Due settimane fa se n'è andato anche Otto Eisenstecken, classe 1920.
Bolzanino, nel primo dopoguerra (tempi duri...) aprì alcune splendide vie, che diventarono tutte grandi classiche:
Croda di Re Laurino, Nord di Punta Emma, Sud Est dei Mugoni, Roda di Vael.
E infine, nel 1948, quella che a suo parere fu la sua realizzazione più difficile: la Nord della Piccolissima di Lavaredo (l'ultima nord delle tre cime ad essere risolta...), tuttora poco conosciuta e percorsa (confesso che sono stata respinta dall'ostico traverso iniziale... ci tornerò).
Ottimo liberista, nella tradizione dei forti di anteguerra, si inventò e fabbricò dei chiodini da piantare in buchetti della roccia, migliorati con un punteruolo: gli antesignami dei famigerati chiodi a pressione. Lui però li usò con molta parsimonia, dove proprio non c'era alternativa.
Onore a un altro grande che se ne va, ma che ha lasciato un segno nella storia alpinistica delle Dolomiti.
Se avete occasione, e se già non l'avete fatto, andate a ripetere le sue vie, meritano.