sapere. Che la fatale caduta sia stata causata dall?apertura di un?attacco è un?ipotesi abbastanza accreditata, visto l?accaduto precedente.
Il gestore del Rifugio Tschierva osservò con il fiato sospeso la temeraria discesa: ad un certo momento vide con il binocolo il puntino nero ? che fino ad allora era sceso con dei regolari zig-zag ? precipitare verticalmente? ad una velocità sempre maggiore? fino giù, in fondo alla parete.
In fondo alla parete ? che è il momento culminante d?ogni discesa, come amava ripetere Heini.

?L?attimo, in cui dalla morte torni alla vita,
la paura cede alla gioia,
è l?attimo più bello di una discesa estrema?



Durante il corso guida passai diversi giorni nel grazioso Rifugio Tschierva. Ricordo che le sere si tornava inevitabilmente a parlare dello ?spazzacamino?, che qui aveva trascorso la sua ultima notte. Dal naso del Piz Scerscen poi, studiammo la dirimpettaia parete del Piz Roseg: le due fasce rocciose centrali ed il lindo pendio superiore, su cui Heini Holzer tracciò la sua ultima ?traccia?.



La parete nord-est del Piz Roseg con il percorso di salita e discesa di Heini Holzer, il 4 luglio 1977.

Immagine
(foto Vitroler)

Heini Holzer e Sieglinde Walzl la mattina del 3 luglio 1977, sotto il Piz Roseg.

Immagine
(foto Walzl)
Ultima modifica di Ivo Rabanser il ven apr 07, 2006 1:02 am, modificato 1 volta in totale.
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Re: holzer

Messaggioda Ivo Rabanser » ven apr 07, 2006 0:56 am

emanuele ha scritto:per ivo rabanser
ho visto in austria e in alto adige un libro su heini holzer, athesia ediz.,ma mi ha garantito l'editore che non ci sarà l'edizione in italiano; perche tu assieme a toni zuech, che ha arrampicato molto con sieglinde walzl, non fate una traduzione per noi italiani che non conosciamo il tedesco; sarebbero in molti interessati anche ai racconti delle sue vie in dolomiti o in val del sarca


Ciao Emanuele,
il libro su Heini Holzer è assai riuscito e ne tratteggia bene la persona. Senz'altro sarebbe meritevole d'essere tradotto in italiano, ma penso che ne io e ne Toni siano le persone più indicate per svolgere un lavoro del genere.
Per me è stato proprio Toni Zuech (che come dici giustamente ha arrampicato parecchio con Sieglinde - la compagna di Heini), attraverso i suoi racconti, a rendermi caro la figura di questo sfortunato alpinista.
E concordo che le sue vie in Dolomiti sono dei validi esempi di ciò che allora si intendeva per arrampicata libera. Vie come Weg ohne Haken (via senza chiodi) sul Monte Castello allo Sciliar: 500 m di parete con difficoltà di V e V+, tracciata senza l'impiego di chiodi intermedi... e questo in un epoca in cui ancora non si conoscevano protezioni mobili come dadi, friend e quant'altro!
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