fionde epiche

[undertaker777]

9/4/2014

Precipita per 800 metri da Cima Tosa, scialpinista salvo per miracolo

http://www.montagna.tv/cms/58830/precipita-per-800-metri-da-cima-tosa-scialpinista-salvo-per-miracolo

Dio c'è....

[pesa]

accadde a trieste, in costiera, una decina di anni fa, 2003 forse 2004.
ne avevo anche scritto qui sul forum, ma i vecchi messaggi sono andati persi.

arrampicatina mattutina, prima di andare a lavoro, saranno state le 6.30. con il mio socio slovacco (si parlava in inglese).

facevamo più o meno coppia fissa, ci conoscevamo bene. avevamo le nostre routine consolidate. ed era mattina presto, prima del primo caffè. ancora non del tutto svegli...

arrivo in catena al primo tiro di riscaldamento. una via brutta, poco ripetuta, che corre un po' incassata tra arbusti e spuntoni di roccia di qua e di là. e che finisce con una placca più appoggiata. una 20ina di metri. per chi è di queste parti, la via è "gabriella tutta panna", subito a destra di "topo gigio".

allora arrivo in catena e al socio do il comando. che però è sbagliato: "I'm safe". è ciò che dici al socio quando in una via di più tiri arrivi in catena. equivale più o meno al nostro "molla".

per me era ovvio che avrebbe dovuto calarmi lui. e così corressi sì il comando, ma con poca enfasi. troppo poca evidentemente...
lui, di sotto, sentendo soltanto il mio "I'm safe" semplicemente fece ciò che si fa in montagna quando il primo arriva in catena: tolse il grigrì. senza farsi troppe domande. complice, credo, l'ora presta e la confidenza che veniva dalla consuetudine.

e così mi appesi per farmi calare. nei primi metri, a causa dell'attrito della corda sui rinvii, che in quella via zig-zagano alquanto, ebbi l'impressione di essere calato normalmente. quando giunsi, dopo 3-4 m, nel punto in cui la roccia diventa verticale, all'improvviso caddi.

ricordo che all'inizio della caduta ebbi il tempo di dire un "ohh!". che avrebbe dovuto continaure con "che c***o fai!". ma non ci fu il tempo.

caddi all'indietro, remigando con le braccia per mantenere l'equilibrio, mancando per pochi cm gli spuntoni di roccia ai lati della linea di salita. atterrai di schiena, rannicchiato in posizione fetale, su un arbusto alla base del tiro. a mezzo metro dai piedi del socio.

a salvarmi furono e l'arbusto e soprattuttoi rinvii a zig zag. o almeno di questo ci convincemmo nella ricostruzione degli eventi.

me la cavai senza neanche un osso rotto. la schiena ridotta come se mi avessero frustato. ancora si vede qualche segno. e pisciai sangue per un paio di giorni. ma niente di grave.

ricordo che nei giorni seguenti giravo per la città guardando le finestre dei quinti e sesti piani. e ripensavo, incredulo, di essere sopravvissuto ad una caduta da quell'altezza, legato ad una corda lasciata libera.