Se io dico "persona di religione ebraica" parlando di un rabbino o di una persona che professa la religione dei "fratelli maggiori " dei Cristiani...
Se definisco "persona di colore" un nilotico...
Se definisco "di diverso orientamento sessuale" o "omofilo"...
Ma lo faccio con chiaro scherno, degnazione o fastidio, è ben peggio che usare i termini "giudeo, negro e frocio"... Perché uno che dà del frocio ad un omosessuale - almeno - fa capire il suo astio e sa di correre il rischio di una ripercussione... Uno che usa altri termini in modo ipocrita, invece, sembra non voler nemmeno avere il coraggio delle proprie azioni.
A parte questo... A parte tutte le questioni etimologiche... Se è vero che, in generale, termini come "negro" "frocio" "giudeo" e simili non dovrebbero essere usati per iscritto o a livello orale, è anche vero che in singoli contesti il loro uso è perfettamente chiaro e privo di connotati negativi che solo una lettura maliziosa può loro applicare. Non ho visto - ci tengo a sottoliearlo - alcun intento offensivo in quanto scritto da Bep1 (uso spesso anch'io la locuzione "lavorare come un negro", sottintende un lavoro duro, roba da sfruttamento dell'essere umano). Trovo, comunque, sempre corretta la precisazione di Giorgio che, avendo in odio ogni afflato razzista, giustamente sottolinea "en passant" l'eccezionalità dell'uso di quei termini.
Possiamo considerare conclusa la questione o dobbiamo estendere il tutto all'estremo, pretendendo il cambio della locuzione "Frocio Falesista" in "Omofilo appassionato di struttre di fondovalle opportunamente attrezzate per la pratica dell'arrampicata sportiva"?????


